Noto antica Traditional Cache
ElenaMartinoPapel: che peccato...
More
-
Difficulty:
-
-
Terrain:
-
Size:
 (small)
Please note Use of geocaching.com services is subject to the terms and conditions
in our disclaimer.
Please, help us in the maintenance of the cache, thank you
Una piccola Pompei medievale
 |
Sebbene la cittadina di Noto con il suo splendido barocco sia oggi una delle principali mete turistiche siciliane, sono in pochi a sapere che a pochi chilometri dalla città odierna, sul monte Alveria, esistono ancora i resti di Noto Antica, abitata dalla preistoria fino al fatidico terremoto del 1693. Dopo il terribile terremoto che rase al suolo la Sicilia sud-orientale, l'antica Noto venne abbandonata e riedificata nel sito dove oggi si trova.
Ma cosa è Noto Antica ? Non si tratta di un sito dai resti monumentali nè tantomeno è raggiunta dalle grandi masse dei turisti. In un luogo suggestivo: un'altura circondata da due profonde gole, due "cave" tipiche della Sicilia orientale, in mezzo alla vegetazione mediterranea spuntano fuori resti di mura e fortificazioni, pezzi architettonici delle chiese dell'antica città medievale, abitazioni scavate nella roccia e vestigia dell'ancora più antica città di epoca greca.
Il percorso per i visitatori non presenta particolari difficoltà ma c'è da tenere in conto che allo stato attuale non si tratta di un'area attrezzata. Di seguito troverete utili indicazioni per visitare il sito in proprio ma anche consigli per prenotare una visita guidata, cosa che sicuramente permette di godere al meglio la visita a Noto Antica. Per lunghi anni il sito di Noto Antica è stato abbandonato a se stesso. Negli ultimi anni l'amministrazione comunale ha cominciato nuovamente a mostrare interesse per quest'area archeologica e sono stati fatti alcuni piccoli interventi per la fruizione.
All'ingresso dell'area archeologica troverete un grande cartellone con questa mappa. 
Cosa Vedere
La Porta della Montagna
L'ingresso al sito archeologico di Noto Antica o Parco dell'Alveria è contrassegnato dalla cosiddetta Porta della Montagna. Guardando la mappa (ma ve ne sarete resi conto anche nel percorso fatto per arrivare a Noto Antica), la città sorgeva su uno sperone di roccia circondato su tutti i lati da delle cave dalle pareti molto ripide. Il punto più accessibile era l'istmo in corrispondenza della porta della montagna. Le poderose fortificazioni che circondavano la città sono qui ancora visibili. Entrerete nel parco passando sotto l'arco dell'antica porta. Nelle mura potrete ancora osservare i resti delle antiche feritoie e delle finestre che servivano ai difensori. A ridosso delle fortificazioni della porta si trovano ancora i resti di vani, probabilmente adibiti a magazzini e corpi di guardia. Una scala permette poi di salire sul bastione per affacciarsi da esso.

Il Castello Reale (XI-XVII sec.)
Una volta esplorati i resti delle fortificazioni è possibile seguire il sentiero sterrato che si inoltra nel parco dell'Alveria. L'ingresso è vietato alla automobili. Al momento, però, per la mancanza di controlli e di sbarramenti, frequentemente i visitatori accedono con gli automezzi. Vi invitiamo comunque a lasciare la vostra vettura all'esterno del parco. Il sentiero principale che lo attraversa è purtroppo costituito da un polveroso e sgradevole gesso biancastro causato proprio dal continuo passaggio dei veicoli.
Il prossimo monumento che si incontra è senza dubbio quello meglio conservato dell'intera cittadina medievale: il Castello Reale. I resti della torre maestra e di una porzione di muro troneggiano giò da lontano. Le prime notizie del castello risalgono all'XI secolo, per l'esattezza al Normanno Giordano, figlio di Ruggero d'Altavilla. La fortezza venne poi ampiamente rimaneggiata nel corso dei secoli, specialmente in epoca aragonese. La struttura venne anche utilizzata come carcere. Recenti scavi archeologici, resi possibili grazie ai fondi del gioco del lotto, hanno permesso di indagare l'area a ridosso della torre che da pochi mesi è finalmente fruibile al pubblico. Sebbene non rimangano molte strutture in piedi vi invitiamo ad esplorarla per scoprire un vero e proprio "spaccato di vita quotidiana". Le mura della fortezza sono letteralmente ricoperte di graffiti e scritte lasciate dai carcerati. Guardando con attenzione scoprirete nomi, date, croci o anche il disegno fantasioso di galeoni. Sul pavimento troverete diverse incisioni rettangolari per dei giochi con le pedine. La parte più interessante delle incisioni purtroppo rimane al momento inaccessibile all'interno della torre maestra. A ridosso del castello sono stati recentemente messi in luce anche i resti architettonici della chiesa annessa.
|

|

|

|
| Fig.1 Tavola da Gioco incisa, Fig. 2 Bassorilievo realizzato dai carcerati, Fig. 3 Resti della chiesa del castello |
Ospedale e chiesa di Santa Maria di Loreto
Proseguendo la passeggiata, dopo poco, sulla sinistra si incontrano i resti dell'ospedale e della Chiesa di Santa Maria di Loreto. L'ospedale venne realizzato nel XVI secolo in sostituzione di quello preesistente. Era affidato alla cura dei Padri Fatebenefratelli di San Giovanni di Dio ed aveva annesso una piccola chiesa. Ai malati di Noto è spesso legata la figura del santo patrono della città, San Corrado Confalonieri, un'eremita che giornalmente si recava in città per accudire i malati e che si dice avesse anche poteri taumaturgici. Dell'antica città di Noto rimangono numerose incisioni inerenti la pianta e descrizioni di autori antichi. Per questo motivo è possibile conoscere con buona esattezza la collocazione degli edifici ancora visibili ed anche di quelli scomparsi.
Palazzo Landolina di Belludia
Dopo l'ospedale si può continuare lungo il sentiero principale. In alcuni casi ai lati della strada troviamo una folta vegetazione di arbusti ed alberelli, in altri casi strati di pietra calcarea in cui in tempi immemorabili vennero realizzati dei vani come magazzini o abitazioni. La strada non ha un andamento rettilineo bensì sinuoso, come era tipico delle città medievali. Dopo poche decine di metri, sulla destra si incontrano i ruderi di un nuovo edificio, Palazzo Landolina di Belludia che nonostante i resti assai scarsi era una delle dimore nobiliari più sontuose della città. Il palazzo venne costruito agli inizi del seicento ma il terremoto del 1693 lo rase totalmente al suolo. Durante gli scavi anche se solo parziali, sono stati trovati abbondanti ed interessanti resti architettonici. I ruderi delle scalinate, degli archi e dei corridoi, in relazione alle altre rovine della città, ci fanno intuire quanto dovesse essere sontuoso l'edificio.
Chiesa e collegio dei Gesuiti
Quasi di fronte a Palazzo Belludia troviamo i ruderi della chiesa e del collegio dei gesuiti. La posizione di questi due edifici era molto centrale. Oggi siamo in prossimità di una biforcazione del sentiero con una piccola edicoletta commemorativa. Nel XVII secolo lo spiazzale costituiva la piazza principale della città. Il complesso dei Gesuiti venne realizzato a partire dal 1606 in stile barocco su progetto dell'architetto gesuita Natale Masuccio da Malta.

Il ginnasio greco e le fortificazioni
Arrivati all'antica Piazza Maggiore ove oggi i due sentieri si biforcano, consigliamo di svoltare sul sentiero di sinistra. Seguendo questo itinerario sarà possibile vedere anche quanto rimane dell'antica città greca. Per vedere i ruderi del ginnasio svoltare a sinistra alla prima traversina sterrata e seguire il sentiero che in maniera panoramica costeggia la cava sotto Noto Antica. La visuale e molto bella. Guardando con attenzione sulle pareti di fronte si vedono grotte artificiali scavate nella pietra. Si tratta sia di escavazioni di epoca medievale che in alcuni casi di tombe a grotticella artificiale di epoca preistorica. Arrivati quasi in fondo al sentiero (in vista dei ruderi di un piccolo edificio), alla destra del sentiero si possono riconoscere pochi resti di fortificazioni costruite
in epoca greca. Lasciando il sentiero sulla sinistra si può invece raggiungere il cosiddetto Ginnasio. Le indicazioni per il ginnasio purtroppo sono state più volte messe e rimosse. Questo anche perchè i pochi ruderi si trovano all'interno di una fitta vegetazione e per raggiungerli occorre scavalcare un muretto a secco dal momento che al momento non vi è un sentiero percorribile. Una volta raggiunti si vedono i resti di alcuni grottoni costruiti durante la fase greca della città ed un grande architrave con un'iscrizione in lettere greche (in realtà una copia in quanto l'originale venne rimossa). Gli archeologi trovarono delle epigrafi che si riferivano ad una sorta di associazione atletica in onore del re siracusano Ierone. Da qui al complesso venne dato il nome di Ginnasio.
La Chiesa del Carmine
I ruderi della Chiesa del Carmine si incontrano ritornando sul sentiero principale e seguendo gli appositi cartelli. E' posta subito dietro un edificio abbandonato. Dei muri perimetrali della chiesa non rimane praticamente nulla ma i resti delle colonne permettono ancora di intuirne le navate e dei pozzi e delle lastre tombali ci consentono di sapere che probabilmente vi era un parte adibita a sepolture dei monaci. La chiesa venne edificata ad opera dei Carmelitani alla fine del cinquecento nella periferia cittadina.
Gli Heroa greci
Dalla chiesa del Carmine si può adesso andare a scoprire alcune tra le vestigia più antiche di Noto Antica, risalenti all'epoca greca: gli heroa. Per raggiungerli occorre seguire un sinuoso sentiero che si diparte dal caseggiato accanto alla chiesa del Carmine e scende giù verso la vallata. La discesa non presenta particolari difficoltà ma è un po' ripida. Inoltre anche per questo sentiero le indicazioni sono state a più riprese messe e rimosse. Senza indicazioni precise o una guida trovare gli heroa può risultare piuttosto difficoltoso a causa della loro posizione. Della storia di Noto in età classica in realtà non si conosce molto. Si sa con certezza che la città ha avuto una fase di vita anche in epoca greca ed in epoca romana. Alcuni studiosi hanno voluto vedere in Noto l'antica città di Ducezio, l'aristocratico siculo ribelle del V sec. a.C.
Scendendo il sentiero si incontreranno due larghi grottoni dalle pareti lisce e dalla forma rettangolare. L'archeologo Paolo Orsi agli inizi del novecento li identificò come "heroa" cioè luoghi dedicati al culto degli antenati defunti come era uso in epoca ellenistica. Le pareti dei due grottoni comunicanti sono costellate da decine e decine di nicchie di forma rettangolare. Si tratta dei pinakes. Nelle nicchie venivano inseriti dei quadretti votivi di terracotta, legno o pietra che ricordavano il defunto. Esplorando con una lampada le due grotte in alcuni punti è ancora possibile scorgere labili decorazioni incise, tracce di affreschi colorati e scritte incise. Un sarcofago fa pensare ad un riutilizzo dei vani nei secoli successivi.
|

|

|
| |
|
Altri punti di interesse a Noto Antica
Percorrere l'itinerario che abbiamo indicato ci permetterà con ogni probabilità di trascorrere almeno due ore tra le rovine dell'antica area archeologica. Tutta l'area però è ricchissima di vestigia di ogni epoca. Dai pressi della Piazza Maggiore ad esempio è possibile prendere un sentiero alternativo, curato dal corpo forestale che conduce giù nella Cava Carosello. Qui tra l'altro si trovano i ruderi di alcune concerie di epoca araba. Ritornando invece all'ingresso, alla porta della montagna, è ancora possibile esplorare vari punti di interesse nei dintorni.
Percorrendo a piedi la strada che conduce alla porta della montagna è possibile cercare un punto per scendere verso la cava (fare attenzione in quanto non vi sono sentieri ed alcuni punti sono particolarmente ripidi). Tutta questa zona è costellata di piccole grotticelle dall'apertura rettangolare. Si tratta di una necropoli preistorica della tarda età del bronzo, con le sue tipiche tombe a grotticella artificiale. Questo ci fa capire che il sito era abitato già prima dell'arrivo dei Greci nell'VIII sec. a.C.
Arrampicandosi invece al di sopra della strada (un punto di accesso relativamente facile si trova nei pressi del piccolo ponticello), è possibile esplorare la Grotta delle Cento Bocche, una piccola ma suggestiva catacomba di epoca paleocristiana con decine di loculi funerari. A breve distanza si trova anche un altro piccolo ma interessante ipogeo, la Grotta del Carciofo. Si tratta di un raro esempio di ipogeo funerario ebraico. La religione di appartenenza è comprovata da due calici a sette braccia incisi nelle pareti di roccia interne.
Additional Hints
(Decrypt)
ZHERGGB/JNYY
Treasures
You'll collect a digital Treasure from one of these collections when you find and log this geocache:

Loading Treasures