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Masso Erratico EarthCache

Hidden : 12/11/2022
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
3 out of 5

Size: Size:   other (other)

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Geocache Description:


Cavabara Project:

 

 

 Massi Erratici

Il masso erratico (dal latino erràre, vagare) o masso delle streghe (spesso indicato anche col nome di trovante) è un grande blocco di roccia che è stato trasportato a fondovalle da un ghiacciaio. Questi massi, talvolta di notevoli dimensioni, dopo che il ghiacciaio si è ritirato occupano un'insolita posizione in luoghi pianeggianti per cui divengono spesso campo di attività di una particolare categoria di rocciatori, i boulderisti. Queste rocce sembrano eterne e ed immutabili ma posso subire delle trasformazioni, infatti in alcuni Massi Erratici è possibile notare spaccature causate dalle forze esogene e dalle forze endogene. 

Nel XVIII secolo, i primi geologi che giungono nelle Alpi e sul massiccio del Giura sono attratti da questi enormi blocchi di granito posti in cima a colline o isolati in mezzo a pianure alluvionali. Li chiamarono blocchi erratici perché non ne conoscevano la provenienza. Horace-Bénédict de Saussure su questo tema affermava "Il granito non si forma in terra come i tartufi, e non cresce come i pini sulla roccia calcare". Molte furono le teorie avanzate per giustificarne la presenza. Jean-Étienne Guettard avanzò l'ipotesi nel 1762 che i massi che si trovavano sparsi nelle pianure europee del nord erano tutto quanto restava di antichi monti erosi. Ma rapidamente se ne dimostrò l'origine alpina. Scoperta l'origine restava da scoprire che cosa li aveva trasportati così lontano dai loro luoghi di provenienza. Nel 1778, Jean-André De Luc avanza una teoria basata su possibili esplosioni che avrebbero proiettato lontano questi massi. De Saussure non aderì ad essa, ritenendola perlomeno fantasiosa, "non vi è alcun esempio di queste esplosioni e i blocchi si dovrebbero polverizzare nel loro impatto al suolo", impatto che, tra l'altro, non lasciava evidenze sotto di essi. De Saussure constatò che i blocchi si trovavano disseminati negli assi delle vallate alpine. Si pensò allora a un possibile trasporto per fiume: le rocce sarebbero state deposte da enormi alluvioni, provocate da straripamenti di laghi o da repentine fusioni di ghiacciai dovute a vulcani o altro. Christian Leopold von Buch ne calcolò persino la forza necessaria per spostarli fin sopra il Giura. Altri supposero un'origine marina: L'innalzamento della catena alpina sarebbe stato così repentino che le acque che vi si trovavano ai piedi avrebbero trascinato via i blocchi. Altri ritenevano invece responsabile di questi spostamenti la banchisa o gli iceberg che li avrebbero deposti in antichi mari che sommergevano la regione. Queste teorie hanno i loro vantaggi e le loro lacune, i loro difensori e i loro detrattori. Nessuna trovò larghi consensi.

In Italia sono presenti in quantità sia lungo o a ridosso dell'arco Alpino che negli Appennini (in particolare nell'Appennino Tosco-Emiliano, nel parco del Pollino e nel comprensorio del Gran Sasso). Esistono anche massi erratici sommersi:a poche decine di metri verso ovest dell'Isolino Partegora sul lago Maggiore (sass margunin o margunée).

Tra i principali si possono ricordare:

  • Rosta (Torino): masso erratico chiamato di Sant'Antonio di Ranverso, posto davanti all'omonima basilica. Situata sulla collina che costituisce la morena laterale destra dell'Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana. È alto circa 2 m e fu oggetto di culto in passato. Sempre in comune di Rosta si trova la Pera Grossa, un enorme blocco di serpentinite in passato parzialmente demolito per ricavarne materiale da costruzione per il monumento al traforo del Fréjus a Torino.
  • Trana (Torino): masso erratico chiamato Pietra di Salomone, anch'esso facente parte dell'Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana.
  • Cuorgnè (Torino): Nella zona a Monte dell'abitato della Frazione di Salto, vi è un gran numero di massi erratici, anche di notevoli dimensioni. In particolare nella borgata della Pietra (in dialetto "dl'a Pera, o Petra) vi sono tre massi erratici posati su un dolce declivio. Sopra il più grande dei tre, situato più a nord (alto circa 6m x 5 x 4 circa) vi è stata costruita una Torre alta 13 metri, risalente a circa il XI-XII secolo. La Torre, chiamata Casaforte di Torre della Pietra era utilizzata in epoca medievale come sentinella della pianura Alto Canavese, avvertendo i borghi di Cuorgnè che a loro volta allarmavano i Castelli delle Valli Orco e Soana. La Torre grazie alla posizione sopraelevata data dal masso erratico, ha già una sua protezione naturale, e verosimilmente si ipotizza che fosse circondata da una piccola cinta muraria che le garantiva l'accesso al pozzo situato a pochi metri dal masso erratico. Oggi la Torre e i massi erratici sono di proprietà privata e la struttura è in fase di ristrutturazione e al suo interno verrà costituito un museo.
  • Caselette (Torino): vari massi erratici ai piedi del monte Musinè, tra i quali particolarmente imponente è la Pietra Alta, sulla quale sono presenti alcune vie di arrampicata.
  • Pianezza (Torino): Masso Gastaldi, intitolato al geologo Bartolomeo Gastaldi alto 26 m, staccatosi dal ghiacciaio Valsusino; sul territorio se ne trova anche uno più piccolo chiamato Roc d'le Masche.
  • Villarbasse (Torino): massi erratici di Pera Majana, trasportati da un ghiacciaio che scendeva nella Val di Susa per 90 km, con uno spessore di circa 600 metri.
  • Suno (Novara): la Preja da scalavè. Si tratta di una monolitico serpentino dalla forma arrotondata e vagamente conica di circa 4 m di base per 5 m di altezza, depositato dalle glaciazioni dell'era Neozoica o Quaternaria. (Massi Erratici - Preja Scalave)
  • Vallone er follett (Cogne, Valle d'Aosta): masso erratico lasciato dalla glaciazione del ghiacciaio della tribolazione.
  • Vollein (Quart, Valle d'Aosta): massi erratici lasciati dai ghiacciai del Monte Bianco nel susseguirsi delle ultime glaciazioni.
  • Sesto Calende (Varese): masso erratico Preja Buja, usato come altare sacrificale nella preistoria. (Massi Erratici - Sass de Preja Buia)
  • Somma Lombardo (Varese): masso erratico Sass di Biss (Pietra della serpe), nella brughiera del Vigano, con incisioni preistoriche - protostoriche.
  • Ranco (Varese): masso erratico Sasso Cavalaccio o Sasso Cavallazzo, usato anch'esso come altare nella preistoria; si trova nei pressi del Parco del Golfo della Quassa adagiato sulla riva del Lago Maggiore.
  • Asso (Como): Sass de la Pepina, blocco di serpentinoscisto di circa 42 metri cubi in un prato privato vicino al centro paese.
  • Torno (Como): Pietra Pendula, blocco granitico in bilico.
  • Valmadrera (Lecco): Sasso di Preguda.
  • Valmadrera (Lecco): Sass Negher (sasso nero). Unico esempio di questo colore.
  • Bellagio (Como): Sasso Lentina (conosciuta anche come Prea Lentina), a Piano Rancio nella Valle del Perlo e tutta la Comunità montana del Triangolo Lariano ne presenta diversi esempi.
  • Besana in Brianza (Monza e Brianza): Sasso di Guidino. Il masso erratico più a sud della Lombardia.
  • Borgo Ticino (Novara): Préa GuzzaPréja Guzzana o Preja d'Argoi Grande masso dalle dimensioni di 15 metri di lunghezza e 10 di larghezza, alto 4-5 metri, in serpentino verde, situato all'interno della Riserva Orientata del Bosco Solivo fu legato in passato a riti e credenze sulla fertilità. (Massi erratici - Preja d'Orgoi)
  • Gattico (Novara): Sass Malò (Massi Erratici - Sass Malò)
  • Orino (Varese): Masso erratico sito nel Parco Campo Dei Fiori, raggiungibile dal sentiero che porta alla Rocca di Orino e/o alle Fornaci.
  • Gandellino (Bergamo): Masso erattico sito in località denominata Spias de Martisola raggiungibile salendo dalla frazione Tezzi lungo il sentiero della Val Sedornia. Fornaci.
  • Provaglio d'Iseo (Brescia): Masso erratico sito sul Monte Cognolo, una delle cime che costituiscono le Prealpi Bresciane. Dai cittadini del paese, la roccia è conosciuta come "Balóta" o "Balütón".
  • In Val Genova (Trento) sono presenti numerosi massi erratici di granito.
  • Fontanefredde (Bolzano): massi detti "Giganti".
  • Moncalieri (Torino): Roc di Santa Brigida.
  • Isolino Partegora: Isola sul lago Maggiore (sass margunin o margunée), un masso erratico sommerso.

FONTE: Wikipedia

 

Informazioni Cache

Per loggare l'EarthCache(*), recati alle coordinate del listing, osserva il Masso Erratico e rispondi a queste domande:

1) Che origine hanno i Massi Erratici? Di che roccia sono composti?

2) Qual'è il colore predominante di questo grande Masso?

2) Stima le dimensioni del Masso (Altezza, lunghezza e larghezza)

4) Come descriveresti al tatto queste rocce? (Tocca e osserva da vicino)

5) Sul lato corto del Masso si nota una spaccatura verticale, qual'è la sua larghezza? Sai dirmi come mai si creano nello specifico queste crepe o fessure?

6) Allega (Al log oppure via Geocaching Messenger) una foto, alle coordinate del listing, con la vostra immagine o in alternativa un foglietto con il vostro nickname o un segno di riconoscimento che vi contraddistingua con il fiume Masso sullo sfondo. La foto non DOVRA' contenere spoiler sulle risposte.

(*) Prima di loggare il found invia le risposte all'owner tramite Geocaching Messenger

 

Badge

Chi ha loggato questa EarthCache può aggiungere sul proprio profilo il seguente badge copiando e incollando questo testo oppure aggiungendo direttamente l'immagine sottostante:

 

 

<a href="https://coord.info/GC9Q9BV"><img src="https://s3.amazonaws.com/gs-geo-images/5f5cda1e-8948-4d9d-8eb8-a401e4327395.jpg" height="150" /></a>

 

 Massi Erratici

The errratic boulder (from the Latin erràre, to wander) or witches' boulder (often also referred to as a travante) is a large block of rock that was transported to the valley floor by a glacier. These boulders, sometimes of considerable size, after the glacier has retreated, occupy an unusual position in flat places and therefore often become the field of activity of a particular category of rock climbers, the boulderers. These rocks seem eternal and immutable but they can undergo transformations, in fact in some Erratic Boulders it is possible to notice cracks caused by exogenous and endogenous forces.

In the 18th century, the first geologists who arrived in the Alps and the Jura massif were attracted by these enormous blocks of granite placed on top of hills or isolated in the middle of alluvial plains. They called them erratic blocks because they did not know where they came from. Horace-Bénédict de Saussure stated on this subject "Granite is not formed on the ground like truffles, and it does not grow like pines on limestone rock". There were many theories put forward to justify its presence. Jean-Étienne Guettard advanced the hypothesis in 1762 that the boulders that were scattered in the northern European plains were all that remained of ancient eroded mountains. But it quickly proved its Alpine origin. Once the origin was discovered, it remained to discover what had transported them so far from their places of origin. In 1778, Jean-André De Luc put forward a theory based on possible explosions that would have projected these boulders far away. De Saussure did not adhere to it, considering it at least imaginative, "there is no example of these explosions and the blocks should be pulverized in their impact on the ground", an impact which, among other things, left no evidence beneath them. De Saussure ascertained that the blocks were scattered along the axes of the Alpine valleys. It was then thought of a possible transport by river: the rocks would have been deposited by enormous floods, caused by the overflowing of lakes or by sudden melting of glaciers due to volcanoes or other. Christian Leopold von Buch even calculated the force needed to move them over the Jura. Others assumed a marine origin: The rise of the Alpine chain would have been so sudden that the waters at their feet would have dragged the blocks away. Others, on the other hand, held the pack ice or icebergs that would have deposited them in ancient seas that submerged the region responsible for these movements. These theories have their advantages and their shortcomings, their defenders and their detractors. None found broad approval.

In Italy they are present in quantities both along or close to the Alpine arc and in the Apennines (in particular in the Tuscan-Emilian Apennines, in the Pollino park and in the Gran Sasso area). There are also submerged erratic boulders: a few tens of meters west of Isolino Partegora on Lake Maggiore (sass margunin or margunée).

LINKS: Wikipedia

 

Cache Information:

To log the EarthCache(*), go to the listing coordinates, look at the Erratic Boulder and answer these questions:

1) What are the origins of the boulders? What rock are they made of?

2) What is the predominant color of this large Boulder?

2) Estimate the dimensions of the Boulder (Height, length and width)

4) How would you describe these rocks to the touch? (Touch and look closely)

5) On the short side of the Boulder there is a vertical crack, what is its width? Can you tell me why these cracks or fissures are created specifically?

6) Attach (to the log or via Geocaching Messenger) a photo, at the coordinates of the listing, with your image or alternatively a piece of paper with your nickname or a sign of recognition that distinguishes you with the river Masso in the background. The photo MUST NOT contain spoilers for the answers.

(*) Before logging in, the found sends the answers to the owner via Geocaching Messenger

Badge

Anyone who has logged into this EarthCache can add the following badge to their profile by copying and pasting this text or directly adding the image below:

 

 

<a href="https://coord.info/GC9Q9BV"><img src="https://s3.amazonaws.com/gs-geo-images/5f5cda1e-8948-4d9d-8eb8-a401e4327395.jpg" height="150" /></a>

 

Additional Hints (Decrypt)

Bffrein vy Znffb Reengvpb / Bofreir gur Reengvp Obhyqre

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)