Cima Grolla
Nell’attesa che l’anomalo inverno si decida a ricoprire l’altipiano con il suo candido manto nevoso, partiamo ricalcando il tracciato della comoda sterrata per malga Malera di sotto e di sopra, che diritto a est più avanti porta a malga Grolla (1540m). Oltrepassata la malga e abbandonata la carrozzabile che ora a sud prosegue per la Conca dei Parpari, deviando sulla diramazione che dolcemente risale alla nostra sinistra, poco dopo ci ritroviamo ad arrancare sull’erto pendio meridionale del monte Grolla (1650m). Sui setosi pascoli che ne ricoprono la tondeggiante gobba troviamo una nutrita colonia di camosci, che al nostro arrivo subito si dileguano per rifugiarsi sulle strapiombanti cenge, che s’affacciano sul profondo baratro della Val di Giazza e d’Illasi.
Dopo la breve sosta sulla cima del Grolla, seguendo verso nord il fil di cresta e camminando paralleli alla recinzione in filo spinato, tra trincee, ricoveri e strategici osservatori della Grande Guerra, alla fine del lineare tragitto ci ritroviamo a Passo Malera (1722m). Per il ritorno a Malga San Giorgio, la prima possibilità è prendere a sinistra la sterrata, che con dolci e sinuosi tornanti porta alla Malga Malera di Sotto. Il secondo itinerario, invece, prosegue dritto per un sentiero ben segnato che conduce al Vallone di Malera. Per i più arditi, è possibile seguire la linea delle creste, che passando per la Bella Lasta alla fine termina a Cima Trappola (1863m). La solitaria e strategica cima, che affacciata a nord sulla Val dei Ronchi è ideale punto d’osservazione per immortalare il maestoso massiccio del Carega e l’intero altopiano della Lessinia.