This is the first cache located in Marineo, a typical Sicilian town. The cache is accessible by car and camper (being careful!). Bring your own pen!
Marineo (Mariné in Sicilian) is an Italian town of 6,650 inhabitants near of Palermo in Sicily. Marineo is topped by the characteristic Rocca: a mountainous formation composed of limestone on which there are very rare and protected plant species, such as a particular species of Iris (with short stem). In 2003 some consolidation on the Rocca was made, thanks to a program co-financed by the European Union.
In the territory of Marineo there are other mountains such as the Montagnola on which the remains of an ancient city were found: Makella, and Pizzo Parrino. It rises 550 meters above sea level, 30 km from Palermo. The territory of Marineo, in the immediate vicinity of the North coast of Sicily, was the cradle of a remarkable process of human developpement since ancient times. These places were chosen by its inhabitants due to safety requirements (defensible places for its geography, but easy to reach in the period of peace) and its water, plant, animal and agricultural resources (good land to cultivate).
At 500 meters from the current built-up area of Marineo, on the Montagnola, a significant indigenous center it stood since the VIII-VII century a.c., as documented by the archaeological excavations in this area. Many artifacts are preserved in the museum of the Castle of Marineo; others are situated in some of Palermo. The Montagnola was an important center in reason of its position. From here, it was possible to controll the western of the road that led from Palermo to Agrigento and ran along the northern slope of Rocca Busambra. In Roman times, because of the changed political and economic conditions, the perched sites are progressively abandoned and are preferred flat or hilly locations. In the Byzantine era all these hilly sites are abandoned and the inhabitants move to safer locations under the looming Arab threat. Traces of this entrenchment process have on the Hillock of Marineo and clash of S. Angelo. The Arab conquest slowly led to the widespread distribution of human settlements in the area. During the Norman period, the area appears to be abundantly populated, rich in farmhouses, farms and intensively exploited by farmers and ranchers, mostly Arabs. In this period Marineo flourishes, summing up a bridging role between the coast and the hinterland of Palermo. The territories were exploited by landowners for century. In 1142, mostly teritories of Marineo were purchased by Henrico Pollina with "little forests, orchards and big forests." In the middle of the fourteenth century, we don't have enough documentation. The territory, as far as can be seen from a document of 1342 is fractionated into fiefdoms. The feud Marineo the beginning of the fourteenth century belonged to the soldier Sylvestre de Trayna, a wealthy landowner of Pollina. Subsequently, the turbulent changes of ownership that occurred do not allow us to follow the history of the area.
Questa è la prima cache situata a Marineo, un tipico paese dell’entroterra siciliano. La cache è raggiungibile in auto e in camper. Portate un penna!
Marineo (Marinè in siciliano) è un comune italiano di 6.650 abitanti della città metropolitana di Palermo in Sicilia. Marineo è situato nel territorio centrale della città metropolitana di Palermo, sormontato dalla caratteristica Rocca: una formazione montuosa composta da calcare su cui sono presenti specie vegetali molto rare e protette, come l'Iris dal gambo corto (fonte:wikipedia). Nel 2003 sono stati effettuati sulla Rocca dei lavori di consolidamento di alcuni costoni rocciosi cofinanziati dall'Unione Europea. Nel territorio marinese sono presenti altri rilievi montuosi, come la Montagnola su cui sono stati trovati i resti di un'antica città: Makella, e Pizzo Parrino. Sorge a 550 metri sul livello del mare, a 30 km da Palermo.
Il territorio di Marineo, posto nelle immediate vicinanze della costa Nord della Sicilia, è stato la culla di un notevole processo di antropizzazione sin dall’antichità. Questi luoghi erano scelti dai suoi abitanti per esigenze di sicurezza (luoghi difendibili per la sua conformazione geografica, ma facilmente raggiungibili in periodi di pace) e per le sue risorse idriche, vegetali, animali e agricole (buoni terreni da coltivare).
A 500 metri dall'attuale centro abitato di Marineo, sulla Montagnola, un notevole centro indigeno sorgeva sin dal VIlI-VII secolo a.c., come documentano gli scavi archeologici condotti in quest’area. Molti reperti sono conservati nel museo del Castello di Marineo; altri in alcuni musei di Palermo. La Montagnola anticamente controllava il percorso occidentale della strada che da Palermo portava ad Agrigento e costeggiava il versante Nord di Rocca Busambra. In epoca romana, a causa delle mutate condizioni politiche ed economiche, i siti arroccati vengono progressivamente abbandonati e vengono preferite località pianeggianti o collinari. La zona è costituita da terreni argillosi votati a un intenso sfruttamento cerealicolo.
In epoca bizantina tutti questi siti collinari vengono abbandonati e gli abitanti si trasferiscono in località più sicure sotto l'incombente minaccia araba. Tracce di questo processo di arroccamento si hanno sulla Montagnola di Marineo e su cozzo S. Angelo. La conquista araba, dopo i primi guasti, portò alla capillare diffusione di abitati nella zona.
Durante il periodo Normanno il territorio risulta essere abbondantemente popolato, ricco di casali, masserie e intensamente sfruttato da agricoltori e allevatori soprattutto arabi. In questo periodo sulla Montagnola, Marineo rifiorisce, riassumendo un ruolo di cerniera tra la costa e l’entroterra palermitano.
Nel 1142 i territori di Marineo furono acquistati da Henrico di Pollina con "boschi, frutteti e foreste”. A metà del XIV sec. scompare dalla documentazione e verosimilmente come struttura insediativa stabile. Il territorio, da quanto si desume da un documento del 1342 è frazionato in feudi. Il feudo di Marineo ai primi del trecento apparteneva al milite Sylvestre de Trayna, un ricco possidente di Pollina. Successivamente i turbinosi passaggi di proprietà avvenuti nel corso del quattrocento e cinquecento non ci consentono di seguire la storia del territorio se non per sommi capi.