Bartolomeo Rubele nel 1757 era un giovanottone che di mestiere faceva l'operaio della dogana.
Dimostrò un gran coraggio e un gran cuore quel giorno sul Ponte Navi di Verona....
" Nella torre ormai isolata e pericolante fra i vortici erano rimaste due donne e due fanciulli. Benché si facessero offerte di denaro, nessuno osava esporsi al pericolo, anche per la quasi impossibilità di appoggiare scale. Giunto a caso, Bartolomeo Rubele, detto il Leone della Valpantena, si offrì; unì con corde le scale, gettò spago e funi nella torre, perché le donne aiutassero a tirare e poi assicurassero la scala: ottenuta da un sacerdote l'assoluzione, sale intrepido, benché le scale pieghino per rilassamento delle corde: giunge alla torre, benda gli occhi alle donne e legatele sui fianchi, tiene stretta la fune e le fa scendere ad una ad una. Poi mette i singoli fanciulli in doppio sacco e li cala con le corde tenute all' altro capo da qualcuno verso San Paolo. Scende salvo, ricusa il premio offertogli dal conte Spolverini e sfolla applaudito. Verona riconoscente gl'intitolò il Lungadige destro dal ponte Navi al Nuovo, dirimpetto a quello del re Teodorico.
Ma di dov'era il Leone ? Era di Cerro Veronese...più precisamente della contrada Roboli.
In contrada c'è una casa malconcia, al numero 138 e una targa che ricorda il giovanotto e la sua dimora.
Vi invitiamo a visitare questa bellissima
mystery cache
che tratta anch'essa dell'atto eroico del Leone.