Milano Nera: cache sui luoghi di crimini, delitti, storie curiose e morbose
#6 La canzone di Marinella

28 Gennaio 1953 - Maria Boccuzzi, in arte Mary Pirimpò, viene ritrovata una mattina presto a galleggiare nell'Olona, nelle immediate vicinanze di dove vi trovate, uccisa a colpi di arma da fuoco e gettata nel fiume probabilmente ancora agonizzante.

Fabrizio De André, secondo la versione del suo psicologo, avrebbe sovrapposto e poi rielaborato in versi alcune notizie lette sui giornali da giovane. Il caso di Maria Boccuzzi, tutt’ora irrisolto, tenne banco sui quotidiani per anni. La sua storia, che ha come sfondo la Milano in bianco e nero del boom economico, è la storia di un sogno spezzato. L’inizio degli anni Cinquanta fu un periodo molto particolare,carico di tensione.
Maria Boccuzzi, nata in Calabria nel 1920, arrivò a Milano quando aveva solo nove anni e dopo essere diventata una bella ragazza, così come erano belle le ragazze in quegli anni, aveva creduto che in quella città che correva verso il futuro ci fosse spazio anche per i suoi sogni. Ma a Milano non c’è stato nessun miracolo per Maria. Dopo che fu trovata morta da un operaio che stava andando a lavorare, nelle redazioni dei giornali non ci impiegarono molto a capire che la sua storia sarebbe arrivata diritta al cuore della città. Per risolvere il caso, la Questura di Milano impiegò i suoi uomini migliori. In un certo modo il caso di Maria Boccuzzi ricorda quello della Dalia Nera, al secolo Elizabeth Short, trovata morta a Los Angeles nel 1949.

I guai per Maria iniziarono a 15 anni, quando trovò un lavoro alla Regia manifattura tabacchi di via Moscova. Lì conobbe uno studente spiantato del quale s’innamorò e col quale scappò di casa. Nel giro di un anno però l’amore era già finito. Lo studente spiantato la mollò su due piedi e a lei, che aveva rotto i ponti con la famiglia, rimase solo il disonore.

E fu a questo punto della storia, che con lo strano nome d’arte di Mary Pirimpo, tentò di realizzare il suo sogno di diventare ballerina. Frequentando i locali di Milano conobbe un tale Jimmy, ex ballerino di fila di Wanda Osiris. Jimmy faceva un doppio lavoro: di giorno vendeva assicurazioni, di notte faceva l’animatore nel night club Arethusa, uno dei più rinomati di Milano. Ma Jimmy non aiutò Mary a entrare nel mondo della spettacolo. Dopo averle insegnato a essere gentile coi clienti, la cedette a un amico, tale “Carlone”, che di lavoro invece ne faceva solo uno: il protettore. Entrambi, dopo che Mary venne trovata morta crivellata con sei colpi di calibro 6.35, finirono sull’elenco dei sospettati della polizia. Furono messi sotto torchio più volte, ma a parte che erano due papponi, non venne fuori altro sul loro conto. Mary forse venne uccisa forse per un regolamento di conti, forse per questioni di droga o forse perché finita nella tratta delle bianche. Non fu trascurata alcuna ipotesi, ma il suo assassino non fu mai trovato.
Le sue ultime ore di vita Mary le trascorse con Jimmy e Wanduccia, una sua amica anche lei ragazza di vita. La notte del 27 gennaio, quella prima di morire, Mary aveva aspettato che Jimmy uscisse dall’Arethusa. Fecero due passi, ma poi lui andò dormire, mentre Mary continuò la sua passeggiata verso porta Venezia in cerca di clienti accompagnata da Wanduccia. Pare che le due ragazze incontrarono una coppia di stranieri, senza però concludere nulla e alle due si salutarono. Dopo di che, Mary sparì nella notte per ricomparire cadavere la mattina successiva sul greto dell’Olona. Morta. O forse no. Forse Mary in fin dei conti non è morta se i versi di De André hanno fatto sopravvivere la sua storia fino ai giorni nostri. Perché in fin dei conti Mary non era una prostituita, ma una Musa, alla faccia di tutti i Jimmy e i Carloni di questa terra.
LA CACHE: verde nel verde...ma non di piante..è più un verde turchese stinto...metallico di sicuro. Magnetica..incastrata...dipende da chi mette le mani. Anzi tiratevi su le maniche!