La Calchera del Furlo era un grande forno utilizzato in passato per produrre la calce. Era una struttura costituita da massi squadrati resistenti alle alte temperature, che andavano a formare un forno a forma di "botte" alto circa 5 metri, con un'apertura in cima di 2 metri di diametro.
Dopo aver acceso il forno lo si lasciava scaldare, continuando ad alimentarlo con legna, per circa 6-8 giorni. Raggiunta la temperatura di 800° C - 1000° C, la roccia calcarea (carbonato di calcio) perdeva anidride carbonica trasformandosi in calce "viva" (ossido di calcio). A questo punto, la calce "viva" veniva bagnata con acqua fino a renderla calce spenta, ed idratata fino al raggiungimento di una massa pastosa chiamata "grassello". La calce ottenuta veniva usata in sostituzione del cemento, per la costruzione di case e stalle.