"Defende nos ab hostibus", proteggici dai nemici. Questa la scritta che si trova sulla piccola chiesetta di San Defendente, il santo martire che insieme a San Benedetto, Giuseppe, Vito, Pietro, Rocco, Nicolò e San Carlo Borromeo, veglia sul piccolo paese di Tagliolo Monferrato già fin dai tempi del Medioevo.
Questa cappelletta, la prima che si incontra entrando in Paese da sud, è dedicata al culto di Defendente, soldato della Legione Tebea, sterminata per ordine dell'imperatore Massimiano. In particolare questo Santo fu martirizzato in quanto si era rifiutato di sacrificare al culto dell'imperatore rinnegando il cristianesimo.
Culto assai diffuso nel basso Piemonte, terra da sempre oggetto di incursioni di soldataglie di ventura, la cappelletta (chiamata oggi anche Cappella Bardazza, dal nome della famiglia proprietaria) presenta un porticato coperto, poco usuale nelle chiese della zona, a testimoniarne l'uso come riparo per i fedeli ed i pellegrini che arrivavano nella zona; vi sono testimonianze che fosse già esistente nel 1630, anno della "Grande Peste".
Il paese di Tagliolo Monferrato, votatosi a San Carlo Borromeo, scampò miracolosamente all'epidemia che, a quanto dice la tradizione popolare "si fermò a San Defendente", senza mietere vittime nel borgo.
Da allora, ogni anno, il 4 novembre si tiene una processione in cui ancora oggi la statua di San Carlo Borromeo viene portata a spalle in processione dalla Parrocchia fino a San Defendente, e al ritorno in chiesa viene "fatta ballare" al suono della musica della Banda Filarmonica del paese per festeggiare lo scampato pericolo.
(Si ringrazia l'Accademia Urbense di Ovada per le fonti bibliografiche)
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