Porta Palatina đ§ąÂ
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In etĂ romana gli ingressi allo spazio urbano, i punti di passaggio dallâesterno allâinterno, avevano una loro autonomia architettonica che spesso corrispondeva anche a unâevoluzione del tutto separata da quella delle cortine murarie. In diversi casi, come probabilmente è accaduto ad Augusta Taurinorum, la porta poteva essere costruita ben prima che si elevasse la cinta muraria, con il solo scopo di monumentalizzare lâingresso allo spazio urbano. Le porte erano quindi collocate su un perimetro astratto o segnato da una semplice palizzata che divideva dal punto di vista amministrativo e religioso la cittĂ dalla campagna.
La struttura della porta a cavedio
Verso la fine dellâetĂ repubblicana le sperimentazioni architettoniche nella realizzazione delle porte urbiche portano al perfezionamento di una tipologia che avrĂ molto successo, quella della porta con cavedio. Si tratta di porte doppie con un cortile aperto centrale e il lato verso lâesterno chiuso da una saracinesca o da battenti; alte torri laterali poligonali fungevano da rinforzo prima solo della cortina esterna e poi anche di quella interna. Il cortile interno, circondato da alte mura, aveva la funzione di monumentale vestibolo dâingresso alla cittĂ , posto di controllo e probabilmente di riscossione dei dazi, e di eventuale trappola per gli assedianti che fossero riusciti a forzare la prima porta.
La Porta Palatina
La struttura è del tutto simile a quella della porta âDecumanaâ inglobata in Palazzo Madama: due torri a sedici lati, alte ancora oggi piĂš di trenta metri, erette su una base quadrata, affiancano un corpo centrale lungo circa venti metri nel quale si aprono due fornici carrai centrali e due piĂš piccoli fornici pedonali laterali. Nel corpo centrale (interturrio) si trovano due ordini sovrapposti di finestre, ad arco il primo e con piattabanda piana il secondo. Le torri, oggi vuote, conservano allâinterno le tracce dei solai originali in legno; quattro ordini di finestre ad arco si aprono su lati alterni. Sulle pareti interne dei passaggi sono ancora visibili le guide di scorrimento delle grate di chiusura delle porte, che venivano manovrate dal piano superiore.
La muratura ha paramenti esterni in mattoni sesquipedali e un conglomerato interno di ciottoli e malta; a intervalli regolari il piano è segnato da un corso di mattoni. Mentre la facciata interna è liscia, motivi decorativi architettonici movimentano quella esterna: i fornici sono delimitati in alto da una fascia di pietra chiara e da una cornice aggettante con gocciolatoio a dentelli; nel primo ordine leggere paraste inquadrano le finestre, mentre nel secondo, sottolineato da unâaltra cornice con gocciolatoio a dentelli, le finestre sono profilate da una elaborata piattabanda con archetto di scarico.
Alla facciata interna era addossato il cavaedium, lâavancorpo quadrato a corte interna aperta che monumentalizzava lâingresso in cittĂ ; le poche tracce superstiti fanno ipotizzare una profonditĂ di circa dodici metri.
Fonti: MuseoTorino.it