Il vecchio Parco dell’Acquedotto era una sorta di terreno di frontiera per i ragazzi del paese. Sormontato dalla “torre cisterna” tra rocce, pini secolari e praticelli nascosti, era il posto ideale per incontri e giochi avventurosi.Da qualche mese, grazie all’amico e artista Mario Nebiolo, il Parco sta riprendendo vita, popolandosi di figure misteriose, generate forse da ricordi o dai sogni: ci sono le statue in pietra di Verezzi, estratta dalla cava ancora ben evidente se guardiamo la parte alta della collina, a lato della frazione Poggio, e ceramiche e mosaici che ci riportano al tema del mare. Ogni figura in se stessa, e tutte nel loro insieme, evocano qualcosa nell’animo del visitatore… qualcosa di profondo e nascosto, che nasce nel momento in cui varca la soglia del parco, e diventa lui stesso creatore di immagini e interprete di ciò che vede, attraverso le proprie emozioni e il suo personale vissuto. Un po’ come se intuisse immagini e evocasse ricordi osservando le forme mutevoli delle nuvole nel cielo.