Territorio
La Riserva Naturale Boschi e Paludi è così chiamata poiché l'origine morenica del territorio ha dato luogo ad una morfologia che vede alternarsi dossi ed avvallamenti; questi ultimi in qualche caso ospitano corpi idrici di piccole dimensioni, come la Palude Pollini (per gli abitanti della zona "bozza dei ronchi"); la Lagozza e la Lagozzetta.
Il comprensorio agricolo-forestale copre circa 600 ha (dei quali 400 istituiti a Riserva Naturale del Parco del Ticino), caratterizzati dalla presenza di fattorie, campi coltivati, prati, boschi e soprattutto zone umide di interesse naturalistico e storico.
Qui, nel 1875, iniziarono scavi archeologici che portarono alla luce reperti della cosiddetta Cultura della Lagozza, sviluppatasi nel 2800 a.C. con un insediamento di palafitte di forma quadrata o circolare, presso le quali si svolgeva la vita quotidiana basata sulla tessitura, sulla lavorazione della ceramica e del legno, sulla caccia, la pesca e l'agricoltura. L'importanza di questi ritrovamenti è tale che con il termine "Cultura della Lagozza" si identificano tuttora molti insediamenti simili ubicati in alcune aree lacustri dell'Italia settentrionale, della Francia e della Svizzera.
Dal punto di vista naturalistico la morfologia articolata di questo ambiente si traduce in particolari condizioni: sui dossi si trovano vegetazioni più acidofile, dominate da Pino Silvestre, Farnia, Castagno, Robinia e Betulla, mentre in corrispondenza dei suoli più profondi degli avvallamenti si rinvengono boschi più mesofili, spesso dominati da essenze esotiche quali il Prugnolo Tardivo, oltre ad arbusti quali il Nocciolo.
Là dove si sono formati piccoli specchi d'acqua la vegetazione caratteristica è quella di tipo idrofilo, costituita da Ontano nero, Salicone, Carice, Canna palustre e con la presenza di specie piuttosto rare come l'Erba Vescia.
Ma l'elemento di grande rilevanza di quest'area è legato alla fauna: la Riserva è stata riconosciuta "Area di rilevanza erpetologica nazionale" dalla commissione Conservazione della Societas herpetologica Italica, per la presenza di numerosi anfibi tra i quali il Rospo Pelobate Fosco, uno dei più rari anfibi italiani.
Inoltre da alcuni anni è stata rilevata la presenza del Capriolo, un tempo scomparso dal territorio del Parco del Ticino ed ora tornato a vivere in questi boschi.
Il bosco offre alternanza di zone pianeggianti, nelle quali si trovano anche stagni, e di "monti", come sono chiamati sulle mappe, ovvero piccole ma marcate ondulazioni che rendono più bello e variato il paesaggio.
Accesso
La cache è situata in una radura circondata dal bosco, un posto particolare che mi è piaciuto e che desidero condividere.
Parcheggiare in via Macchi ad Arsago (waypoint PARK1). Prima di partire è utile consultare la mappa riportata sul pannello posto all'imbocco del sentiero, che si è rivelata piuttosto precisa, e leggere le informazioni fornite sulla Riserva Naturale, dalle quali ho tratto quelle riportate sopra.
Seguire il sentiero in direzione nord-ovest; il gps vi suggerirà la direzione giusta in corrispondenza dei bivi che incontrerete, in un bel paesaggio boschivo.
Il sentiero perviene al lato nord-orientale della radura, in alto rispetto ad essa: sconsiglio l'immediata discesa nella radura stessa, benché si tratti del percorso più diretto, perché ciò richiederebbe l'attraversamento di un tratto con molte spine e poi di una zona acquitrinosa. Procedere invece sul sentiero e circumnavigare così la radura, senza entrare in essa, passando sul suo bordo settentrionale e poi, seguendo il sentiero che svolta a sinistra, su quello occidentale: qui l'accesso diventa semplice per chi cammina. Per chi invece usasse la mountain bike, consiglio di procedere ulteriormente verso sud, lasciandosi alle spalle la radura, fino ad incontrare un bivio sulla sinistra (waypoint BIVIO1) che consente infine di pervenire alla radura dal lato dal quale essa è più facilmente accessibile, ovvero quello meridionale. La cache è posta sul margine sud-orientale della zona erbosa.
Qualunque sia la via scelta, prestare attenzione agli arbusti spinosi, che si trovano anche all'interno della radura.