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Fine della pena di morte Traditional Cache

Hidden : 11/28/2008
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:


Fine della pena di morte

Il 30 Novembre è la festa regionale della Toscana. Tale data è stata scelta in quanto il 30 Novembre 1786 il Granducato di Toscana, primo stato al mondo, abolì la pena di morte e la tortura. Nel 1764 era stato dato alle stampe a Livorno il trattato “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, in cui l’autore asseriva che il freno al crimine non è la crudeltà della pena, ma la certezza di essa, due anni dopo a Parigi Voltaire ne pubblicava una entusiastica recensione. Sulla base delle idee illuministiche dell’epoca, il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo emise l’editto di abolizione in cui si recitava tra l’altro:
“..Siamo venuti nella determinazione di abolire come Abbiamo abolito con la presente Legge per sempre la Pena di Morte contro qualunque Reo, sia presente, sia contumace, ed ancorché confesso, e convinto di qualsivoglia Delitto dichiarato Capitale dalle Leggi fin qui promulgate, le quali tutte Vogliamo in questa parte cessate ed abolite. ..”
Nel 2007 nel mondo solo 89 paesi hanno completamente abolito la pena di morte, però nello stesso anno l’ONU, accogliendo una proposta dell’Italia, ha votato una moratoria della pena di morte, approvata a maggioranza, che invita i paesi che ancora la adottano ad impegnarsi ad una moratoria nelle esecuzioni in vista della sua abolizione.
Le esecuzioni a Firenze avvenivano nella piazza antistante la Torre della Zecca, così chiamata perché vi aveva sede la zecca dove venivano coniati i Fiorini, la moneta di Firenze, oggi Piazza Piave. I condannati vi venivano condotti dal Bargello su un carro accompagnati da membri della Confraternita dei Neri, volontari incappucciati di nero che assistevano i condannati. La strada che porta a piazza Piave è stata chiamata dai fiorentini, con macabra ironia, Via de’ Malcontenti. All’inizio della via, all’angolo con Via delle Casine, c’è un pregevole tabernacolo con una Madonna col Bambino in maestà, tra i santi Giovanni e Pietro, della scuola del Gerini. Il carro della Confraternita era solito sostare davanti al tabernacolo per permettere al condannato di dire la sua ultima preghiera.
Questa era considerata la zona più triste della città, oltre alla presenza del patibolo si trovavano in questa zona le concerie che ammorbavano l’aria, in Via dei Malcontenti si trovava e si trova tuttora l’Ospedale di Montedomini, adibito con alterne vicende fin dal 1467 ad assistenza di anziani, infermi indigenti, orfani malati; è stato per un periodo lazzaretto della città in tempi di pestilenza, in Via delle Casine si trova una lapide del XIII secolo che indica come dovevano essere impiegate le pietre delle case dei ghibellini esiliati, abbattute dopo battaglia di Benevento del 1266: si prescrive che siano riutilizzate per cingere di mura del quartiere di oltrarno, per lastricare le vie, i tetti e le logge purché di pubblica utilità. Dall’altra parte del tabernacolo, di fronte alla chiesa di San Giuseppe, una lapide ricorda un’altra triste vicenda: l’alluvione del 4 Novembre 1966; una dalle vittime abitava proprio nella casa su cui è posta la lapide: si trattava di una signora anziana su una sedia a rotelle che viveva sola e a cui nessuno poté prestare aiuto.
La cache è nascosta accanto alla sinistra chiesa di Santa Maria Vergine della Croce al Tempio, così chiamata perché sede un antico ospedale dei Templari, poi sede della Confraternita dei Neri detti anche "Battuti Neri" perché usavano flagellarsi per penitenza.

End of the death penalty

The day of the 30th of November is the regional celebration of the Tuscany. Such date has been chosen because on November 30th, 1786 the Grand-ducate of Tuscany, first state in the world, cancelled the death penalty and the torture. In 1764 was published in Leghorn the tractate “About the crimes and the penalties” of Cesare Beccaria, in which the autor declared the a deterrent to the crime wasn’t the severity of the punishment, but its certainity. Two years late in Paris Voltaire published an enthusiastic report of it. According to the illuminate ideas of that age, the Grand-Duke of Tuscany Pietro Leopoldo enacted an edict in which was declared that:
“… we have arrived into the definition to abrogate, as we have done by the present act, the death penalty forever aginst any guilty, both contumacious and even self-confessed and recognized of any delict pointed as capital punishment by the laws till nowadays enacted, that we want to this part cancelled and suppressed..”
In 2007 in the world only 89 countries have fully cancelled the death penalty, but in the same year the UN, receiving a proposal of Italy, have voted and approved a moratorium of the death penalty, asking the countries still using such penalty, to engage themselves in a moratorium foreseeing for its cancellation.
The executions in Florence were done in the square in front of the Torre della Zecca (The Tower of the Mint), so-called because inside were coined the Fiorins, the old currency of Florence, nowadays Piazza Piave. The condamned were carried there from Bargello on a waggon driven by the members of the Confraternity of the Blacks, volunteers capped by a black hood who supported the sentenced. The street heading to Piazza Piave has been named by the Florentines, with macabre irony, Via de’ Malcontenti (Malcontents Street). At the beginning of the street, at the corner with Via delle Casine (Little Houses Street) there is a fine tabernacle with Our Lady with the Son between St. John and St. Peter, of the Painting School of Gerini. The waggon used to stop in front of the tabernacle to allow to the sentenced to say their last prayer.
This was considered the sadest part of the city, besides the presence of the scaffold there were in this zone the tanneries polluting the air with their stink, in via dei Malcontenti is placed the Hospital of Montedomini, used, after many vicissitudes, from 1467 as assistance for old people, poor invalids, infirm orphans; for a period was used also as lazaretto at time of plague. In Via delle Casine is placed a memorial plaque indicating how use the stones coming from the distruction of the Ghibellinis houses, alfter the victory of the Guelphs in the battle of Benevento in 1266: it is prescripted that such stones had to be used for the walls of the city, to repair roofs and public loggias. By the other side of the tabernacle, in front of the church of St. Joseph, a memorial stone remembers a sad story: the flood of November 4th, 1966; one of the victims was an old woman on a wheelchair who lived in the house over the stone is placed, she lived alone and nobody was able to hear her voice and help her.
The cache is hidden near the sinister church of Santa Maria della Croce al Tempio, so called because it was an old hospital of the Templars, after headquarter of the confraternity of the Blacks called also "Blacks Beaten" because they used to beat temselves for penitence.

Additional Hints (Decrypt)

Zntargvp (Unyyb?)

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)