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a come... architettura - la congiunta Traditional Cache

Hidden : 12/12/2010
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   small (small)

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Geocache Description:


dis19

assolutamente minimale


absolut minimal
 
   
italiano
   
 

"la congiunta " è il primo di una serie di cache denominati "a come... architettura", nati con lo scopo di fare conoscere alcune tra le numerose opere di architettura contemporanea che sorgono nel cantone ticino.

attenzione! sul logbook di ogni cache della serie, sul retro della copertina, è indicato un numero che deve essere annotato per poter calcolare le coordinate di un bonus cache finale.

intro

percorrendo la leventina difficilmente ci si immagina di incontrare edifici appartenenti all’architettura contemporanea. troppo stretta e lugubre appare infatti questa valle. ma una gemma architettonica la rischiara: nel piccolo abitato di giornico sorge infatti un edificio costruito tra il 1989 e il 1992 e progettato dall’architetto svizzero peter märkli: la congiunta.

la congiunta è un piccolo museo dedicato all'opera dello scultore tedesco, ma naturalizzato svizzero, hans josephsohn, commissionato e voluto dalla fondazione omonima.
l'edificio sorge su di un terreno molto particolare - acquistato in passato dallo stesso josephsohn - delimitato a est dal fiume ticino ed a ovest dalla ferrovia.
il profilo appare per la prima volta in modo inaspettato, in mezzo a un'ampia radura erbosa nel cuore della valle.

l'edificio, privo di custodi, nasce da un'idea innovativa che la fondazione descrive sinteticamente: acquistare un terreno - costruire una casa - esporvi sculture - lasciare la porta aperta durante il giorno, cosicché chiunque sia interessato possa sentirsi libero di entrare e guardare.
questo concetto è diventato una realtà unica nel suo genere. nessuno spazio espositivo contemporaneo presenta infatti un analogo sistema di fruizione e organizzazione. il rapporto con l'opera è, fin dall'inizio, esclusivo personale, intimo. la vicinanza con la ferrovia introduce un nuovo e diverso punto di osservazione, in grado di influenzare il progetto nel suo definirsi progressivo. inoltre in josephsohn il tema della fuga e del viaggio è cruciale: si lega al suo vissuto, all'esperienza della guerra e della deportazione.
queste riflessioni confluiscono all'interno di una volumetria articolata ma rigida, adatta ad essere rappresentata in assonometria, avvalorandone - allo stesso tempo - l'ipotesi per cui questa venga generata a partire dalla vista del museo che affiora attraverso il finestrino del treno in corsa. la configurazione tridimensionale è comunque strettamente connessa alla morfologia interna del museo.

la pianta dell'edificio è strutturata longitudinalmente e si fonda su tre diversi segmenti temporali del lavoro artistico dello scultore tedesco. il progetto si plasma sull'opera d'arte e a ognuno degli ambienti interni corrispondono infatti differenti rapporti proporzionali e di luce.
dalla dilatazione dello spazio iniziale, si passa alla compressione dell'ambiente di mezzo, alla quale fa da contrappunto l'ampio sviluppo verticale della sala terminale. a questa si accorpano tre celle laterali, che richiamano alla mente la dimensione spaziale di una chiesa. il sistema di illuminazione rafforza questa sensazione: la luce giunge lateralmente e dall'alto, portata all'interno da un sistema di lucernari che ricordano il claristorio delle chiese medioevali. per quanto riguarda i servizi, inoltre, l'impianto elettrico esistente serve unicamente qualche neon nell'interrato; non c'è acqua e neanche la possibilità di introdurre dei punti per il ristoro.

tutto il progetto è il risultato di un ragionare profondo sull'architettura e sul suo rapporto con la scultura e le arti plastiche. esso non è propriamente un museo, bensì, come afferma peter märkli, una "casa" per le sculture di josephsohn.
il "costruirsi attorno" si evidenzia nell'adozione di un sistema strutturale realizzato in cemento rinforzato gettato in situ, privo di isolamento, dal quale affiorano unicamente le tracce delle venature delle casseforme in legno. una struttura all'interno della quale dimora il lavoro dell'artista tedesco e in cui il cemento diviene sfondo, il muro attraverso il quale si staglia l'opera d'arte, a testimonianza dell'equilibrio raggiunto tra funzione e forma.

il cache

il cache è nascosto in prossimità della costruzione. per il recupero si consiglia di utilizzare la foto-spoiler. per favore siate discreti nel recupero e molto attenti nel riposizionare il cache esattamente dove l’avete trovato. grazie!

altre info

1.

giornico è raggiungibile con i mezzi pubblici da biasca.

2. le chiavi del museo "la congiunta" possono essere ritirate presso l'osteria-bar giornico lungo la strada cantonale che attraversa il centro di giornico (telefono 091 864 22 15). attenzione! chiuso il mercoledì.

buona fortuna e… buon divertimento!


   
deutsch
   
 

"la congiunta" ist der erste einer serie von caches, genannt "a come... architettura", bei denen es darum geht, bemerkenswerten zeitgenössischen architekturen im tessin aufzusuchen und kennen zu lernen.

achtung! in jedem cache ist auf dem logbuch eine nummer vermerkt, die man sich notieren muss, um am schluss die koordinaten eines bonuscaches ausrechnen zu können.

einleitung

wenn man den gotthard-tunnel von norden aus kommend passiert hat, denkt man nicht gleich an zeitgenössische architektur, zu düster und eng wirkt das leventina-tal. aber es birgt einen architektonischen kleinod: im kleinen ort giornico steht ein von 1989 bis 1992 errichteteter bau des schweizer architekten peter märkli.

das gebäude ist für die eigenwilligsten arbeiten im werk des bildhauers hans josephsohn aus zürich konzipiert: für seine reliefs und halbfiguren. auf einem langen landstreifen unweit des bahnhofs, zwischen der höher gelegenen bahnlinie im westen, dem tiefer liegenden fluss tessin und der parallel verlaufenden hauptstrasse, wurde ein schmaler baukörper erstellt. außen soll dieser schmucklos ganz nach innen verweisen. keine plastiken auf dem rohen, dunklen beton sollen vorwegnehmen, was drinnen sich konzentrieren will. einzig im dachbereich ist in bändern eine lichtquelle angeordnet. das gebäude selbst gibt keinen hinweis auf seinen inhalt. auch der eingang erschließt sich erst, nachdem man es passiert hat. es ist eine institution ohne infrastruktur, aber auch ohne die zwänge des üblichen museumsbetriebs. der besucher tritt durch die tagsüber offene tür ein und befindet sich alleine im raum mit der kunst. keine einrichtung stört seine konzentration. es ist ein ungeheiztes und nicht isoliertes gebäude, in sichtbar belassenem 25 cm starkem ortbeton, wobei außen das schalungsbild bestimmt wurde, innen nicht.

der plan ist longitudinal aufgebaut. es ist eine folge von drei haupträumen mit konstanter breite, aber verschiedenen höhen, der letzte ist um vier kammern erweitert. die gerichtetheit der räume und ihre geringe breite sollen die plastischen werke in ihrer reihung erlebbar machen. der von außen eher abweisende bau mit seinen fensterlosen mauern aus sichtbeton ist eine verschmelzung längs gerichteter quader unterschiedlicher höhe.

la congiunta - auf italienisch die vermählung - ist eine beeindruckende idee, die realität geworden ist. die stiftung mit demselben namen umschreibt ihren zweck lapidar: ein grundstück kaufen - ein haus bauen - plastiken hineinstellen - am tag die tür offen lassen, damit wer will, eintreten und schauen kann. ein haus wurde geschaffen für reliefs und halbfiguren von hans josephsohn. besonders beachtenswert ist die homogenität der gedanken, welche ort, objekt und zweck sowie material und licht derart zu einer einheit verschmelzen lässt und die das bauwerk in die nähe eines gesamtkunstwerkes führen. es sei besonders auf die ungewöhnlich bildhafte und mit dem inhalt kohärente anwendung des baustoffes beton hingewiesen. in seiner unverzierten kargheit ist der bau von jedem überflüssigen detail befreit. das ist nicht nur die folge des einfachen aufbaus einer unisolierten, unbeheizten raumhülle. durch die präzis durchdachte reduktion auf das notwendige minimum wird die aufmerksamkeit auf jene details gelenkt, die als spuren des denk- und bauprozesses vermeintlich zufällig zeichen hinterlassen. das bild der schalungsfugen weist hin auf die entstehungsgeschichte der volumen und ihrer beziehung zueinander wie zum boden, aus dem sie wachsen. die in die wand eingeschnittenen öffnungen als zugang und als verbindung der raumfolge geben dem eintreten und übertreten eine symbolische feierlichkeit. das archaische betongefäß verbindet sich mit der ursprünglichen kraft der skulpturen von josephsohn in einer außerordentlichen vermählung. neben vielen anderen auszeichnungen erhielt la congiunta von peter märkli 1997 auch den architekturpreis beton der schweiz.

der cache

der cache befindet sich in der nähe des gebäude. um problemen zu vermeiden, rate ich euch das spoiler-bild mitzunehmen!

weitere infos

1.

giornico ist ab biasca mit dem postauto erreichbar.

2. der schlüssel zum museum "la congiunta" kann in der " osteria-bar giornico" im dorfzentrum von giornico an der hauptstrasse abgeholt werden (telephon 091 864 22 15). achtung! am mittwoch geschlossen.

viel glück und... viel spass!


ftf 13.12.10 - Hlw

Additional Hints (Decrypt)

ary zheb

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)