NOVARA, la più “lombarda” delle
città piemontesi
Capoluogo della omonima provincia piemontese,
sorge nell'area fra i fiumi Ticino e Sesia, su di una collina
circoscritta dai torrenti Terdoppio e Agogna.
Esistono diverse ipotesi sull'origine del suo
nome.Secondo alcuni potrebbe derivare da Nubilaria, ad intendere
una località "avvolta dalle nubi". Secondo altri deriverebbe da Nov
più il suffisso celtico ara, per indicare un "nuovo
insediamento".
Edificata tra il 1577 e il 1590 su probabile disegno di
Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi, si pose fin dal principio
come emblema della cittadinanza novarese contro la presenza, sempre
più opprimente, dello stato assoluto instaurato dagli Spagnoli.
Portato a termine solo nella seconda metà del XVII secolo,
l'edificio, ad una navata, presenta una pianta a croce latina, di
struttura tardo-rinascimentale.
La basilica possiede numerose opere d'arte, tra cui un'antica
cattedra vescovile.
Nello scurolo, di fattura settecentesca, è conservata un'urna d'
argento con i resti di San Gaudenzio, patrono della
diocesi.
Nella cappella del Santissimo Sacramento sono esposte otto tele
secentesche del Fiammenghino, che rappresentano scene della vita di
San Gaudenzio, svoltasi nella città.
La cappella della Natività ospita un polittico di Gaudenzio
Ferrari, appartenente alla primitiva chiesa di San Vincenzo, con
tavole raffiguranti il Presepio, l'Annunciazione (nel registro
superiore del polittico), la Vergine con il Figlio fra i Santi
Rocco, Ivo e i Vescovi Gaudenzio ed Ambrogio, i Santi Pietro e
Giovanni Battista e i Santi Paolo ed Agabio (nel registro
inferiore).