San Giacomo Apostolo Traditional Cache
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Size:  (regular)
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Piacevole passeggiata nell'Anfiteatro Morenico di Ivrea.
Si consiglia di lasciare il veicolo nel parcheggio segnalato ed iniziare questa facile e piacevole passeggiata nel bosco per ragiungere la Cappella romanica di San Giacomo Aposolo (Sec.XI) e la vicina Casa dell'Eremita (Sec.XVII).
Altitudine del luogo mt. 485. Di fianco alla cappella si trovano alcuni tavoli attrezzati per il pic nic.
Eretta per voto sul dorso di un colle da uno sconosciuto, di questa cappella si ha una prima menzione nei Libri visitationum, in cui viene chiamata ecclesia Sancti Iacobi in campis, que habet redditus et castagnetum.
La cappella viene menzionata anche nella relazione della visita di Mons. Mambert avvenuta nel 1699 (AVI, n.22, f.430), in cui parla di una "cappella S.Iacobi in regione dicta de Castigliono, apud quam continue residet heremita (cappella di San Giacomo nella regione detta Castigliono, presso cui vive un eremita).
Nel 1839 la cappella di San Giacomo Apostolo era la sola che avesse un reddito stabile, pari ad una giornata di bosco al miglior offerente.
La struttura romanica dell'abside consente una datazione coerente con l'affermazione di questo stile architettonico in terra canavesana, cioè intorno all'anno 1000. La cappella è stata a più riprese rimaneggiata (si possono "leggere" sui suoi muri perimetrali almeno tre successivi rifacimenti); all'inizio di questo secolo manteneva ancora una configurazione simile a quella della chiesa di Marcomanno, con il protiro, caro all'arte romanica, poggiante su due colonne in pietra.
L'ultima significativa modifica è stata apportata nel 1919, con la chiusura definitiva del protiro e la costruzione della facciata, così come oggi appare.
Fino al 1973 custodiva una bella tela di 135x70 cm, portata via da ignoti; al suo posto è stata installata una statua di San Giacomo un po'... improvvisata, trattandosi di una statua di San Giuseppe addobbata con il bastone e la zucca, attributi iconografici di San Giacomo. Giacomo Bertetti ne realizzò uno sfondo luminoso in lamiera di zinco30.
Una probabile datazione della Casa dell'Eremita la farebbe risalire alla metà del 1600; certamente ospitò, nei secoli più recenti, eremiti cui era affidata la cura della cappella, e che vivevano dei magri frutti del bosco e della generosità della popolazione di Torre e di San Giovanni, ai margini di una società di emarginati ed ai limiti della sopravvivenza.
Additional Hints
(Decrypt)
Ary zheb qryyn pnfn