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Rioni di Roma: Celio Traditional Cache

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Hrundi Silvassa: Un saluto a tutti

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Hidden : 6/12/2012
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:

This cache is part of the series "Rioni di Roma" (quarters of Rome).
La cache fa parte della serie "Rioni di Roma"

Celio is the XIXth “rione” of Rome. Its logo is the head of an African, with an headdress with golden tusks on a silver background, in memory of an African bust that was found in via Capo d'Africa. It is full of churches and interesting monuments. Among the others: San Gregorio Magno al Celio; Santa Maria in Domnica (S.Maria alla Navicella); Santo Stefano Rotondo; Santi Giovanni e Paolo; Santi Quattro Coronati; San Giovanni a Porta Latina; San Giovanni in Oleo; Arch of Constantine; Arch of Dolabella; Colosseo; Ludus Magnus; Villa Celimontana.
The cache is placed at the beginning of the most beautiful street of the all area. A place full of history and fascination.
 
 
Il Celio è il rione XIX di Roma, formatosi nell’anno 1921, da una suddivisione del rione Campitelli ed occupa l’omonimo colle dei setti originari dell’antica Roma. Il nome Celio deriva da Caele Vibenna, antico condottiero etrusco. Il rione ha come stemma una testa d’Africano in nero con spoglie d’elefante e spighe d’oro su uno sfondo d’argento, a memoria di un busto rinvenuto in via Capo d’Africa. Il colle, che anticamente era chiamato Querquetulano (perché coperto di querce) in origine doveva essere assai accidentato, tanto che, nelle propaggini di via di S. Gregorio, la costituzione del terreno è ancora facilmente identificabile in tufi, sabbie e argille che danno origine a sorgenti affioranti nella zona bassa nella villa Celimontana e nella valle di S. Sisto.
Il Celio fu l’ultimo dei sette colli romani ad essere stato compreso nella cerchia muraria di epoca repubblicana, che dal colle Oppio raggiungeva porta Capena ed era attraversato da una fitta rete viaria, che tuttora conserva le denominazioni antiche; le strade principali erano la via Caelimontana e la via Tuscolana; la prima seguiva il percorso dell’attuale via di S. Stefano Rotondo, per dare quindi origine al Clivus Scauri, al Vicus Capitis Africae, oggi via della Navicella, e al Vicus Camoenarum. La via Tuscolana corrispondeva invece all’attuale via dei Santi Quattro e passava per l’antica porta Querquetulana e sotto l’arco di Basile, prima di prendere la direzione di Tuscolo.
Nel 312 a.C. il colle venne attraversato dall’acquedotto dell’”Acqua Appia” e un secolo dopo dal sotterraneo rivus Herculaneus dell’acqua Marcia. È dal Celio che parte la via Appia, regina viarum, dove si trova, tra le altre, la famosissima tomba degli Scipioni: monumento di cui restano le gallerie scavate nel tufo per alloggiare i sarcofagi (a cominciare da quello di Scipione Barbato, console nel 298 a.C. e capostipite della famiglia).
Nel 64 d.c., l’incendio di Roma (appiccato per ordine dell’imperatore Nerone) distrusse gli edifici della zona, che fu poi ricostruita per volere imperiale, e diventò proprietà dello stesso imperatore, fatta salvo il Macellum Magnum dove ora si trova la chiesa di S. Stefano Rotondo. Gli imperatori Flavi (Vespasiano, Tito, Domiziano), succeduti a Nerone, edificarono il Colosseo nel luogo in cui si trovava un antico stagno, prosciugandolo attraverso opere di bonifica e di consolidamento tra cui lo spesso zoccolo di calcestruzzo che ne costituisce il basamento. All’epoca di Settimio Severo furono edificate numerose costruzioni signorili fu ripristinato l’acquedotto neroniano. Tra il 271 e il 276 l’imperatore Aureliano fece erigere una nuova cinta di mura difensive, essendo parzialmente cadute in in rovina quelle repubblicane. Sul Celio sorse allora la porta Appia, che apparteneva alla prima classe dei varchi murari, data l’importanza della strada che serviva, ed era munita dunque di due fornici. La porta Latina, di minore importanza, aveva invece un solo fornice, mentre la porta Metronia, quale porta di terz’ordine e quasi “posterula”, non aveva torri proprie, ma un semplice arco.
Con la conversione dell’impero al cristianesimo, venne realizzata la chiesa Ss. Giovanni e Paolo, nel sito di un tempio romano preesistente. Nel medioevo, sorsero, poi, la diaconia di S. Maria in Domnica (817), la chiesa dei Santi Quattro Coronati (855), l’abbazia di S. Tommaso in Formis (1210).
Nel Seicento, il colle assunse una fisionomia agreste, essendo ricoperto, come le sue pendici, di vigne e orti, con alcune ville, come quella della Navicella, oggi villa Celimontana e il semenzaio di S. Sisto, tuttora funzionante per il rifornimento dei giardini pubblici cittadini.
La cache si trova all’inizio della più bella strada del rione, ricca di storia e dotata di un’atmosfera particolare, specialmente dopo il tramonto.

Additional Hints (Decrypt)

Zntargvp?

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)