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Art Nouveau in Florence Traditional Cache

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Hrundi Silvassa: Location non più disponibile

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Hidden : 10/5/2012
Difficulty:
2.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   other (other)

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Geocache Description:

Un tuffo nel primo novecento, attraverso due edifici in stile Liberty non molto conosciuti di Firenze.
An immersion at the beginning of the twentieth century, through two not very well known buildings of Art Nouveau.

Il Liberty (conosciuto nel resto d’Europa come Art Nouveau tra il 1890 e la prima guerra mondiale) ebbe una certa fortuna in Toscana, soprattutto in centri allora in forte sviluppo urbanistco, come Viareggio e Montecatini. In quel periodo furono edificati anche a Firenze numerosi edifici, soprattutto villini, i quali furono però quasi totalmente abbattuti durante le due guerre mondiali e le ricostruzioni successive. Restano, comunque, quali esempi più significativi, i villini progettati da Giovanni Michelazzi: il Broggi-Caraceni e il Ravazzini in via Scipione Ammirato, il Lampredi in via Giano della Bella e, soprattutto, la casa-galleria Vichi in Borgognissanti.
Il Villino Broggi-Caraceni (via Scipione Ammirato 99) è stato realizzato nel 1910-11 per Enrico Broggi (e poi passato in proprietà a Domenico Caraceni) nella zona retrostante piazza Beccaria, un quartiere ottocentesco, contraddistinto dalla presenza di numerosi villini - tipologia edilizia propria della residenza piccolo e medio borghese del primo Novecento - e delle residenze di diversi artisti fiorentini (tra i quali, Galileo Chini) che, nei primi venti anni del Novecento, vi fissarono la loro dimora o il loro studio.
Circondato da un piccolo resede e separato dalla sede stradale da un muro di recinzione con una cancellata all’estremità, il villino Broggi-Caraceni si eleva su due piani e presenta un impianto trapezoidale, articolato all’interno intorno al fulcro di una scala elicoidale. Sull’angolo sinistro della costruzione si trova un corpo ottagonale, con tre aperture al piano terreno, sviluppato in altezza come una torretta e concluso da una terrazza; sull’angolo opposto si trova un balcone al primo piano, raccordato alla parete e alla finestra sottostanti da una serie di ondulazioni digradanti della muratura, e chiuso superiormente. La loggetta è impreziosita dalla ringhiera e dai tralci in ferro battuto, dai capitelli in ceramica delle colonnine, dal festone, ancora in ceramica, posto sull’intradosso dell’arco, dal cartiglio ceramico posto superiormente, con la scritta ERECTUM MCMXI ARCHITETTO MICHELAZZI. Mentre i due settori d’angolo sono interamente in muratura intonacata grigia, nel settore centrale di facciata si trovano ampie specchiature in laterizio a vista, su cui risalta il grigio delle cornici, dei raccordi, della fascia marcapiano. Altri inserti in laterizio sono presenti al di sopra delle tre aperture archiacute al primo piano della torretta angolare, che si conclude con una terrazza delimitata da una balaustra in muratura, i cui tre segmenti sono separati da elementi verticali, prolungamento degli spigoli della torretta, conclusi a riccio, con inserti decorativi in ceramica. I raccordi delle aperture sono sottolineati da festoni in ceramica verde. Come tutte le architetture del Michelazzi, non manca l’elemento caratterizzante dell’ampia gronda, raccordata alla facciata da due draghiin ferro battuto. Il fronte posteriore presenta una triplice scansione di semplici aperture rettangolari. L’interno, perfettamente restaurato negli anni Settanta, conserva integri l’apparato decorativo, le vetrate, le porte e i pavimenti. Il vano scala circolare è coperto a cupola e illuminato da una lanterna colorata con struttura in ferro a forma di grande ragno. Lo scalone elicoidale, conserva la ringhiera in ferro battuto modellata a forma di drago stilizzato all’inizio della rampa e terminante in uno stelo a torcera. La cupola è decorata con pitture di figure femminili in atto di danza, opera di Galileo Chini. Affreschi del Chini sono presenti anche sulle pareti e sul soffitto della stanza ottagonale d’ingresso e nelle altre stanze di soggiorno. La pavimentazione del vano scala è a mosaico con figurazioni, al pari di quella del vano d’ingresso; negli altri vani a pian terreno si trova il parquet originale, con motivi geometrici. Diverse stanze al piano terreno e al primo piano conservano le vetrate dipinte.
Il Villino Ravazzini, dello stesso architetto Michelazzi, si trova proprio accanto (in via Scipione Ammirato 101). Costruito per conto di Ettore Ravazzini, il villino venne terminato presumibilmente nel 1907.
Le decorazioni ceramiche in facciata, ideate da Michelazzi, furono realizzate dalla Manifattura Fontebuoni-Arte della Ceramica di Galileo Chini. Arretrato rispetto al filo stradale dal quale è separato da una recinzione con due cancellate in ferro battuto di raffinato disegno, il villino, di impianto regolare circondato da un piccolo resede, si qualifica essenzialmente per la qualità formale e la perfetta integrazione degli elementi decorativi nell’impaginazione della facciata principale. L’intero fronte, che presenta alla base una lunga terrazza rialzata da sette gradini, è tripartito da quattro lesene a tutt’altezza, con elementi decorativi, snellite fino al sottogronda e concluse da una sorta di trifoglio con ricciolo, ai lati del quale sono applicate le eleganti, leggerissime mensole in legno traforato di sostegno della gronda, la quale è (come in ogni edificio di Michelazzi) di fattura estremamente raffinata. Si accede all’interno del villino sia dal portoncino laterale sia dalla porta-finestra centrale del fronte principale. Gli ambienti interni sono distribuiti intorno allo spazio del vano scala, aperto e illuminato dal finestrone laterale, e non recano traccia delle decorazioni originarie.
 

Additional Hints (Decrypt)

Zntargvp, uvtu / Zntargvpn, nygn

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)