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Rioni di Roma: Castro Pretorio Traditional Cache

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Hrundi Silvassa: Ho deciso di non sostituirla

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Hidden : 6/19/2013
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   not chosen (not chosen)

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Geocache Description:

Going on with the series "Rioni di Roma"
Continuando con la serie "Rioni di Roma"

Castro Pretorio is the XVIII district (rione) of Rome. Its logo is the golden banner of the Praetorian Guard on a red background. The rione takes its name by the ruins of the Castra Praetoria, the barracks of the Praetorian Guard, included in the Aurelian Walls.
According to the Roman historian Suetonius, the barracks were built in 23 AD by Lucius Aelius Sejanus, the praetorian prefect serving under the emperor Tiberius, in an effort to consolidate the divisions among the several corps of the guards.
The barracks were erected just outside the city of Rome and surrounded by solid masonry walls, measuring a total of 440 x 380 meters (1443 x 1246 ft). Three of the four sides of the walls were later incorporated in the Aurelian Walls, and parts of them are clearly visible today.
The Castra Praetoria was the site of the murder of the Emperor Elagabalus by the Praetorian Guard in 222 AD and was was destroyed by Constantine I, who also disbanded the Praetorian Guard upon his conquest of Italy while Maxentius ruled as the Western Roman Emperor.  Their last stand was at the Battle of the Milvian Bridge in 312.
 
Castro Pretorio è il diciottesimo rione di Roma.
Il nome deriva dai Castra Praetoria, caserme dove risiedeva la Guardia pretoriana in epoca romana.
Lo stemma è il labaro della Guardia pretoriana in oro su sfondo rosso.
Svetonio narra che Elio Seiano, prefetto di Tiberio, innalzò nel 23 d.C. una grande caserma per la guardia imperiale, le cohortes praetoriae, (istituite dall'imperatore Augusto come guardia permanente dell'imperatore), unificando in tal modo le milizie accasermate in vari punti della città. Nacquero così i Castra Praetoria, che danno il nome al rione.
In età imperiale, la zona di Piazza della Repubblica era occupata dalle immense Terme di Diocleziano, i cui resti sono ancora oggi ben visibili in via Cernaia, costruite tra il 298 e il 306 d.C., per sopperire alla carenza di bagni pubblici nella zona. Nella zona di Piazza dei Cinquecento era l'Aggere Serviano, situato nei pressi della scomparsa Porta Viminale, i cui resti ancora giacciono dinanzi alla Stazione Termini. Nel rione erano altre due porte ora scomparse: Porta Collina e Porta Nomentana; la prima appartenente al recinto serviano mentre la seconda a quello aureliano.
Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Roma si spopolò e la zona venne abbandonata a causa della mancanza di acqua potabile, dovuta al taglio degli acquedotti avvenuto durante le guerre gotiche. L’odierno rione, che conservava un nucleo abitativo solamente intorno a grandi chiese come S.Prassede, S.Pudenziana e S.Maria Maggiore, era inizialmente ricompreso nel rione Monti.
Il primo a compiere lavori di rinnovamento in zona fu nel Cinquecento Pio IV, che aprì la Via Pia e costruì Porta Pia, da cui si dipartiva la via Nomentana. Successivamente Michelangelo fu incaricato da Paolo III Farnese di costruire la chiesa di S.Maria degli Angeli su ciò che restava delle Terme di Diocleziano. Ma il vero promotore però della rinascita del rione fu papa Sisto V Peretti, che costruì la via Felice, dal suo nome di battesimo, sistemò il quadrivio delle Quattro Fontane, costruì l'arco ancora esistente in fondo a via Marsala. Portò finalmente l'acqua, che prese il nome l'acqua Felice, nell'intera zona, con il ripristino dell'Acquedotto, da lui detto Felice, che terminava nell'imponente mostra del Mosè in Piazza San Bernardo.

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