Gianicolense è il dodicesimo quartiere di Roma, indicato con Q. XII.
Il toponimo indica anche la zona urbanistica 16D del Municipio Roma XII (ex Municipio Roma XVI) di Roma Capitale. Popolazione della zona urbanistica: 54 820 abitanti.
È comunemente chiamato "Monteverde".
Il quartiere è ricco di testimonianze storiche, essendo prossimo alla città antica, poiché sorgevano qui gli Orti di Cesare, numerosi luoghi di culto pagani ed alcune catacombe ebraiche e cristiane, tra cui quelle di Ponziano e di San Pancrazio, al di sotto dell'antichissima Basilica omonima. Nell'antichità era attraversato dall'attuale via di Monteverde, che era un diverticolo della via Portuense, e il cui tratto iniziale è oggi individuabile nella via Parini, e dalla via Vitellia che collegava il Gianicolo con la costa tirrenica.
Nel Seicento, dalla fusione di diverse vigne, fu realizzata a nord del quartiere la villa Doria Pamphilj, il parco pubblico più grande di Roma, al cui interno sorge il Casino progettato da Alessandro Algardi e che fu espropriato e poi aperto al pubblico nel 1972. L'area della villa, insieme col Vascello e porta San Pancrazio, fu teatro nel 1849 di cruenti battaglie per la difesa della Repubblica Romana.
Sulla base del piano regolatore del 1909, nell'area più prossima alle Mura, è avvenuta agli inizi del Novecento la prima espansione urbana di Monteverde Vecchio (via Carini e piazza Rosolino Pilo), caratterizzato da bellissimi villini signorili con giardino, inclusi dal vigente piano regolatore nella "città storica". L'edificazione è poi proseguita durante il fascismo con le case popolari (soprannominate "i grattacieli") nella vallata di via di Donna Olimpia (occupata un tempo dal fosso di Tiradiavoli fino al Ponte Bianco, struttura ferroviaria degli anni Venti), con l'ospedale del Littorio, oggi San Camillo, e con le palazzine sull'altro rilievo di Monteverde Nuovo, incentrato su piazza San Giovanni di Dio. Solo nel secondo dopoguerra è invece cominciata l'edificazione dei Colli Portuensi, in concomitanza con l'apertura dell'omonima strada come parte della via Olimpica.
Nella vasta spianata sotto il Ponte Bianco si apre il primo capitolo (Il Ferrobedò) di Ragazzi di vita, il celebre romanzo di Pier Paolo Pasolini, nel quale il ponte ritorna spesso come presenza funzionale e simbolica.
« Dietro il Ponte Bianco non c'erano case ma tutta una immensa area da costruzione, in fondo alla quale, attorno al solco del viale dei Quattro Venti, profondo come un torrente, si stendeva calcinante Monteverde » (Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita)
Fonte: Wikipedia
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