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( M.S.G. ) Alla ricerca delle origini Traditional Cache

Hidden : 3/20/2015
Difficulty:
1 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   small (small)

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Geocache Description:


Alla ricerca delle origini


Le grotte e i ripari sotto roccia posseggono uno straordinario potenziale informativo per la ricerca archeologica e la ricostruzione paleoambientale, in quanto registrano con particolare dettaglio gli avvenimenti che si svolgono all’interno ed all’esterno del sito limitatamente al territorio circostante. Questi rappresentano, quindi, dei veri e propri archivi naturali, fondamentali per la restituzione delle informazioni relative alla cronologia, alla successione degli ambienti e alle varie forme del comportamento umano.
Tra i numerosi giacimenti preistorici esplorati nei Monti Lessini Riparo Tagliente occupa un posto di primaria importanza.
Riparo Tagliente è situato nei Monti Lessini, in Valpantena, presso la frazione di Stallavena, in via Tessare, nel comune di Grezzana (Verona).
E’ posto ai piedi di una piccola parete rocciosa formata da un banco di calcari oolitici, affiorante alla base del versante occidentale del monte Tregnago, a 250 metri di quota e a pochi metri sopra il fondovalle attuale.




La Scoperta


La scoperta del sito avvenne nel 1958 da parte del dott. Francesco Tagliente (1918-2008) nel corso di una ricognizione di superficie presso la località di Stallavena. In tale occasione egli rinvenne numerosi materiali preistorici alla base della parete rocciosa del monte Tregnago, portati alla luce in seguito agli sbancamenti avvenuti all’interno del riparo a partire dal Medioevo. Dopo l’abbandono del sito da parte delle comunità paleolitiche, infatti, il disboscamento della vallata aveva favorito il dilavamento dei versanti, determinando la deposizione di materiale colluviale argilloso al di sopra dei depositi preistorici fino a fare scomparire quasi totalmente il riparo. Tuttavia, la presenza di una stretta fessura fu sufficiente perché questo venisse individuato e vi fosse scavato un vano, più volte riutilizzato fino ad epoche recenti. Tali interventi causarono la rimozione della parte superiore dei depositi interni e lo sconvolgimento dei sedimenti con i reperti che questi contenevano, riportanto alla luce la serie epigravettiana.

Le ricerche vennero avviate nel 1962 da una équipe di studiosi del Museo Civico di Storia Naturale di Verona, composta da F. Zorzi, A. Pasa e F. Mezzena. Il Museo di Verona rimase protagonista delle ricerche fino al 1964, ed è solo nel 1967, dopo la scomparsa di Zorzi e Pasa, che l’Università di Ferrara assunse la direzione degli scavi. A partire da questa data i lavori furono seguiti dal Prof. P. Leonardi e successivamente dal Prof. A. Broglio.

Ad oggi, responsabile delle ricerche è la Dott.ssa F. Fontana, subentrata dopo il pensionamento del Prof. A. Guerreschi nel 2009.

Il Giacimento


Riparo Tagliente è uno dei siti paleolitici più importanti dell’Italia settentrionale per la seriazione dei depositi ed il loro stato di conservazione. L’origine del riparo è attribuibile alla deviazione del torrente di Valpantena, che scorre nelle immediate vicinanze. Lambendo la parete orientale della valle, questo ne ha verticalizzato un ampio tratto, incidendovi una profonda nicchia.

La frequentazione del sito ebbe inizio nel Würm antico (circa 60.000 anni fa), per cessare alla fine del Tardoglaciale (circa 13.000 anni fa).

Le ricerche sistematiche hanno permesso di mettere in evidenza un’importante serie stratigrafica, che raggiunge lo spessore complessivo di oltre 4,60 m nella zona più esterna. Tale serie è caratterizzata, alla base, da depositi riferibili alla prima parte dell’ultimo periodo glaciale (Würm) contenenti abbondanti reperti che documentano l’occupazione da parte dell’uomo di Neandertal (industrie musteriane del Paleolitico medio), sovrastati da un livello di limitata estensione che attesta la successiva frequentazione da parte di primi uomini moderni (industria aurignaziana della prima parte del Paleolitico superiore). Si tratta di un lembo di sedimenti risparmiati dall’erosione torrentizia che separa questi depositi da quelli superiori, riferibili al Tardoglaciale würmiano. Questi ultimi sono caratterizzati da sedimenti molto antropizzati, ricchi di testimonianze dell’ultima fase del Paleolitico superiore e culturalmente attribuibili all’Epigravettiano recente.

L’intera serie risulta sigillata, al tetto, da un colluvio di età olocenica formatosi dopo l’abbandono del sito da parte dell’uomo. I depositi argillosi andarono a coprire quasi completamente il riparo, lasciando solo un’apertura in prossimità del tetto.

Gli scavi in questo grande giacimento si possono ritenere ancora in fase esplorativa, avendo sinora intaccato solo una piccola parte dei depositi.


Musteriano


Ricostruzione di una scena di vita del Musteriano (dis. M. Cutrona)

Aurignaziano


Tra circa 40.000 e 30.000 anni dal presente, in Europa si ebbero due importanti fasi di miglioramento climatico, che modificarono sensibilmente l’assetto territoriale e le condizioni ambientali. La prima, tra 38.000 e 35.000 anni, è particolarmente evidente nelle regioni occidentali, la seconda, tra 32.000 e 28.000 anni, soprattutto in quelle orientali. Le condizioni climatiche più temperate e l’aumento delle precipitazioni favorirono l’affermarsi dei paesaggi forestali, come è mostrato dall’aumento delle specie legate ad ambienti boschivi. Tra questi due periodi temperati si interpone una fase di instabilità caratterizzata da una accentuata recrudescenza del clima, marcata nei depositi di grotte e ripari dall’aumento degli apporti crioclastici e nelle associazioni faunistiche dall’incremento delle specie legate ai paesaggi steppici.
E’ questo l’intervallo cronologico che in Europa vede l’estinzione dei Neandertaliani e la diffusione dell’Uomo moderno. Le evidenze archeologiche che accompagnano l’Uomo moderno sono etichettate con il termine di “Aurignaziano”.
Purtroppo i depositi che a Riparo Tagliente documentano l’arrivo dell’uomo moderno hanno subito un consistente processo di erosione durante il II Pleniglaciale würmiano, conservandosi soltanto su una modesta area, in corrispondenza del taglio della trincea (taglio 25), ove si svolsero i primi interventi di scavo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 dello scorso secolo. In questo punto la superficie di erosione viene a formare una sorta di dosso poco pronunciato e le testimonianze musteriane, aurignaziane e in parte anche quelle provenienti dai soprastanti livelli epigravettiani vengono a mescolarsi a causa di sconvolgimenti naturali e dell’azione antropica.
Nonostante i depositi aurignaziani siano conservati solo su una ristretta area del sito, questi hanno restituito diversi manufatti che indicano una produzione litica nettamente differente da quella musteriana. Gli scheggiatori dell’Aurignaziano sfruttavano nuclei carenoidi, piramidali e prismatici per la confezione di prodotti laminari e lamellari utilizzati come supporti per la fabbricazione di strumenti e di armature. Queste ultime, in particolare, venivano inserite su supporti di legno o altri materiali per formare armi da getto o strumenti compositi. Tipica del deposito aurignaziano di Riparo Tagliente è un’industria a carenati, caratterizzata da bulini e grattatoi a stacchi lamellari, che in gran parte vengono oggi interpretati come nuclei per la produzione di lamelle, associati alla presenza di lamelle Dufour (lamelle a ritocco erto marginale, prevalentemente alterno).

 

Epigravettiano



Ricostruzione di una scena di vita dell'Epigravettiano (dis. M. Cutrona)

Info da Università degli Studi di Ferrara


Sulla base del passato il presente prudentemente agisce per non guastare l’azione futura.



Buona RICERCA........



FTF Mago&Molecola 05.04.2015





Additional Hints (No hints available.)