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In memoria Nonno Bruno - Laghetto delle Rose Traditional Cache

This cache has been archived.

Zeddicus_Zorander: [english text follows]
Il proprietario non ha effettuato alcuna manutenzione sulla cache da lunghissimo tempo, e non risulta essere un utente attivo.
La cache viene archiviata.

Si prega di tener presente che, se una cache è stata archiviata da un revisore per mancanza di manutenzione, non verrà de-archiviata, né lo sarà ai fini dell'adozione (cfr. Linee Guida).


The owner didn't take any maintenance action since long time and he/she is not an active user.
The cache is archived.

Please remember that, if a cache is archived by a reviewer or staff for lack of maintenance, it will not be unarchived, nor it will be unarchived for the purposes of adoption (see. Guidelines).

Un saluto e buon geocaching,
Zeddicus Zu'l Zorander

Community Volunteer Reviewer for Italy
Geocaching.com | Help Center | Linee Guida | Linee Guida Italiane

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Hidden : 3/29/2015
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
2 out of 5

Size: Size:   small (small)

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Geocache Description:

Cache semplice e d'effetto in luogo suggestivo a noi molto caro. 
In questo luogo è nato e vissuto il nostro amato nonno Bruno. Che questa cache aiuti a mantenere sempre vivo il suo ricordo.
Inserire per favore oggetti che ricordino la vita semplice nella natura.

Orario apertura: 9:00 - 17:00, escluso il giovedì


STORIA DEL LAGHETTO DELLE ROSE

Il laghetto delle Rose è nato (letteralmente, perché prima non esisteva) verso la metà degli anni sessanta perché all'interno di una cava di calcare di proprietà della famiglia Manfrinato (Piero e il fratello Nando) avevano scavato in profondità tagliando una falda acquifera dalla quale ha cominciato a sgorgare copiosa l'acqua creando appunto il lago. 
L'idea di trasformarlo in una attrazione turistica è stata una intuizione di Piero Manfrinato, uomo generoso e gran personaggio monselicense che i meno giovani ricorderanno scorazzare in città a bordo di potenti auto sportive, Alfa Romeo, Ferrari, e da ultima l' indimenticabile Miura Lamborghini.
Piero credeva nel progetto e realizzò, a spese della sua società di escavazione, tutte le infrastrutture necessarie. Venne costruita una terrazza con un bar e ristorante sul lato verso l'entrata e tutto attorno al lago vennero create vere e proprie spiagge, impiegando decine di tonnellate di sabbia, oltre che alcune decine di cabine attrezzate. (Va detto che in quel periodo non c'era il Parco Colli, e neppure la burocrazia nei comuni e negli enti come c'è oggi, ed era tutto più semplice, non so se oggi si potrebbe fare una operazione del genere). 
Comunque il lago era diventato in tutto e per tutto uno stabilimento balneare. Numerosi bagnanti Monselicensi e dei paesi limitrofi si riversavano sulle sue rive. Nelle giornate estive e soprattutto nei fine settimana era frequentato da centinaia di persone, sembrava di essere a Sottomarina o a Jesolo. 
La sera sulla terrazza del bar si esibivano gruppi e cantanti in voga a quell'epoca. Tra gli altri si esibirono in memorabili concerti i Dandies e gli Idles, gruppi musicali monselicensi in attività a quell'epoca. Eravamo in quel periodo attorno al 67-68.
Il factotum e custode della "spiaggia dei monselicensi" era un uomo di fiducia di Piero Manfrinato, il mitico Lino Bolognin, era un piccoletto tutto nervi che sembrava burbero, ma di buon cuore. Era un dipendente che lavorava nella cava prima che fosse messa allo scoperto la falda d'acqua che ha dato origine al lago. Noi "ragazzi" che frequentavamo l'ambiente abbiamo avuto innumerevoli attriti con lui, ma era un bonaccione che brontolava sempre, ma poi lasciava fare, con un bonario "Ben ben fè queo che voì, ma vardè che geo digo al paron..." che era Piero Manfrinato e che era più buono dello stesso Bolognin. 
Per Bolognin Piero era "el paron", ma per tutti noi ragazzi era uno "zio" bonario, visto come gran benefattore e quando veniva al lago a bordo della sua inseparabile Miura era un avvenimento che animava la terrazza del bar, che era il punto di ritrovo.  Piero "teneva corte", scherzava, rideva con noi e aveva una battuta e una parola sempre pronta per tutti. Non era raro che entrasse nel bar ordinando da bere per tutti i presenti...
Ricordo un siparietto divertente di cui fu protagonista quella volta che una pompa aspirante si era staccata dal supporto ed era affondata nell'acqua davanti alla terrazza del bar. Allora un ragazzo del gruppo, indossate pinne e maschera, scese in acqua dicendo  "Piero, vago a torla mi ea pompa..." e si immerse, ma era più bravo con le "ciacoe" che con l'attezzatura subacquea, perchè le pinne rimanevano costantemente a sbattere fuori dall'acqua, senza che l'amico riuscisse ad immergersi del tutto. Allora Piero vedendo che annaspava senza risultato, dopo qualche minuto, lo apostrofò così :"Dai vieni su, sidià, che se no te te neghi..." E giù risate da parte di tutti....
Altro episodio da ricordare fu l'arrivo al Lago di una comitiva di giovani australiani, non ricordo bene per quale motivo capitarono proprio lì. Si accamparono con le tende nella parte verso nord e rimasero una quindicina di giorni. Era un gruppo composto da una ventina di persone, in realtà per la maggior parte ragazze, tutte sui vent'anni e particolarmente belle e bionde, o almeno così apparivano a noi ragazzi che frequentavano il lago. Inutile dire che l'inaspettato arrivo del gruppo portò lo scompiglio ed una corsa al corteggiamento mettendo in gara i ragazzi a chi si metteva più in mostra. Erano naturalmente avvantaggiati e invidiati quelli che parlavano un pò di inglese, altri ricorsero a improbabili corsi di studio rapido della lingua o a presentarsi muniti di dizionario, nel vano tentativo di recuperare il terreno perduto...
Insomma quella del Lago delle Rose era una bella favola, che però si interruppe abbastanza in fretta dopo qualche anno. Capitarono due incidenti, purtroppo nell'arco di un paio di mesi ci furono due morti annegati. Non fu colpa di nessuno se non della sfortuna e, forse, della fretta di entrare in acqua appena mangiato. Ma i due incidenti minarono la fama del laghetto, la gente cominciò a dire che era pericoloso, iniziarono anche controlli e verifiche di tipo amministrativo, ma soprattutto Piero Manfrinato fu scosso da quegli avvenimenti e li sentiva sulla coscienza quasi come se fosse stata una sua responsabilità diretta.
Così l'entusiasmo di tutti si spense a poco a poco, ci andava meno gente, non si fecero più manutenzioni alle spiagge e alla terrazza del bar e nel giro di due o tre anni la struttura era quasi in disuso. 
Poi per una decina di anni fu utilizzato come lago di pesca sportiva. Divenne anche un dancing, che utilizzò la struttura del bar e una bruttissima copertura della terrazza, poi neanche più quello e da ormai una ventina di anni è quasi abbandonato, anche se in qualche modo funziona ancora una attività di pesca sportiva. Peccato, una vera occasione perduta per Monselice e non solo.
Fonte: http://monseliceitalia.blogspot.it/

Additional Hints (Decrypt)

Qvrgeb zheb

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)