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MONTE FIEGNI #06 CHIESA DI SAN GIUSTO Traditional Cache

Hidden : 8/3/2015
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:

Nascosto in collaborazione con Geo.Seri e An.Pi.Da

Questa è una serie di cache che vede come protagonista il Monte Fiegni.. Passeggiando tra boschi, ombrosi sentieri, praterie d’altura e i monumenti più significativi, valorizza questo ambiente in parte ricadente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini In frazione San Maroto sorge la Chiesa di San Giusto che venne fondata tra l’XI ed il XII secolo e considerata uno tra i più importanti monumenti romanici della regione. La sua particolare architettura a pianta circolare, di chiara derivazione romano-bizantina con quattro absidi laterali e sormontata da una cupola costruita senza centine di sostegno (struttura di sostegno), fu oggetto di studi a livello internazionale tanto che per la sua realizzazione si suppone abbiano operato maestranze provenienti dall’oriente ed in particolare dalla Siria. Al suo interno, a pianta centrale, sono conservati affreschi e tavole databili tra il XIV ed il XV secolo ed una Croce astile della prima metà del Cinquecento realizzata dall’orafo Tobia da Camerino. Qui è anche conservata una tavola raffigurante la Madonna del Rosario attribuita a Venanzo da Camerino ed una Madonna in trono con Bambino della seconda metà del XIII secolo. La torre campanaria, costruita successivamente insieme alla sacrestia, conserva affreschi risalenti alla fine del Trecento. Per i più curiosi va anche detto che secondo alcuni storici Acquisgrana si trovana nella valle del Chienti http://www.liutprand.it/articoliMondo.asp?id=222 , e la chiesetta originariamente era una palazzina di caccia ad uso di Carlo Magno “Nell’alta Val di Chienti esiste un edificio carolingio realizzato dalle stesse maestranze, giunte dalla Palestina. Si tratta della chiesa di San Giusto in San Maroto, le cui origini si perdono nel mistero per l’assoluta mancanza di documenti. “È a pianta centrale con 4 absidi, sormontato da una cupola che sembra essere stata costruita senza cèntine di sostegno, la cui calotta è costituita da anelli concentrici per un terzo di pietra cornea, con le generatrici dei piani di posa dirette verso il centro di curvatura e per i rimanenti due terzi girata a spirale, con conci di calcare spugnoso. Completamente disadorno, lo spazio è illuminato da strette monofore". (3) Cupole del genere, realizzate con la stessa tecnica di costruzione e illuminate da nicchie a fessura, erano presenti anche nel complesso edilizio di Khirbet al Mafjar. L’edificio è il risultato di un sottile gioco di rispondenze geometriche: il cerchio che delimita internamente la base del tamburo circoscrive un ottagono, di cui quattro lati sono le corde delle absidi, frontalmente contrapposte, e gli altri quattro le corde dei restanti segmenti circolari. La pianta d’insieme è un quadrato, trilobato su ogni singolo lato, le cui altezze tracciano gli assi Nord–Sud, Est–Ovest. L’interno potrebbe avvolgere una sfera ideale, perché la calotta è a pieno centro e l’altezza del cilindro di base ha la stessa lunghezza del raggio della calotta. Il toro posto a coronamento del cilindro divide la sfera in due perfetti emisferi. L’edificio, ubicato su di uno sperone roccioso fra i boschi dell’Appennino, doveva essere in origine un padiglione di caccia della corte franca. Durante le battute di caccia offriva un sicuro riparo per la notte e le quattro absidi ricavate nel tamburo offrivano al riposo del sovrano e dei massimi dignitari di corte. È da escludere che possa trattarsi d’un edificio destinato al culto, se non altro per l’assenza di una adeguata illuminazione. Alle origini l’ambiente era decisamente buio. Anche oggi la luce che penetra è assai scarsa, nonostante la presenza di una tardiva monofora gotica. Il massimo di luce penetrava nell’ambiente all’alba perché quasi tutte le nicchie aperte nel muro perimetrale sono orientate verso Levante, solo due verso nord e solo una verso ponente. Doveva essere un ambiente destinato esclusivamente al riposo notturno.

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