Aprica (L'Abrìga, L'Avrìga o La Vrìga in dialetto valtellinese) è un comune italiano di 1.627 abitanti in provincia di Sondrio, in Lombardia, situato a cavallo dell'omonimo passo, il più agevole tra la Val Camonica e la Valtellina, sulle Alpi Orobie, costituito da un'ampia sella piana lunga circa tre chilometri, oggi in buona parte edificata.
Altitudine: 1.181 m.s.l.m
Superficie: 20,37 km²
Abitanti: 1 612 (31.12.2014)
Densità: 79,14 ab./km²
Aprica costituiva originariamente una frazione del Comune di Teglio, il cui capoluogo è situato sul versante opposto della Valtellina; dal 1927 è municipalità a sé stante. Fin dal Medioevo, ma con ogni probabilità già dall'epoca romana, l'omonimo passo rappresentava un'importante via di comunicazione tra Valtellina e Valcamonica.
Le fortune del villaggio furono segnate dalla costruzione, a partire dal 1848, su iniziativa del governo austriaco del Regno Lombardo Veneto, di una strada (oggi la Strada statale 39 dell'Aprica) che collegò, appunto tramite il passo dell'Aprica,Edolo e la Val Camonica con Tresenda e la Valtellina. Ciò consentì di evitare i perigliosi Zapéi d'Abriga (Zappelli di Aprica) e gli altri valichi più a monte: il Passo di Piatolta (Pian di Gembro), il Passo di Guspessa, il Passo del Mortirolo e il Passo dello Stelvio, questi ultimi impraticabili per molti mesi l'anno. La strada fu terminata dagli Austriaci proprio alla vigilia della II Guerra d'Indipendenza, che li avrebbe definitivamente cacciati dalla Lombardia.
Subito dopo l'Unità d'Italia, Aprica chiese di divenire Comune autonomo. Tale richiesta fu reiterata nel 1871 e 1879, ma soltanto negli anni venti dello scorso secolo iniziò formalmente e si concluse l'iter amministrativo definitivo, sfociato nel distacco di Aprica da Teglio nel 1927.
Verso la fine del XIX secolo prese avvio in paese l'attività turistica che, dapprima integrandosi con quella agro-pastorale, poi gradualmente soppiantandola, è arrivata ad essere oggi di gran lunga il principale settore economico locale. In realtà Aprica ha sempre avuto, da secoli, una naturale vocazione all'ospitalità, favorita dall'essere punto obbligato di passaggio e dalla splendida geografia. Nella contrada di San Pietro - detta in origine Ospitale - già in epoca medioevale esisteva infatti uno xenodochio, dove sostavano gruppi più o meno numerosi di viandanti, specie soldati dei più svariati eserciti e pellegrini. Il primo albergo degno di tal nome, l'Hotel Aprica cosiddetto dei Negri (ora residenza turistico-alberghiera sotto altro nome), fu edificato già prima del 1870. Vi furono ospiti anche personaggi del mondo aristocratico, alto borghese e scientifico ottocentesco; come la famosa violinista Teresina Tua in Quadrio che soggiornava in estate in una villa vicino alla Chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo e il rettore dell'Università di Pavia - primo premio Nobel italiano - Camillo Golgi, Premio Nobel per la Medicina 1906, originario della vicina Córteno, che vi soggiornò dal 1880 al 1913.
[ITA] A proposito della Cache: cache contentente il solo logbook e ben mimetizzata nell' arredo urbano. Si richiede la massima attenzione in quanto zona ad altissima frequentazione soprattuto nei periodi estivi ed invernali. E' necessario portare una penna.
[ENG] About the Cache: cache containing the only logbook and well camouflated. It requires the maximum stealth due to the high affluance and mugglers in this area during summer and winter periods. You need to bring your own pen.