Per Verona austriaca si intende il periodo della storia di Verona in cui la città subì il dominio dell'Impero austriaco e che va dal 1816 al 1866 quando il Veneto fu annesso al Regno d'Italia.
Gli austriaci si presentarono a Verona e ai veronesi come liberatori dal dominio francese, ma ben presto si dimostrarono più interessati alla città come insediamento strategico militare che al benessere della popolazione.
Nel 1834, Josef Radetzky fu nominato comandante del Regno Lombardo-Veneto. Il feldmaresciallo Radetzky fu l'uomo che più di tutti riconobbe in Verona un luogo strategicamente importantissimo all'interno del quadrilatero fortificato e quindi diede grande stimolo alla sua fortificazione.Fu da questo momento che al genio Franz von Scholl venne dato il compito di realizzare un sistema difensivo composto da mura, forti, castelli, caserme e vari edifici, rendendo Verona una città-piazzaforte.
Il forte
Forte San Leonardo, in tedesco Werk San Leonardo, è un forte di Verona, realizzato nel 1838 per volere del feldmaresciallo Radetzky e progettato da Franz von Scholl.
La Struttura
Collocato sull'altura più elevata, in prossimità della chiesetta romanica di San Leonardo, l'omonimo forte dominava l'imbocco della valle di Avesa e la Campagnola, copriva il fronte di gola del sovrastante forte San Mattia e proteggeva il settore orientale della cinta magistrale di sinistra d'Adige; principalmente, come gli altri Forti del sistema collinare, concorreva a interdire l'aggiramento della piazzaforte a settentrione; nello stesso tempo sottraeva al nemico posizioni dominanti, svantaggiose per la difesa della città.
La pianta simmetrica, condotta su tracciati ad arco, è insolita e particolarmente interessante in un forte di sito collinare. Si distingue il ridotto casamattato, su due piani, a corpo lineare angolato, protetto nel fronte di gola dal recinto difensivo arcuato, a feritoie. Il fronte principale, a saliente arrotondato, con muro di rivestimento aderente, era ordinato su due ordini di fuoco, parte in casamatta, parte a cielo aperto: quest'ultimo era protetto da merloni di muratura. Il fossato asciutto, originariamente difeso da una caponiera centrale, separa il forte dalla collina antistante, rivestita dal muro di controscarpa, e modellata alla sommità nella forma geometrica dello spalto, per il tiro radente delle artiglierie. Al forte si accedeva dal portale posto nel mezzo del fronte di gola; si risaliva poi la poterna fino al livello del piazzale interno.
I paramenti murari delle opere esterne - muri di scarpa e di controscarpa - sono a conci di tufo con apparecchio a opus poligonale. Ilridotto era rivestito con paramento di tufo a conci squadrati, su corsi regolari.
Armamento
6 cannoni ad anima liscia
Riserve di munizioni: 1 polveriera per 15.300 kg
Presidio di guerra
150 fanti
30 artiglieri
Presidio di emergenza: 280 uomini
Il Santuario
Nel 1952, il Forte fu concesso dal Demanio Militare alla congregazione degli Stimmatini, in permuta di nuove costruzioni abitative. La trasformazione in santuario, cominciata negli anni cinquanta del XX sec., salvò il forte dal quasi sicuro abbandono e degrado, però ha quasi del tutto cancellato le strutture interne del ridotto, conservando solo parte dei muri perimetrali. Del forte rimane l'impianto generale con l'alto basamento murario tondeggiante. Si conserva l'imponente fronte principale, ma modificato e con costruzioni incongrue. La caponiera centrale è stata demolita, mentre rimane la controscarpa. Le casematte del fronte principale sono state demolite o trasformate. Il ridotto è stato sopraelevato, ed è stata aggiunta una cupola tronco-conica sostenuta da un alto tamburo. Il grande spalto esterno è stato livellato e trasformato in parcheggio.