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Ricixxx-Portico di Ottavia Traditional Cache

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Ricixxx: Lascio spazio al buffone di Milano

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Hidden : 2/20/2016
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:

Ricixxx-Portico di Ottavia


Orari Apertura 9-19 Estivo/Summer 9-18 Inverno/Winter


ITA.

Il Portico di Ottavia (porticus Octaviae) è un complesso monumentale di Roma antica, edificato nella zona del Circo Flaminio in epoca augustea. L'insieme monumentale sostituiva il portico di Metello (porticus Metelli), del II secolo a.C., ed era costituito da un recinto porticato che circondava i templi di Giunone Regina e di Giove Statore. I resti attualmente visibili appartengono ad una radicale ricostruzione dell'epoca di Settimio Severo.

Nel 179 a.C. il censore Marco Emilio Lepido dedicò il tempio di Giunone Regina, probabilmente un tempio di tipo italico, su alto podio. La statua di culto della dea, come riferisce Plinio, era opera dello scultore Timarchide.

Nel 143 a.C. Quinto Cecilio Metello Macedonico, dopo aver celebrato un trionfo nel 146 a.C. sulla Macedonia, fece erigere un tempio dedicato a Giove Statore su progetto dell'architetto greco Ermodoro di Salamina: il tempio venne dedicato entro il 131 a.C., anno in cui Metello rivestiva la carica di censore. Il tempio viene descritto da Vitruvio come un vero periptero di tipo greco, il primo edificio sacro costruito interamente in marmo a Roma. Alla costruzione sono legati i nomi di Sauro e Batraco, probabilmente gli scultori incaricati della sua decorazione, che avrebbero lasciato come firma la rappresentazione di una lucertola (saurus) e di una rana (batrachus), nelle spire delle colonne di ordine ionico, oggi da identificare con le colonne conservate a S.Lorenzo.

Contemporaneamente venne probabilmente ricostruito anche il precedente tempio di Giunone Regina e i due edifici vennero inseriti nel "portico di Metello" (porticus Metelli), un recinto con portici sui quattro lati (quelli laterali a due navate), ornato da opere d'arte greche. Tra queste era celebre la turma Alexandri, ossia le 24 statue equestri dei compagni di Alessandro Magno morti nella battaglia del Granico, opera di Lisippo, che Metello aveva asportato come bottino di guerra da Dion, in Macedonia. Vi era inoltre esposta la statua in bronzo di Cornelia, madre dei Gracchi, celebre per essere stata la prima statua femminile esposta in pubblico a Roma. Le statue di culto dei due templi furono eseguite dagli scultori Dioniso e Policle, figli di Timarchide (la testa della statua di Giunone è forse riconoscibile nella cosiddetta "Giunone Albani" dei Musei Capitolini).

Il Circo Flaminio, da cui partivano i cortei trionfali, era già sede di diversi templi, edificati dai trionfatori a scopi di autocelebrazione. Si tratta tuttavia probabilmente del primo esempio di templi racchiusi da lussuosi portici, che accentuavano il carattere propagandistico dell'operazione, con modalità successivamente riprese a scala maggiore nei Fori Imperiali.

Tra il 27 e il 23 a.C. si ebbe una radicale ricostruzione del complesso, finanziata con il bottino della vittoria sulla Dalmazia da Ottaviano, che lo dedicò a nome della sorella Ottavia (porticus Octaviae).[2] I templi furono probabilmente rimaneggiati e nuovamente dedicati. Fu costruita una biblioteca con due sezioni, una per i libri greci, l'altra per quelli latini, dedicata nel 23 alla memoria di Marcello dalla pietas materna..A questa fase dovrebbe appartenere un'esedra, visibile alle spalle dei due templi su un frammento della Forma Urbis Severiana, forse identificabile con la curia Octaviae, luogo di riunione del Senato. Nella ricostruzione il portico venne ampliato verso sud-ovest e vi furono aggiunti l'ingresso monumentale sporgente al centro del lato verso il Circo Flaminio e forse il portico esterno, che tuttavia potrebbe essere già stato presente nella fase metelliana.

Nell'80 il complesso subì danni in seguito ad un incendio e venne probabilmente restaurato da Domiziano. Nel 203 il portico e probabilmente anche i templi, vennero ricostruiti, probabilmente con la stessa pianta, e nuovamente dedicati da Settimio Severo e Caracalla ("portico di Severo" o porticus Severi), dopo le distruzioni dovute ad un incendio (forse quello del 191). Nel 442 subì i danni di un terremoto, in seguito ai quali due delle colonne del propileo di ingresso vennero sostituite dall'arcata tuttora esistente. Intorno al 770 a partire dal propileo di ingresso venne edificata la chiesa di San Paolo in summo circo, poi Sant'Angelo in Pescheria, tuttora esistente.

Dalla sua istituzione (1555) entrò a far parte del ghetto di Roma.

Sono attualmente visibili i resti dell'ingresso centrale sul lato verso il Circo Flaminio, nella ricostruzione severiana. Altri ingressi simili dovevano essere presenti al centro degli altri tre lati. L'ingresso aveva due facciate uguali e simmetriche, esterna e interna, con quattro colonne tra due pilastri a capitelli corinzi figurati, con un'aquila al posto del fiore dell'abaco. Sull'architrave della facciata fu incisa la seguente iscrizione che ricorda il restauro di Settimio Severo e Caracalla:

[imp . caes . l . septimiu]S . SEVERVS . PIVS . PERTINAX . AVG . ARABIC . AD[iabenic . par]THIC . MAXIMVS / TRIB. POTEST . XI . IMP . XI . COS . III . P . P . ET / [imp. caes . m . aureliu]S . ANTONINVS . PIVS . FELIX . AVG . [trib.potest. VI] COS . PROCOS / INCENDIO . CORRVPTAM . REST[ituerunt]

"L'imperatore Cesare Augusto Lucio Settimio Severo Pio Pertinace Arabico Adiabenico, Partico Massimo, nella sua undicesima potestà tribunizia, salutato undici volte imperatore, console per la terza volta, padre della patria e l'imperatore Cesare Augusto Marco Aurelio Antonino Pio Felice, nella sua sesta potestà tribunizia, console e proconsole, hanno restaurato (questo portico) danneggiato da un incendio"

Attualmente la mancanza del tetto mostra il lato interno del frontone, con numerosi blocchi di reimpiego della fase precedente: l'utilizzo di marmo pentelico per alcuni dei blocchi, come nel Foro di Nerva di Domiziano, ha fatto pensare che gli elementi provengano dal restauro di epoca flavia.

Sui fianchi l'ingresso presenta pareti in laterizio, in origine rivestite da lastre in marmo bianco, con arcate che mettevano in comunicazione il propileo con i portici esterni. Anche i pilastri e l'intradosso dell'arcata erano rivestiti di lastre di marmo. Sui fianchi gira la trabeazione della facciata, che viene più oltre sostituita da elementi in tufo destinati ad essere ricoperti in stucco. La copertura presentava tegole e antefisse di marmo.

I resti del porticato esterno, chiuso sul fondo da un muro, comprendono fusti di marmo cipollino e di granito grigio alternati, con capitelli corinzi.

Portico della fase metelliana (II secolo a.C.)

A questa fase del portico appartengono forse i resti della grande costruzione in blocchi di tufo di Monteverde, su cui venne successivamente ricostruito il complesso augusteo, ancora visibile sul lato sud-orientale. Il portico, privo in quest'epoca di un propileo di accesso sporgente, presentava già forse un colonnato esterno sulla facciata rivolta verso il Circo Flaminio. A questa facciata si accedeva dalla quota del circo salendo delle scalinate.

Tempio di Giunone Regina

Alcuni resti della ricostruzione del tempio di Giunone Regina, di epoca severiana sono visibili nelle case circostanti, tra cui due colonne con capitelli compositi e un frammento di architrave in travertino.

Mercato del pesce

Durante il medioevo il propileo, situato nel rione di Sant'Angelo, ha ospitato il mercato del pesce (Forum piscium o di "Pescheria Vecchia" da cui Sant'Angelo in Pescheria). È ancora visibile una lapide di questo periodo con l'iscrizione "CAPITA PISCIUM HOC MARMOREO SCHEMATE LONGITUDINE MAJORUM USQUE AD PRIMAS PINNAS INCLUSIVE CONSERVATORIBUS DANTO" (le teste dei pesci più lunghi di questa lapide, pinne comprese, devono essere date ai conservatori [cioè agli amministratori civici]). Il mercato del pesce fu spostato dal Portico d'Ottavia a piazza San Teodoro nel 1885, dopo l'unità d'Italia.

The Portico of Ottavia is one of the most charming passageways in Rome. It was erected in 146 B.C. at the southernmost point of Campus Martius by Quintus Caecilius Metellus, who also built the Temple of Juno Regina in this area. The temple of Jupiter was later built here (the first temple in Rome to be built completely out of marble).

It was part of the triumphal procession route taken by the emperor in arms and the army to celebrate victories and the trophies of battle. It is no coincidence that various important temples lined this route, all built by victorious emperors in celebration of themselves.

Between 33 and 27 B.C., Emperor Augustus named the area Circus Flaminius. He restored the entire complex using victory spoils from Dalmatia, dedicating the portico to his sister Ottavia.

The portico was an impressive, monumental passageway. 119 meters wide and 132 meters long, it was larger than a football field! It was probably clad entirely in marble, and its interior undoubtedly housed many works of art. Only a few decorations remain visible on the walls of surrounding houses, including various parts of the monument, capitals, and an architrave.

According to an inscription, Septimius Severus and Caracalla were responsible for another important restoration at the complex in 204 A.D. And in the 5thcentury, the portico was reconfigured because of an earthquake. This time, the entrance columns were replaced with a large arch, and a church dedicated to St. Paul was built, which later became Sant'Angelo in Pescheria. The name comes from the fact that from the Middle Ages through the late 1800s, the area just below the arch was a fish market.

 

Curiously, the Medieval Latin inscription on the side of the arch advises that fish with heads and fins longer than the marble slab must be given to the Custodians.

In the Middle Ages, the Via del Portico d'Ottavia became part of the pilgrim route. Because of its proximity to Tiber bridges and possible enemy access points, many buildings in this area were fortified. One of these was the Theatre of Marcellus, across from the Portico.

In the 13th century, an important event changed the destiny of this area: the Roman Jewish Community began to move here from Trastevere. In 1555, following the example set by Venice, Pope Paul IV issued a Papal bull that established this area as the Jewish Ghetto, making it mandatory for Roman Jews to live here. The area was enclosed by walls and became so densely populated that the palazzos were tightly packed side by side. Built up to 6 or 7 stories high, they began to spill over into the streets. This overcrowding led to a grim decline.

In the late 1800s, the French tried to improve the area with massive demolitions, but it was the Fascist period that spelled the death blow for the Portico Ottavia, through the indiscriminate widening of many of the old streets.

Die Portikus der Octavia (lateinisch Porticus Octaviae) ist eine Säulenhalle in Rom.

Sie geht zurück auf die nach 146 v. Chr. von Quintus Caecilius Metellus Macedonicus erbaute Porticus Metelli. An ihrer Stelle ließ zwischen 33 und 23 v. Chr. Augustus im Namen seiner Schwester Octavia einen völlig neuen Bau errichten. Der Komplex umfasste auch eine Bibliothek und eine Curia. In den Jahren 80 und 203 wurde die Portikus bei Bränden beschädigt, aber wieder aufgebaut.Sie enthielt zahlreiche plastische Kunstwerke, u. a. die erste öffentlich ausgestellte Statue einer römischen Frau, nämlich der Gracchenmutter Cornelia, 34 Reiterstatuen aus Bronze von Lysippos, die Alexander den Großen mit den in der Schlacht am Granikos gefallenen Generälen darstellten, und eine Figurengruppe des Heliodoros.

Die Portikus der Octavia befindet sich zwischen dem Circus Flaminius und dem Marcellustheater. Sie ist auf der Forma Urbis abgebildet.Die Säulenhalle umschloss einen rechteckigen Bereich; sie war 119 m breit und etwa 132 m tief. Einige Säulen der Südostecke beim Theater des Marcellus wurden ausgegraben, und Teile des Haupteingangs, der sich an der zum Tiber hin gelegenen Schmalseite der Portikus befand, sind erhalten. Dieser trug einen Giebel und bestand aus einer Doppelhalle mit zwei Reihen korinthischer Säulen. Der erhaltene Teil des Haupteingangs, nämlich der Giebel sowie zwei Säulen der äußeren Reihe und drei der inneren, bildet den Eingang zur Kirche S. Angelo in Pescheria. Seit den Ausgrabungen in den 1990er Jahren sind vor der Kirche weitere Fundamente freigelegt.

Etwa ab dem 10. Jahrhundert wurden im Zuge der Aussiedlung der Juden aus Trastevere sowohl die Portikus der Octavia als auch die Bögen des Marcellustheaters in Geschäfte und Werkstätten umgewandelt; die Portikus selbst war etwa bis zur Zeit Giovanni Battista Piranesis, Mitte des 18. Jahrhunderts, ein Fischmarkt. Die daran vorbeiführende Straße trug deshalb den Namen „Via della Pescheria“ (Fischmarktstraße) bis zu ihrer Umbenennung in „Via del Portico d’Ottavia“ im Jahr 1871.

Um die Portikus entstand allmählich das jüdische Ghetto Roms, aus dem in der „Judenaktion“ in der Nacht vom 15. zum 16. Oktober 1943 1007 Personen deportiert wurden, von denen nur siebzehn zurückkehrten.

Am 16. Oktober 2002 gab Bürgermeister Walter Veltroni dem kleinen Platz an der Via del Portico d’Ottavia vor den Ausgrabungen vor dem Marcellustheater und der Kirche Sant'Angelo in Pescheria, dem Ort der Deportation der Juden im Jahr 1943, den Namen Largo 16 ottobre 1943. Die dort angebrachte Tafel erwähnt im Zusatz die Deportazione degli Ebrei di Roma.

Additional Hints (Decrypt)

haqre gur fgbar

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)