La polveriera della Linea Cadorna completamente ricavata nella montagna ospita locali per armi e munizioni; è caretterizzata all'interno dalla doppia camera, o "casetta",per conservare l'esplosivo per le cariche e i proiettili al riparo dall'umidità,ed è annessa ad una caserma su due piani,destinata al presidio posto a ridosso del banco di roccia.
Nella costruzione dell'intera fortificazione, tutta la popolazione fu chiamata all'opera:uomini e donne dai 17 ai 60 anni con regolare passaporto,certificato di moralità.buona condotta e certificato sanitario.
La costruzione rappresentò anche un escamotage per far ripartire l'economia locale totalmente in blocco a causa della guerra.
Sebbene i lavori della Linea Cadorna presero avvio nei territori verbanesi e ossolani nel 1915, a Mergozzo si conservano testimonianze d'archivio che documentano l'interessamento del Genio Militare al rilievo del Montorfano, già alcuni anni prima, evidentemente per la posizione strategica rilevante di questo luogo.
Il 14 Luglio 1911 la Direzione del Genio di Novara si rivolge al Comune di Mergozzo,informandolo degli studi in atto per la realizzazione di una strada militare d'accesso alla vetta del Montorfano e chiedendo informazioni sulle cave in attività,l'elenco dei proprietari, i canoni di sfruttamento,la posizione giuridica dei concessionari con l'obiettivo di valutare l'utilizzo delle pietre locali per le costruzioni.
Tre settimane più tardi, il 12 Agosto, il Comune risponde chiedendo di fissare un appuntamento per discutere di tutte le complesse questioni.
In un'altra comunicazione,datata 28 Novembre 1911,il Genio sostiene la necessità di allacciarsi alla sorgente della falda a nord-ovest del Montorfano e di usufruire dell'acqua per rifornire fontanelle ed abbeveratoi da stabilirsi lungo la strada.
Il 1° Maggio 1912 iniziano i lavori preliminari per tracciare la strada, mentre il 13 Maggio viene comunicato che:"....un distaccamento di lavoratori alpini con la giornata di domani inizierà alcuni lavori lungo la falda di Montorfano, assicurando di avere la massima cura senza cagionare danni di rilievo...".
Nonostante le parole rassicuranti contenute nella missiva,le modalità sbrigative di avvio dei lavori, con conseguenti espropri ed occupazioni di terreni privati senza indenizzi, innescheranno controversie con i proprietari che si protrarranno per un decennio dopo la fine del primo conflitto mondiale.