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Ricixxx-Teresa Gullace Traditional Cache

Hidden : 2/4/2017
Difficulty:
4 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:

Ricixxx-Teresa Gullace


Teresa Gullace, da nubile Talotta (Cittanova, 8 settembre 1907 – Roma, 3 marzo 1944), è stata una donna italiana uccisa dai soldati nazisti durante l'occupazione di Roma, freddata da un colpo di pistola mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi.

La sua morte ebbe una notevole eco nella città, e la sua figura divenne ben presto un simbolo della resistenza romana; la sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista Roberto Rossellini, che prenderà spunto dalla Gullace per il personaggio della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani nel film Roma città aperta.


Nata a Cittanova, in Calabria, ma trasferitasi a Roma in gioventù, Teresa Gullace all'epoca dei fatti era casalinga, aveva 36 anni, cinque figli ed era incinta del sesto. Suo marito, Girolamo Gullace, venne arrestato dai nazisti il 26 febbraio 1944 nel corso di un rastrellamento e portato nella caserma dell'81º di fanteria in Viale Giulio Cesare, per essere inviato nei campi di lavoro forzato in Germania. Qui, la mattina del 3 marzo, la donna andò a reclamare, insieme alle madri, mogli, figlie di altri prigionieri, gridando a gran voce che venissero liberati i loro cari. Tra le manifestanti, era presente un cospicuo nucleo di militanti della resistenza romana.

Secondo le testimonianze rilasciate, fra gli altri, dalla partigiana Laura Lombardo Radice, dopo aver scorto il marito alla finestra, Teresa tentò di avvicinarsi a lui, forse per consegnargli del pane e formaggio, o solo per parlargli, incurante del divieto urlatole da un sottufficiale tedesco che, vedendola avvicinarsi alla caserma, le sparò un colpo con la sua Luger, uccidendola.

Lo sdegno e la rabbia popolare montarono immediatamente: la "gappista" Carla Capponi estrasse d'impulso una pistola puntandola contro l'uccisore, ma fu subito circondata dalle donne presenti ed arrestata dai tedeschi. Nella confusione, un'altra partigiana, Marisa Musu, ebbe la prontezza di sottrarle l'arma e di infilarle in tasca la tessera di un'associazione fascista, che sarà determinante per farle riacquistare la libertà. Le militanti comuniste Laura Lombardo Radice, Adele Maria Jemolo e Marcella Lapiccirella improvvisarono invece una protesta pacifica, allestendo una camera ardente lì in strada, pregando e ricoprendo il corpo dell'uccisa con mazzi di fiori sempre più numerosi. Secondo quanto invece raccontato dal partigiano Rosario Bentivegna i gappisti presenti alla manifestazione risposero al fuoco uccidendo un fascista e ferendone diversi

La protesta fu tale che i nazisti furono costretti a liberare il vedovo Girolamo Gullace. Nel pomeriggio, Laura Lombardo Radice e Pietro Ingrao stesero il testo di un manifestino sull'accaduto, che fu ampiamente diffuso.

Nei giorni e nelle settimane seguenti (segnati, fra l'altro, dalla strage delle Fosse Ardeatine), la tragica storia divenne una delle icone della resistenza, e numerosi gruppi partigiani cittadini, dai Gruppi di azione patriottica allo stesso Comitato di Liberazione Nazionale, resero la sfortunata donna uno dei simboli della loro lotta.

Roma città aperta è considerato il manifesto del neorealismo e uno dei capolavori assoluti del cinema mondiale. Ha ottenuto il Grand Prix come miglior film al Festival di Cannes 1946. Vinse anche due Nastri d'Argento, per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). Il film ottenne anche una nomination al Premio Oscar come migliore sceneggiatura originale.

La scena centrale del film - diversamente dalla vicenda reale - rappresenta l'uccisione di Pina/Teresa Gullace mentre corre dietro a un camion che porta via il marito catturato dai tedeschi e non fu girata in Viale Giulio Cesare ma in Via Raimondo Montecuccoli, al quartiere Prenestino-Labicano. Da ricordare che in questa scena (ripresa da due inquadrature) Anna Magnani cadde troppo presto rispetto a quanto era previsto, quindi si decise di sfruttare sia l'inquadratura laterale sia quella frontale, in modo che la sequenza risultasse più lunga.

Oltre che dal film di Rossellini, la figura e la vicenda di Teresa Gullace sono state celebrate anche dal Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone, che nel 1977 la insignì della Medaglia d'oro al merito civile.

Al suo nome è inoltre dedicata una lapide in Viale Giulio Cesare, dove fu uccisa e nei pressi è nascosta la cache

Nel 1981 le è stato intitolato un liceo scientifico in Piazza dei Cavalieri del Lavoro, nel quartiere Don Bosco della capitale, che ospita anche un suo busto realizzato dallo scultore Ugo Attardi. La struttura, edificato negli anni 30, era ex orfanotrofio ENAOLI (Ente Nazionali Assistenza Orfani dei Lavoratori Italiani) cui fu data la concessione nel 1979 dall'ente dei Cavalieri del Lavoro, per essere adibito ad istituto scolastico con la dicitura provvisoria di Liceo Scientifico Statale Trentaduesimo. L'intitolazione definitiva, risultato di una petizione tra studenti e docenti, fu accompagnata da accesissime polemiche di natura ideologica.

Nel quartiere Alessandrino, sempre a Roma, le è stato intitolato un Centro di Formazione Professionale.

La città di Cittanova le ha dedicato la sua via natale.

La sua vicenda ha inoltre ispirato il film "Anna, Teresa e le resistenti", per la regia di Matteo Scarfò, uscito nel 2011.



Teresa Gullace Talotta was born in Cittanova, Calabria, in the south of Italy, on 8th of September 1907. In the ‘30s she moved to Rome where she lived with her husband Girolamo and their five sons.

On the 26th February of 1944 during a SS searching, her husband was caught and taken to a barrack in the centre of Rome (Viale Giulio Cesare). Even though she was expecting the sixth son, Teresa went to the prison every day in an attempt to see Girolamo and give him a hunk of bread, some cigarettes, a clean shirt.

 

On the 3rd of March, there was a great crowd outside the barrack because in the previous days hundreds of men had been arrested during Nazi mopping up operations. Teresa elbowed her way to the front row and saw her husband clinging to the window bars. Holding a bundle in her hands, she crossed the street going towards the barrack though a Nazi soldier ordered her to stop and levelled his gun at her. Teresa tried to explain to him that she just wanted to throw the bundle to her husband but the soldier was unmoved. Teresa started to shout her anger and contempt against that man who did not feel pity for a helpless woman. Maybe an unexpected movement or a misunderstanding, a sudden reaction of the soldier, a shot fired from his Luger, then the tragedy.

Laura Lombardo Radice, a partisan witness, saw Teresa die without a cry, fall on the ground with a line of blood dripping from her mouth, her eyes open wide. She was 37 years old. For a second everything remained motionless but it was only a moment. A scream of pain and cries of indignation rose among the crowd. While her dead body was taken away, thousands of women gathered around the place where Teresa had been brutally murdered in order to protect it. They knelt, invoked prayers, spontaneously covered the blood stains still on the ground with bunches of flowers.

Teresa’s violent death caused such a sensation in the whole city that the soldiers had to release Girolamo in a few weeks. For the partisans Teresa became a martyr to the Resistance, a woman who rebelled against fascism that broke up families deporting men or making them enlist and reducing women in a condition of extreme poverty, hunger and degradation.

Additional Hints (Decrypt)

Zntargvp, ybj

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)