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114 - Gaeta - Belvedere sulla rupe Traditional Cache

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Zeddicus_Zorander: [english text follows]
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Zeddicus Zu'l Zorander

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Hidden : 2/4/2017
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:

Da qui lo splendore del mare e della storia potrai ammirare....

ma tra le infide barriere dovrai guardare....


Gaeta

Gaeta è un comune italiano di 20 876 abitanti della provincia di Latina nel Lazio meridionale.

Geografia fisica

Territorio

Sorge nel golfo omonimo sul Mar Tirreno e dista circa 80 km da Napoli e 120 km da Roma. Nel Golfo di Gaeta, che si estende dal promontorio del Circeo a Capo Miseno, sfociano i fiumi Garigliano e Volturno.

Clima

Storia

Origini del nome

Le origini del nome di Gaeta (in latino: Caieta, in greco Kaièta, Καιέτα, in albanese: Kajeta, ka jeta) sono tuttora avvolte nella leggenda:

  • Strabone non parla della città ma solo del golfo, detto "Καιάτα" (Kaiata), nome che deriverebbe dal termine "καιέτα" (caieta) usato dai Laconi (fondatori, secondo lui, di Formia) per indicare ogni cosa cava, con chiaro riferimento all'ampia insenatura del golfo stesso; lo stesso autore riporta però anche che altri fanno derivare il nome da quello della nutrice di Enea;
  • Diodoro Siculo collegò queste terre al mito degli Argonauti facendo derivare il nome della città da Aietes, mitico padre di Medea (figlia di Circe), la maga innamorata di Giasone.
  • Virgilio, nell'Eneide trovò la sua origine nel nome della nutrice di EneaCaieta, sepolta dall'eroe troiano in quel sito durante il suo viaggio verso le coste laziali. Dante Alighieri, quasi a significare la storicità dell'Eneide, confermò l'avvenimento.
  • Altre fonti prendono il nome di Gaeta da Aiete, figlio del dio sole Elio, il cui soprannome è "L'Aquila"; egli sarebbe il fratello della nota Maga Circe. Questo appellativo le sarebbe stato dato per l'insolita struttura geografica della città che ricorda appunto la testa di questo famoso rapace.

Storia antica

I primi insediamenti nel territorio di Gaeta risalgono al X-XI secolo a.C., ma fu solo nel 345 a.C. che finì sotto l'influenza di Roma.

Durante il periodo romano Gaeta divenne un luogo di villeggiatura molto rinomato, frequentato da imperatori, ricchi patrizi romani, da consoli e da famosi senatori dell'epoca. Per favorire la loro venuta fu persino costruita una nuova strada romana, la Via Flacca, più breve rispetto all'Appia. Il suo territorio, peraltro, è situato all'interno di quell'area geografica denominata, in epoca imperiale, Latium adjectum. Tale nome era infatti riferito ai territori "aggiunti", in seguito alle prime espansioni di Roma verso sud, al Latium vetus (terra di origine dei latini), con la conseguente scomparsa di altri popoli preromani (Volsci, Equi, Ernici e Ausoni). Ormai già con Augusto e la sua riforma amministrativa, i territori di Gaeta ricadevano nella regione unica che i romani chiamavano con il nome Latium e che terminava proprio con l'attuale confine con la Campania del fiume Liri-Garigliano.

Di quel periodo restano visibili molte vestigia, come ad esempio il Mausoleo che sorge sulla sommità di Monte Orlando di Lucio Munazio Planco, console romano, prefetto dell'Urbe, generale di Giulio Cesare (attraversò con lui il fiume Rubicone, fu al suo fianco nelle campagne galliche) di Marco Antonio e di Ottaviano detto Augusto.

Medioevo

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente iniziò un periodo buio di transizione, caratterizzato da continui saccheggi prima da parte delle popolazioni barbariche, in seguito dai Saraceni. Proprio per la sua caratteristica posizione su di una penisola naturale, facilmente difendibile, piano piano si trasformò in un castrum: Gaeta fu fortificata con cinte murarie e sulle pendici di Monte Orlando; sulla zona alta dell'antico borgo medioevale sorse il castello di Gaeta a difesa dell'abitato, e le popolazioni delle zone limitrofe si trasferirono all'interno delle mura per trovare ospitalità, rifugio e protezione.

 
Gaeta medievale

Le prime notizie del castello risalgono al VI secolo nella guerra contro i Goti, nel X secolo se ne fa cenno all'interno delle carte del Codex diplomaticus cajetanus, ma notizie certe della sua esistenza si hanno solo nel XII secolo.

Già nel IX secolo Gaeta si rese autonoma dall'autorità imperiale bizantina e nell'anno 839 la carica di Ipata venne assunta da Costantino, figlio del conte Anatolio. Il Ducato di Gaeta conquistò quindi gradualmente la sua indipendenza e restò in vita per circa due secoli, nel corso dei quali Gaeta ebbe una propria solidità militare, un'autonomia politica, un'autonomia giurisdizionale, dei propri istituti giuridici civici, una propria moneta (il "follaro") e un considerevole sviluppo economico attraverso i ricchi traffici commerciali marittimi.

Nel periodo che va dall'839 al 1140 Gaeta può essere considerata a pieno titolo anche una Repubblica Marinara I gaetani difesero la loro libertà e l'indipendenza del ducato attuando una saggia e produttiva azione politica e militare. In questo ambito risultarono di notevole rilievo le alleanze stipulate con i principali Stati autonomi del meridione d'Italia per combattere le continue scorrerie saracene. Particolarmente significativa l'alleanza che portò alla costituzione della Lega Campana, di cui si fece principale promotore il Papa Leone IV per la difesa di Roma. Nell'estate dell'849 la Lega campana fu protagonista della storica Battaglia di Ostia, immortalata con un mirabile affresco da Raffaello nelle stanze vaticane. Una flotta costituita dalle navi delle repubbliche marinare di Amalfi, Gaeta, Napoli e Sorrento, sotto la guida del console Cesario di Napoli, sbaragliò i saraceni che si apprestavano a sbarcare presso Ostia con l'intento di operare l'invasione di Roma. Successivamente, nel 915, il Duca di Gaeta Giovanni I contribuì alla costituzione della lega cristiana che sconfisse i saraceni nella Battaglia del Garigliano, altro fondamentale episodio bellico la cui conclusione fu determinante per limitare in modo definitivo la presenza araba nel Centro Italia. La fine del ducato fu causata dall'annessione al regno di Sicilia, esteso sino a tutto il meridione d'Italia dopo le conquiste di re Ruggero II.

 
Panorama del castello

Il ducato autonomo di Gaeta resta tale fino all'inizio dell'XII secolo, quando il duca Giovanni V fu deposto dal Principe di Capua, dopo l'invasione normanna della città del 1140, ad opera di Ruggero II di Sicilia della dinastia degli Altavilla. Quest'ultimo fu comunque assai benevolo nei confronti di Gaeta lasciandole numerosi privilegi, come ad esempio una moneta propria e una significativa autonomia politica, tanto da permetterle, al pari di Amalfi, di preservare in parte l'antico carattere di repubblica marinara. Con Ruggero II nacque quello che per i successivi sette secoli sarà, tranne per il periodo 1504-1707 del vicereame spagnolo, un regno unitario, indipendente e sovrano, l'unico in tutta Europa a conservare integralmente per così lungo tempo i suoi limiti territoriali, con Gaeta a fungere in più occasioni da seconda capitale e strategica città di confine con lo Stato della Chiesa.

Durante il governo della dinastia di origine Sveva, Gaeta vide rafforzarsi la sua funzione di vera e propria "chiave di accesso" al regno. Infatti Federico II di Svevia venne in diverse occasioni a Gaeta e, durante le lotte tra guelfi e ghibellini, creò delle fortificazioni per difendere meglio i confini: nel 1223 fece costruire quelle per il castello di Gaeta (che quindi era già esistente all'epoca).

Durante il governo delle dinastie di origine Angioina e Angioina-Durazzesca (1266-1435) la città continuò a ricoprire un ruolo rilevante nello scenario politico e militare del regno. Dal 1378 fu per qualche anno la residenza dell'antipapa Clemente VII, alleato della Regina Giovanna I. Dal 1387 vi si stabilì, temporaneamente in esilio, l'erede al trono Ladislao dei d'Angiò-Durazzo, che celebrò in città, il 21 settembre 1389, le sue nozze con Costanza di Chiaramonte, figlia del Conte di Modica e Vicario del Regno di SiciliaManfredi III Chiaramonte. Salito successivamente al trono, Re Ladislao fu particolarmente riconoscente nei confronti di Gaeta concedendole ulteriori e importanti privilegi tesi a rafforzare la sua autonomia. Anche la futura Regina Giovanna II, sorella di Ladislao, soggiornò per molto tempo a Gaeta, dove scelse di farsi incoronare nel 1419.

Dal 1435 Alfonso V d'Aragona fece di Gaeta la base per la conquista del trono di Napoli a discapito di Renato, ultimo sovrano della dinastia Angioina a regnare nel Meridione d'Italia, sconfitto definitivamente nel 1442. Fu con l'arrivo della dinastia Aragonese che alcuni influenti personaggi locali, passati in disgrazia, vennero costretti ad abbandonare Gaeta, tra cui Giovanni Caboto, che si rifugiò a Venezia nel 1461, prendendone la cittadinanza 15 anni dopo. Durante questo periodo la città fu munita di un nuovo castello, il cosiddetto "Alfonsino", adibito a reggia, mentre il vecchio (chiamato "Angioino") fu ampliato e unito al nuovo. Nella seconda metà del secolo la città fu governata dai Baroni de Gemmis di Castel Foce, casato derivante da una antica famiglia patrizia romana.

Il re capì quanto fosse importante il possesso di tale città e volle ulteriormente fortificare Gaeta, con l'aggiunta di due nuove cinte murarie (oggi scomparse). Gaeta subì ben quattordici assedi che coincisero con importanti avvenimenti, a partire dalla sconfitta del Ducato di Gaeta (con annessione al Regno di Sicilia) fino all'ultimo assedio, fatale per i destini del Regno di Napoli, quello tenuto nel 1860-'61 dalle truppe del generale piemontese Enrico Cialdini (che sarà poi nominato duca di Gaeta) e che diede inizio all'unità d'Italia.

 
Lungomare

Storia moderna

Con la dominazione spagnola, iniziata nel 1504, lo Stato unitario del Sud Italia perse la sua indipendenza divenendo un vicereame, ciononostante il ruolo di "piazzaforte" di Gaeta fu ancor più accentuato e la città fu dotata su ordine di Carlo V di nuovissime fortificazioni bastionate, alle pendici del Monte Orlando, aggiornate contro le ultime e più potenti armi da fuoco.

Nel 1571 si radunò nel porto di Gaeta la flotta pontificia che, al comando dell'ammiraglio Marcantonio Colonna, salpò il 24 giugno 1571 per unirsi al resto della flotta cristiana, comandata da don Giovanni d'Austria, per combattere i saraceni. Il comandante della flotta pontificia aveva ricevuto il 20 giugno 1571 dal Papa San Pio V lo Stendardo di Lepanto, realizzato in seta, che doveva essere issato sulla nave ammiraglia pontificia.

L'ammiraglio Colonna nella Cattedrale di Gaeta, davanti a Sant'Erasmo, fece voto che se avesse vinto avrebbe donato lo Stendardo di Lepanto alla Cattedrale di Gaeta e lo avrebbe posto ai piedi del santo, patrono dei marinai. La battaglia navale tra la flotta della "Lega Santa" e la flotta dell'Impero ottomano ebbe luogo il 7 ottobre 1571 a Lepanto e fu vinta dalle forze cristiane. Al suo ritorno in Gaeta Marcantonio Colonna mantenne fede al giuramento fatto e oggi lo stendardo è esposto nel museo diocesano.

 
Mappa del 1764

Nel 1734 Gaeta fu conquistata da Carlo III di Borbone, fondatore del ramo napoletano della dinastia dei Borbone. Con Carlo III il Regno di Napoli riconquistò dopo 230 anni la sua indipendenza tornando ad essere lo Stato-Nazione più esteso e importante della penisola. Il 25 novembre 1848 il papa Pio IX si rifugiò a Gaeta, ospite di re Ferdinando II di Borbone, in seguito alla proclamazione della Repubblica Romana ad opera di Giuseppe Mazzini, e vi rimase fino al 4 settembre 1849, periodo durante il quale Gaeta fu capitale mondiale della cristianità assumendo la denominazione di Secondo Stato della Chiesa. E fu proprio durante questo soggiorno che papa Pio IX, secondo la tradizione illuminato dallo Spirito Santo durante le sue preghiere presso la Cappella d'Oro, decise di scrivere l'enciclica Ubi Primum con cui interrogava l'Episcopato cattolico sulla opportunità di proclamare il Dogma dell'Immacolata Concezione, cosa che avvenne al suo ritorno a Roma.

Il 13 febbraio 1861 Francesco II di Borbone si arrese a Gaeta, ultimo baluardo del suo regno, capitolando all'assedio delle truppe del generale Enrico Cialdini (Assedio di Gaeta 1860-1861): cessò così di esistere il Regno delle Due Sicilie.

Il Borgo di Gaeta, frazione di Gaeta fuori le mura, con Regio Decreto del 15 marzo 1897, diventò comune autonomo sotto la spinta dei suoi esponenti liberali. Prese il nome di "Comune di Elena" in onore dell'allora principessa Elena, futura regina d'Italia. Trenta anni dopo, esattamente con Regio Decreto del 17 febbraio 1927, i Comuni di Gaeta e di Elena vennero uniti nuovamente sotto il nome Gaeta. Il Borgo di Gaeta oggi si identifica come rione Porto Salvo.

La Città di Gaeta era parte dell'antica provincia di Terra di Lavoro del Regno delle Due Sicilie. Quando il regime fascista nel 1927 riorganizzò gli ambiti amministrativi territoriali italiani, volendo quel regime per motivi politici ridimensionare la Provincia di Terra di Lavoro, incorporò Gaeta nella nascente Provincia di Littoria (poi chiamata Latina).

FONTE WIKIPEDIA

Additional Hints (Decrypt)

zntargvpn

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)