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* cOnTrAdA LaRgA * Traditional Cache

Hidden : 3/6/2017
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:

Qui siamo al centro…la via di Trento per antonomasia
“Contrada Larga si rende in realtà la più spatiosa di tutte, posta in dirittura anche di sito, e i prospetto nobile, havendo Palaggi, e Casamenti continui, che la spalleggiano; ma vi manca il più bello, ch’è il Passo. In occasione però di Prencipi ci si fa cavalcata, e vi si drizzano Archi Trionfali”. 


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E’ una delle strade più belle e policrome della città, contornata da armoniosi palazzi del Rinascimento italiano e da leggiadre facciate barocche.

La Contrada, nel Medioevo, era contornata da torri e da fortilizi, ed era stretta e sinuosa.Pare che si chiamasse, secondo una specie di regolamento artigiano, Contrada degli Scutai; comunque nel 1367 era detta Contrada della Piazza e nel secolo successivo Contrada dei Belenzani, dalla nota famiglia che vi abitava.

Ma Bernardo Clesio la fece “adrizzar e salezar“.

Abbattuti i portici di legno e le torri che la restringevano, la strada fu chiamata Larga o anche Contrada della Piazza comune. Era attraversata da una roggia coperta con tavolati da potersi levare in vari punti.

Sui suoi fronti si insediarono, con le consuete operazioni di accorpamento di lotti contigui, in una cortina sempre più ininterrotta, e già a partire dal tardo Quattrocento, numerosi palazzi nobiliari, fra i più prestigiosi della città, che si arricchiscono di sfarzose facciate affrescate. Scarsa rimane, invece, e rimarrà fino ad oggi, l’incidenza della via Belenzani nella vita quotidiana della cittadinanza, poiché resterà sempre sostanzialmente priva dell’animazione apportata dal passeggio e dalle attività commerciali.

Ampia ed elegante è fiancheggiata da palazzi rinascimentali di tipo veneto, taluni con facciate affrescate. In particolare, al n. 20 il cinquecentesco palazzo Geremia, dalla ricca facciata affrescata, con medaglioni, bifore e trifore; poco distante, al n. 32, coeva, la casa Alberti Colico, dalla facciata ricca di monofore e con affreschi attribuiti al Fogolino. Di fronte, palazzo Thun, già residenza dell'omonima famiglia, oggi sede del Municipio. In fondo alla via prospetta la chiesa di S. Francesco Saverio, massima espressione dell'architettura religiosa barocca della città.

Municipio Vecchio (n. 54)

Antica sede del Magistrato Consolare, il Municipio Vecchio è un complesso di edifici che si estende tra via Cavour (l’antica Contrada di Santa Maria) e via Belenzani (l’antica Contrada Larga).

Il prospetto orientale fu completamente rifatto in stile neoclassico dall’ingegnere Antonio Bassi nel biennio 1837-1838: è sormontato dall’aquila civica e da quattro statue settecentesche già collocate nel giardino del Castello del Buonconsiglio. Il motto latino “Montes argentum mihi dant nomen que tridentum” (i monti mi danno l’argento e il nome di Trento) allude alla mitica origine del nome della città. Prima del rifacimento, sulla facciata era visibile un affresco raffigurante una scena di decapitazione, tradizionalmente identificata come il tragico epilogo della rivolta del 1407 capitanata da Rodolfo Belenzani.

Palazzo Quetta Alberti-Colico (n.32)

La facciata è caratterizzata dalla sovrapposizione di affreschi cinquecenteschi a preesistenze quattrocentesche. Motivi floreali e fregi all’antica denotano l'influenza del colorismo veneto. La partitura del prospetto, frutto dell’accorpamento di due preesistenti lotti medievali, è arricchita dall'inserimento del balconcino con bifora e della trifora in asse con il portale, sovrastato dal monogramma di San Bernardino sorretto da due angeli scolpiti a rilievo. Durante il Concilio il palazzo ospitò varie personalità tra cui i cardinali legati Girolamo Seripando, famoso teologo agostiniano, e Bernardo Navagero, vescovo di Verona.

Palazzo Geremia (n. 20)

L'edificio, costruito a cavallo tra XV e XVI secolo, si segnala come uno dei primi esempi compiuti dell'architettura rinascimentale trentina e anticipa molte soluzioni adottate nei palazzi di epoca clesiana.

L’anonimo pittore che affrescò la facciata manifesta una cultura figurativa affine a quella veronese e vicentina di fine Quattrocento. In evidenza temi storico-morali quali: l'incontro di Massimiliano I con la cittadinanza, la ruota della Fortuna, Marco Curzio a cavallo, il sacrificio di Muzio Scevola e di Lucrezia. Anche l'inquadramento degli elementi in pietra, scandito dalle eleganti quadrifore, riporta a schemi tipici della coeva architettura veneta. Oggi è la sede di rappresentanza del Comune di Trento. Non è visitabile, salvo previo accordo con gli uffici comunali.

Palazzo Thun (n. 19)

II palazzo è una delle più significative residenze gentilizie della città.

Per quattro secoli, a partire dal 1454, fu proprietà della famiglia Thun, il cui stemma campeggia sugli spigoli della facciata e sulla chiave d’arco del portale. Il prospetto sull’antica via Larga presenta tracce di una decorazione a finto bugnato. Accorpato ad altri edifici, venne radicalmente rinnovato alla metà del XVI secolo. Fu utilizzato per alcune congregazioni nella fase finale del Concilio di Trento, quando ospitò i cardinali legati Ercole Gonzaga e Giovanni Morone. In questo periodo i palazzi Quetta, Thun e Geremia erano uniti da un ponte di legno appositamente costruito per comodità dei padri conciliari. In un secondo tempo la struttura fu prolungata fino a raggiungere la chiesa di Santa Maria Maggiore. Essenziali opere di restauro, dirette dall'architetto bresciano Rodolfo Vantini, si svolsero a partire dal 1831. Nel 1873 fu acquistato dal Comune di Trento diventando sede municipale. E' visitabile solo il cortile interno. Cappella Vantini e Torre Mirana vengono aperte in occasioni di mostre ed eventi.

FTF: Alessandro94 8.03.17 ore 19:45

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Additional Hints (Decrypt)

jvaqbj, anab naq zhttyrf!!! cnl nggragvba naq uvqr ntnva va fnzr cbfvgvba!

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)