![](https://imgproxy.geocaching.com/b9f56d03c22833553647a82585fa4b55e4707cf1?url=http%3A%2F%2Fwww.societastorica-dellevallidilanzo.it%2Fimages%2Fstrada_viu_5.jpg)
La strada carreggiabile che da Lanzo e Germagnano arriva fino a Viù, è la principale via di comunicazione della Valle di Viù: dopo aver collegato il comune capoluogo nel 1842, raggiunse Lemie e poi Usseglio nel 1896. Dalle Porte di Viù si può ammirare una bella panoramica di tutta la Valle di Viù: dal piccolo paesino da cui la valle prende il nome, fino alla cima del Monte Rocciamelone (3.528 m), che chiude la valle al confine con la Val di Susa.
![](https://imgproxy.geocaching.com/0383549bf6189d9b50b7325ca17a589789745c4f?url=http%3A%2F%2Ffiles.spazioweb.it%2Faruba34923%2Fimage%2Fvi-dalle-porte.jpg)
Il territorio del comune di Viù si è sviluppato in una conca naturale a cavallo del torrente Stura di Viù, affluente del fiume Stura di Lanzo. Tra i più vasti d'Italia, occupa una superficie di 8849 ettari; salvo rare eccezioni, si presenta abbastanza ripido, ricco di boschi, Sul territorio del comune di Viù sono disseminate ben 34 frazioni, ancora tutte abitate, almeno nella stagione estiva.
Ricche foreste coprivano, anticamente, anche le rocce del Calcante; e narravano i vecchi che uno scoiattolo poteva scendere dalla cima dell'Uia fino alle case di Viù, di albero in albero, senza toccar terra. Cagione del disboscamento fu lo sfruttamento delle miniere di ferro per fondere e lavorare il metallo, specialmente per la fabbricazione dei chiodi. Frequente è ancor oggigiorno il nome di Chiovataro, e ricordano le vecchie lavorazioni i nomi delle due frazioni Forno e Fucine. Anche le capre furono causa di scomparsa del bosco. Nel 1910 però si incominciò il rimboschimento di uno dei fianchi Sud del Calcante.
Fonte: Wikipedia