ATTENZIONE: nonostante la zona di giorno sia piuttosto frequentata, sconsiglio la ricerca di notte, perché si tratta tutt'oggi di una zona di spaccio.
La storia
Il 18 marzo 1978 verso le 19.30 i due ragazzi si incontrano alla Crota Piemunteisa di via Leoncavallo, uno dei luoghi di ritrovo abituale dei giovani del centro sociale. Nella sala biliardo, lo diranno poi vari testimoni, ci sono quella sera tre giovani che nessuno aveva mai visto prima. Fausto e Iaio si avviano per andare a cenare a casa Tinelli. Sarebbero ritornati al centro alle 21. Fra le 19.30 e le 19.45 si incamminano e all'altezza di via Mancinelli, alle 19.55 circa, di fronte al cancello di ferro della Sir James Henderson School, sono ferme alcune persone. I due ragazzi raggiungono il gruppo. C'è uno scambio di battute tra Fausto, Iaio e gli altri in attesa, poi i tre aprono il fuoco: 8 colpi calibro 32 e scappano, due di essi hanno in mano dei sacchetti, probabilmente di plastica (tecnica al tempo molto in voga tra i gruppi fascisti romani per non lasciare cadere dei bossoli), e indossano impermeabili chiari. Il terzo porta un giubbotto marroncino. Tutti e tre si allontanano lungo via Mancinelli. Iaio è già morto mentre Fausto agonizzerà fino all'arrivo dell'autoambulanza e morirà durante il trasporto all'ospedale. I funerali vennero celebrati nella vicinissima chiesa di Casoretto i 22 marzo 1978.
Come altri omicidi del periodo, anche quello di Fausto e Iaio è molto nebuloso. In effetti non si è mai arrivati ad una vera e propria conclusione: il caso fu archiviato definitivamente nel 1999, perché non si avevano abbastanza prove a carico degli indagati, gli estremisti di destra Massimo Carminati, Claudio Bracci e Mario Corsi. Quando quest'ultimo fu arrestato nel '78 a Roma per l'aggressione ad alcuni militanti della nuova sinistra, nella sua casa vennero trovate le fotografie di Fausto e Iaio e dei loro funerali, che Corsi dice di aver preso dall'archivio di uno zio giornalista a Cremona. Altre ipotesi del coinvolgimento di Corsi e del suo gruppo vengono da alcuni pentiti dell'estrema destra, uno dei quali parlò anche di una sorta di confessione ricevuta da Corsi al telefono.
Si suppone che il movente fossero le approfondite indagini che i ragazzi stavano conducendo (con interviste sul campo, registrate meticolosamente su nastri, poi trafugati misteriosamente dopo la loro morte) sul traffico di eroina e cocaina nel loro quartiere di Casoretto e nelle vicine zone di Lambrate e Città Studi. Difatti la rete di spaccio era quasi certamente gestita dalla malavita organizzata e dell'estrema destra milanese.
La controinformazione condotta da alcuni giornalisti indipendenti e militanti del Centro Sociale Leoncavallo porta ad individuare nel bar Pirata (centro di ritrovo dei neofascisti della zona) il luogo di ritrovo degli autori materiali dell'omicidio, ma le indagini ufficiali non hanno mai individuato né i mandanti né gli esecutori di questo delitto.
Nel 2011 la madre di Fausto mosse un'esplicita accusa contro i servizi segreti italiani, i quali, a suo dire, avrebbero ucciso i due ragazzi. La faccenda sarebbe legata al delitto Moro.
Qui ho fatto un veloce riassunto di una faccenda parecchio complicata. Rimando, per chi volesse saperne di più, a: http://www.faustoeiaio.info/
La bellezza
Proseguendo verso sud lungo via Mancinelli troverete un murales, in corrispondenza del punto esatto in cui 39 anni fa avvenne l'omicidio. Fu realizzato nel 1978 e ridipinto nel 2007 dai ragazzi del liceo artistico di Brera (notare sulla sinistra la targa piazzata dall'Associazione Familiari e Amici di Fausto e Iaio). Inoltre nel 2012 i giardini di piazza Durante furono intitolati ai due ragazzi similmente alla stessa via Mancinelli, anche se quest'ultima in via non ufficiale.
La Cache
Piccolo contenitore mimetizzato nell'arredo urbano, contenente il solo logbook. Perfavore riposizionare il contenitore nell'esatta posizione.