La miniera di magnesite di Campolecciano ebbe una storia abbastanza limitata nel tempo ma insieme alle altre della zona rappresentò la più importante fonte italiana di approvvigionamento di questo minerale nei primi decenni del 1900 ed in particolare nel periodo del primo conflitto mondiale, quando dall’Austria non era più possibile importare la magnesite proveniente dalla Stiria.
Si trattò quindi di miniere d’importanza strategica in quanto dalla magnesite si ricavava l’ossido di magnesio con il quale si costruivano i mattoni refrattari per rivestire gli altoforni per la produzione di acciaio la cui richiesta era enormemente aumentata a causa delle necessità imposte dalla guerra.
La coltivazione del giacimento, iniziata nel 1914, proseguì fino al 1929 e terminò definitivamente nel 1939 dopo anni di sfruttamento meno intensivo essenzialmente a causa delle elevate impurezze di silice presenti nel minerale che rendevano difficile la sua utilizzazione industriale.
Attualmente sono ancora visibili i resti delle antiche lavorazioni, che sono stati e sono tuttora meta di appassionati ricercatori che esplorando l’area con l’obiettivo di reperire campioni di minerali hanno fatto alcuni decenni orsono una importantissima scoperta: la melanoflogite.
Questo rarissimo minerale, polimorfo della silice, si presenta in aggregati globulari di 1-3 mm perfettamente limpidi ed incolori, del tutto simili a gocce di rugiada, e meno frequentemente in aggregati biancastri di cristalli cubici o anche in piccoli cristalli isolati.
.Campolecciano magnesite mine had a fairly limited history but together with the others in the area it represented the most important Italian source of supply of this mineral in the first decades of 1900 and in particular in the period of the First World War, when Austria did not it was more possible to import magnesite from Styria. It was therefore a matter of strategic importance since magnesite was obtained from magnesium oxide with which the refractory bricks were built to cover the blast furnaces for the production of steel whose demand was greatly increased due to the necessities imposed by the war . The cultivation of the field, which began in 1914, continued until 1929 and finally ended in 1939 after years of less intensive exploitation essentially due to the high silica impurities present in the mineral which made its industrial use difficult. Currently, the remains of the ancient works are still visible, which have been and still are the destination of passionate researchers who, exploring the area with the aim of obtaining samples of minerals, have made a very important discovery some decades ago: melanoflogite. This very rare mineral, polymorphic of silica, appears in globular aggregates of 1-3 mm perfectly clear and colorless, very similar to drops of dew, and less frequently in whitish aggregates of cubic crystals or even in small isolated crystals.