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Paleocristiana Traditional Cache

Hidden : 8/17/2018
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
2.5 out of 5

Size: Size:   small (small)

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Geocache Description:


La basilica di San Vincenzo in Prato è un luogo di culto cattolico di Milano situato in via Daniele Crespi, non lontano dalla Darsena.

Si tratta dell'unica chiesa milanese che conservi un autentico stile paleocristiano del primo tipo canonico, simbolo della semplicità; per l'assenza di sovrapposizioni di altri stili, è un catalogo vivo delle componenti architettoniche e le suggestioni dell'idea Paleocristiana, assai adatto alla didattica. Può anche dare l'idea di come fosse la prima antica Basilica vetus, perché ha similitudini di forme, proporzioni ed aspetti stilistici.

Storia

La prima più antica chiesa fu fondata dal re longobardo Desiderio, nell'anno 770, che la dedicò alla Vergine. Poi mutò dedicazione in San Vincenzo, perché furono trovate le sue spoglie, conservate in urna nella Cripta, assieme a quelle di San Quirino e Nicomede, trovate nell'859, e di Sant'Abbondio trovate nel 1000. L'epiteto “In Prato”, fu acquisito perché sita nel podere detto Prata, del vescovo Odelperto.

Nell'806 fu aggiunto alla chiesa un monastero benedettino, e tra il IX e XI secolo, i monaci ricostruirono la chiesa ormai cadente, ma sullo stesso impianto ed aspetto.

Nel 1520 il monastero fu soppresso e nel 1598 la chiesa fu restaurata ed adibita a parrocchia.

Nel 1797, in seguito alle leggi napoleoniche e come molti templi italiani, la chiesa fu sconsacrata per essere adibita a magazzino militare, stalla e caserma; nell'Ottocento fu adibita a fabbrica di prodotti chimici e, curiosamente, il campanile era usato come ciminiera[1].

Finalmente, nel 1880-90, su sollecitazione delle Commissioni cittadine facenti capo all'Accademia di Belle Arti di Brera, l'architetto Gaetano Landriani, responsabile dei restauri alla vicina Basilica di sant'Ambrogio, la restaurò conferendole l'aspetto attuale e la ripristinò al culto ponendola sotto il territorio della parrocchia di sant'Ambrogio. In questo restauro la chiesa venne ornata da decorazioni neopaelocristiane opera del pittore Attilio Nicora.

Nella seconda metà del secolo XX una successione di interventi degli architetti milanesi Vito e Gustavo Latis ha lavorato sulle pavimentazioni (1962), sul tetto (1973), ha realizzato la riforma degli altari a seguito del Concilio vaticano II con l'eliminazione di alcuni dei rifacimenti ottocenteschi "in stile" tra cui gran parte delle decorazioni pittoriche e gli amboni e balaustre in cemento, nonché la ricollocazione come pala d'altare della quattrocentesca "Madonna del pianto" (1972-78), ha realizzato l'inserimento delle nuove vetrate su disegno di Marta Latis (1980-88), il restauro della cripta (1989).[2]

Descrizione

Architettura

 
Interno

Questa piccola basilica paleocristiana in mattoni a vista e che misura 40 per 20 metri circa, è sopravvissuta con l'originale struttura perché a ogni restauro non fu mai modificata sostanzialmente ed è l'unica che rimane a testimoniare il più antico aspetto della cristianità milanese.

Fu costruita sul luogo di un tempio romano eretto sulla via per Vigevano e forse dedicato a Giove o un oratorio che si trovava al centro di una necropoli romana, di cui alcuni reperti sono murati sul fianco sinistro esterno della chiesa.

Sull'altare maggiore è visibile un bell'affresco della Crocifissione del XV secolo detto la Madonna del pianto proveniente dalla vicina demolita chiesa di San Calocero e attribuito alla scuola degli Zavattari. Nella navatella di destra è collocato un frammento di affresco sempre proveniente da S. Calocero, la Madonna dell'aiuto; nella navatella sinistra una colonna romana che sosteneva fino al 1885 la prima campata dell'arcata sinistra. La cripta è, assieme alla cripta di San Giovanni in Conca, l'unica cripta romanica originale rimasta a Milano.

Il battistero ottagonale che si trova all'esterno, sulla sinistra, è opera dell'architetto Paolo Mezzanotte e venne aggiunto nel 1932 con la benedizione del cardinale Schuster: la Pietra santa qui contenuta e facente parte del fonte battesimale, proviene dalla Chiesa di San Nazaro in Pietrasanta, demolita nel 1889 per lasciare spazio alla nuova Via Dante[3]. Le tre semplici porte in rame sbalzato sono dello scultore Geminiano Cibau.

Fonte Wikipedia.org

Additional Hints (Decrypt)

Zntargvpn - 10z Zrepngb Cncvavnab

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)