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La strada del Ponale Traditional Geocache

Hidden : 10/14/2018
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
2 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:


La strada che vi condurrà alla cache e che consigliamo caldamente di percorrere fino al lago di Ledro, ha una storia che parte lontana nel tempo e che cercheremo di riassumere.

Innanzitutto il Ponale: è un torrente, che ha origine dal Lago di Ledro e termina nel Lago di Garda. Lungo il suo percorso fa anche un salto con una cascata di 30 metri.

A tal riguardo nel 1893 iniziarono i lavori per la costruzione di una centrale idroelettrica che sfruttasse la sua energia. L'opera fu poi minata e resa inservibile durante la Prima guerra mondiale.

Lungo la valle solcata dal torrente, specie nei mesi estivi, soffia un vento chiamato Ponal, di forte intensità.

Bene, e ora passiamo alla strada e alla sua storia.

Giacomo Cis, classe 1782, è il nome che va ricordato parlando della strada del Ponale. Fu Cis che fece predisporre, sostenne, sollecitò, suggerì e ideò il progetto che avrebbe tolto per sempre la valle di Ledro da quell’isolamento secolare cui era stata costretta per la mancanza di strade carrozzabili.

I lavori ebbero inizio il primo febbraio 1848 e quando si stavano dando gli ultimi colpi di piccone, il 3 gennaio 1851, l'ideatore di questa via morì. Poco dopo la sua morte la strada fu ultimata e aperta al pubblico.

L'andamento planimetrico è piuttosto tortuoso perché il tracciato ha dovuto seguire la configurazione delle pareti del Monte Rocchetta con rientranze nei numerosi valloncelli che scendono dal monte, ad esempio la rientranza della valletta dello Sperone.

Per attenuare la tortuosità, Giacomo Cis previde originariamente la perforazione di tre gallerie delle dimensioni massime di 5 x 5 metri. Ora le gallerie sono diventate sette.

Il piano carreggiabile era pavimentato con una massicciata di sassi ricoperti con ghiaia. Il transito continuo di carri con carichi anche superiori ai 50 q. facevano diventare la ghiaia polvere e perciò doveva venire sostituita ogni anno.

Nel corso dei vari decenni furono eseguite a più riprese opere di sistemazione quali ingenti scavi di roccia, allargamenti, muri di sostegno e di parapetto per portare quasi ovunque la larghezza della strada a 5.5 metri; il parapetto iniziale era un muretto di sassi e malta dell'altezza di soli 80 cm., sostituito poi, a tratti, con pilastrini sempre in pietre e malta collegati da due putrelle in ferro.

Il capo stradino che per decenni svol­se in silenzio, ma con una totale dedizione il proprio lavoro nel tratto Riva-Biacesa della strada del Ponale fu Giacomo Santi che, con i pochi mezzi a disposizione, a cui spesse volte doveva sup­plire con accorgimenti e con sistemi improv­visati del tutto personali, fin dalle prime ore del mattino faceva sempre trovare il manto stradale in condizioni perfette di agibilità, privo della più piccola pietra che nella notte fosse caduta dall'alto.

Per quanto riguarda gli incidenti mortali sul lavoro ne successe uno e fu durante l'allargamento della setti­ma galleria avvenuta nel 1952: il 25 novembre di quell’anno rimase schiacciato sotto un grosso masso, staccatosi sopra l'im­bocco a valle di questo settimo tunnel, Giacomo Vicari di Pregasina, di soli venti anni.

Carri su carri scende­vano carichi di merci, di molto legname, di legna da ardere, di manufatti e prodotti della terra. Da Riva salivano di ritorno con derrate e con le più svariate merci. I "carradori", così venivano chiamati coloro che avevano carri propri, a volte partivano da Riva sul far della sera. Accendevano una lanterna a petrolio messa bene in vista per essere scorti dai loro omonimi che scendevano dalla vallata e poi, dato che il traino era di una lentezza esasperante a causa della pendenza stradale, di solito usavano addormentarsi facendo tutto un sonno fino al proprio paese.

La strada era percorsa giornalmente da due dei quattro gendarmi austriaci che tenevano l'ordine a Riva e nel circondario e si reca­vano in pattuglia fino all'albergo di Biacesa.

Così, tra carriaggi, turisti che, desiderosi di godersi lo stupendo panorama salivano a volte in diligenza ed a volte a piedi e valligiani che scendevano al piano per affari, la strada era, più o meno, sempre frequentata.

Nel 1891 transitarono le prime automobili e, superato il secolo, nel 1911 vennero allestite regolari corse di automessaggerie postali.

Quando si concluse la Prima guerra mondiale finalmente la strada del Ponale tornò ad essere la principale via di transito tra la vallata del Sarca e quella di Ledro: ricominciarono a percorrerla dei mezzi motorizzati di trasporto pubblico. Le autocorriere della ditta Leonardo Leonardi di Riva, che avevano sostituito le automessaggerie postali, compivano il percorso da Riva fino ai paesi della Valle del Chiese con corse giornaliere di linea, trasportando merci e passeggeri.

Con il trascorrere degli anni, la strada divenne di gran transito e, nonostante la sua carreggiata non superasse i 5,50 metri in larghezza e le sue curve in certi punti fossero difficoltose, essa rispondeva egregiamente agli scopi per cui era stata costruita, fino a veder transitare negli ultimi anni addirittura dei camion rimorchio.

Sul finire degli anni '50, il fondo stradale è stato asfaltato, i muretti di protezione rinforzati ed in alcuni punti, dove era possibile, sono stati fatti dei lavori di allargamento e, soprattutto, alle gallerie ne sono state aggiunte di nuove. A volte, infatti, specie nei periodi di forti piogge e del disgelo, qualche frana cadeva dalle pareti rocciose sovrastanti ed occupava con massi e pietrame il fondo stradale. Ma questi erano inconvenienti di normale amministrazione ed in tanti anni successe solo qualche rara volta che il tratto Riva Ponale non fosse transitabile per poche ore. E a differenza di altre strade più confortevoli e più dotate di protezioni, vedi ad esempio la Gardesana orientale, la strada del Ponale non causò mai la morte di persone.

Il decennio tra il 1990 ed il 2000 rappresenta un vero e proprio calvario per la strada del Ponale, tra frane e minacce di chiusura definitiva, tanto che il 30 marzo 1999 si costituisce il Comitato Giacomo Cis per la salvaguardia della strada del Ponale e della Tagliata del Ponale: parte una frenetica attività di sensibilizzazione che porta ad organizzare a Riva del Garda, Arco ed in valle di Ledro numerose serate storiche dove viene proiettato un documentario prodotto per l’occasione; viene organizzata una suggestiva visita guidata alla Tagliata del Ponale, due giornate ecologiche sempre alla Tagliata con la raccolta di ben due container di immondizie, una biciclettata nel Basso Sarca chiamata Lumaca Bike. Ma soprattutto vengono raccolte 10.000 firme per salvaguardare la Ponale, di cui circa la metà sono straniere, che sono depositate presso la Biblioteca di Riva del Garda. Si mobilita anche il Museo Civico con una mostra ed un libro dell’Associazione Riccardo Pinter, dal titolo “A picco sul lago”. La massiccia mobilitazione, che porta l’argomento ad essere discusso più volte nei Consigli comunali di Riva del Garda e Molina di Ledro nonché in Consiglio provinciale, fa maturare la decisione dell’agosto 2002 della Giunta provinciale di Trento di trasformare l’ex strada del Ponale in sentiero, cosa che si è realizzata il 14 luglio 2004 (giornata della “Presa della Ponale”): si era così rimaterializzata la speranza di poter passeggiare nuovamente su questo tracciato tra panorami mozzafiato, profumi mediterranei mescolati a quelli alpini, rocce strapiombanti e affascinanti gallerie utilizzate nella prima guerra mondiale.

Non lontano da GZ c'è "L'alto Belvedere": considerato che la strada del Ponale era molto frequentata, una famiglia abbiente decise di costruire una casa proprio qui. Per realizzare questa impresa si impegnò tutta la famiglia, ma solo uno di loro lasciò il paese, il Bortolo. E si stabilì in questa nuova casa aprendovi un'osteria che ebbe buon successo. La relativa licenza fu rilasciata il 9 marzo 1900 a Toniatti Giuseppe di Bortolo.

Sul versante opposto della valle c'erano due cascate che dalla mezza costa scaricavano nel torrente Ponale una grande quantità di acqua incutendo un brivido ai visitatori. I turisti, attratti da questo orrido, dimostrarono molto interesse a tale incanto, perciò il Toniatti, non tardò a costruire una stradina discendente fino ad uno spuntone di roccia da dove si poteva godere la più bella vista e qui vi costruì anche un belvedere.

Per accedere allo spettacolo, dovevano però pagare un biglietto d'ingresso del valore di 20 centesimi che veniva rilasciato dall'apposito finestrino aperto nella seconda casa.

Pronti a partire???

Potete affrontare la passeggiata a piedi o in mtb (ci sono parecchi negozi che noleggiano mtb a Riva). La macchina va lasciata in uno dei parcheggi del paese. Il percorso è in leggerissima pendenza quindi non serve essere ben allenati. Il fondo è sterrato.

Il sentiero, per il 2018, è aperto fino al 4 novembre.

Seguiranno aggiornamenti

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