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Villa Triste Traditional Cache

Hidden : 7/16/2019
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:


[ITALIAN VERSION] Italian Versione

A Firenze c’è un luogo-simbolo che i più ignorano, i giovani non lo conoscono, alcuni lo hanno rimosso e per altri è un segno di grande sofferenza: Villa Triste.

Villa Triste è il nome con cui sono conosciuti alcuni luoghi di tortura aperti dai nazifascisti durante gli ultimi anni della seconda guerra mondiale.

Particolare rilevanza, durante la breve esistenza della Repubblica Sociale Italiana, la Villa Triste di Firenze. Essa si trova in un palazzo situato in via Bolognese 67, attualmente privato.

Ospitò anche una sezione della polizia politica tedesca (il SD: Sicherheitsdienst) e di un reparto della milizia repubblichina, la 92ª legione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (conosciuta come Banda Carità), nel periodo dal settembre 1943 ad agosto 1944. I tedeschi concessero ai fascisti l'uso dei piani inferiori e degli scantinati del caseggiato, dove fu organizzato il Reparto Servizi Speciali, corpo in cui confluirono criminali di tutti i tipi in cambio di una sorta di amnistia e personaggi dalla salute mentale discutibile.

I locali occupati dai fasciti della Banda Carità (il gruppo che inflisse i maggiori danni all'organizzazione partigiana in Toscana e nel Veneto) furono luogo di atti efferati, quali stupri e torture di tutti i tipi: pestaggi molto violenti, estirpazione delle unghie, evirazioni e occhi cavati, sigarette spente sui capezzoli alle ragazze e molti altri.

Molte furono le vittime dei torturatori e pochi riuscirono a sopravvivere e Villa Triste venne utilizzata come carcere e luogo di torture fino alla Liberazione di Firenze, nell'agosto del 1944.

Lo spiazzo su cui si affaccia fu in seguito intitolato a Bruno Fanciullacci. Una lapide scritta da Piero Calamandrei ricorda gli atti di terrore e di coraggio compiuti. 

Questa lapide purtroppo rimane coperta, nascosta da un oleandro che si trova nel giardinetto davanti al portone d’ingresso del palazzo ed è impossibile da leggersi agli occhi dei passanti. Addirittura fu proposto da qualcuno di rimuoverla “per  cancellare la memoria, nascondere   ciò che di atroce in quel palazzo era accaduto nel periodo settembre 1943- agosto 1944”, ma poi nel 2018 per  iniziativa del Consiglio Comunale della città, delle associazioni partigiane e delle istituzioni Comune, Regione, Città Metropolitana è stata apposta nel muro di fronte a Villa Triste, di proprietà del Ministero di Grazia e Giustizia,  una nuova lapide, con le stesse parole dettate allora da Piero Calamandrei

Villa Triste è famosa anche perché proprio in quel lugo fu convocato Gino Bartali e vi rimase incarcerato per due giorni. Un gerarca infatti aveva intercettato delle lettere, indirizzate a Bartali, provenienti dal Vaticano e che lo ringraziano per il suo aiuto. 

“Di che aiuto si tratta, Bartali? Cosa ha fatto per meritarsi i ringraziamenti del Vaticano? Ha portato armi?”
“Io nemmeno so sparare!”.
“E allora ha portato altre cose! Lo confessi”.
“Ho solo mandato caffè, farina e zucchero e altro cibo ai bisognosi”.
“E lei mi vuole far credere che il Vaticano scriverebbe a un campione come lei per ringraziarla di aver mandato caffè, farina e zucchero?”.
“Questa è la verità” insiste Bartali.
Carità lo fissa con i suoi occhi da rettile.
“Vediamo se in cella si schiarisce le idee”.
Gino finisce incarcerato per due giorni, nelle stanze di Villa Triste.
Al terzo giorno lo riportano in cantina, ma Carità non è solo, si è portato tre altri militari. L’aguzzino fascista gli rifà la stessa domanda.
“Cosa ha fatto per il Vaticano, Bartali? Portava armi? O altro?”.
Gino insiste: “Caffè, farina e zucchero”.
Carità perde la pazienza, urla, ma uno dei tre ufficiali con lui è un militare che ha avuto Gino al suo servizio, ai tempi della leva.
“Conosco Bartali, è sempre stato uno sincero, uno che dice la verità. Se i ringraziamenti erano per farina e zucchero, allora è vero. Non perdiamo tempo con lui”.
Carità, riluttante, si convince a liberare il ciclista, anche perché gli americani si avvicinano a Firenze e c’è bisogno di lui e dei suoi uomini per combatterli.
Gino esce tutto intero da Villa Triste, incredulo di essersi salvato per le parole di quel militare che pensava di conoscerlo così bene.

Ma sappiamo tutti che quali erano i reali motivi per cui il Vaticano lo ringrazia. Infatti per tutto il tempo in cui ha corso lungo la Firenze – Assisi, nel telaio della bicicletta, Bartali aveva nascosto fotografie e altre carte necessarie a fabbricare documenti falsi destinati a centinaia di ebrei da salvare.

Se volete leggere tutto il brano che racconta questa storia potete cliccare su questo link.

In quest'altra pagina invece potete trovare una testimonianza di uno dei pochi sopravvissuti alle torture.

IMPORTANTE: LA CACHE NON È DENTRO IL PALAZZO, NON OLTREPASSATE IL CANCELLO. PER FAVORE RIMETTERE ESATTAMENTE COME È STATA TROVATA. ATTENZIONE AI BABBANI!! 

 

[ENGLISH VERSION] English Versione English Versione

Villa Triste is the name of some places of torture used by the Nazi fascists during the last years of World War II. Villa Triste in Florence is particularly important for the history and it is located in Via Bolognese 67. It was used as a prison and a place of torture until the Liberation of Florence, in August 1944. Many were the victims of torturers and few managed to survive.

Near the palace there are two tombstones with a sentence written by Piero Calamandrei: the first is not visible from the road, the second (of 2018) in the opposite wall.

 

 WARNING: THE CACHE IS NOT INSIDE THE PALACE.  DO NOT CROSS THE GATE. PLEASE REPLACE EXACTLY AS FOUND. ATTENTION: MUGGLES!! 

Additional Hints (Decrypt)

Zntargvp

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)