Porta Altinia è il terzo varco realizzato nei primi anni del 1500 a Sud di Treviso. L’aspetto, variato nella storia per gli adattamenti dettati dalle moderne strategie militari, è decisamente meno maestoso rispetto alle Porte di San Tomaso e di Santi Quaranta, ma forse più elegante ed aggraziato.
Il nome “Altinia” deriva dalla città verso cui era orientata, ossia Altino, città romana devastata dagli Unni guidati da Attila (che tra il 400 ed il 500 portarono al saccheggio dei territori di Padova, Vicenza e Verona) da cui deriverebbe pare, l’altro nome della porta ovvero Altilia e dalla fusione dei due nomi, simili per assonanza, si è giunti al nome di Altinia.
Porta Altinia è l’unico passaggio rimasto della cinta di mura medievali, inglobato nella cerchia cinquecentesca e quindi rinforzato ed innalzato, nella sua storia, con sovrastrutture allo scopo di adeguarsi alle diverse condizioni a cui le mura dovevano sopperire.
Secondo la storia, da Porta Altinia transitavano tutte le merci da e per Venezia che non seguissero la via fluviale del Sile; così la Porta servì per un lungo periodo sia come baluardo militare che come simbolo del collegamento di Treviso con Venezia ed il Veneto orientale in generale.
I collegamenti con la Repubblica marinara durarono fino alla fine del settecento quando l’esercito francese al comando di Napoleone occupò il Veneto interrompendo quel forte legame che aveva unito Treviso a Venezia per oltre quattro secoli. L’occupazione francese di Treviso durò meno di una ventina d’anni e la sua fine coincise con la disfatta della campagna di Russia.
Il rivestimento della facciata, ricco di motivi decorativi a bassorilievo, in pietra d’Istria sembra indicare il desiderio e l’intenzione di esprimere raffinatezza e grazia piuttosto che possanza e robustezza strutturale.
Sul prisma murario, più alto che largo, si inserisce l’arco a sesto ribassato, rinfiancato da lesene reggenti una fine trabeazione sulla quale poggia l’imponente bassorilievo del leone alato di San Marco ed in antico la statua della Madonna e dell’angelo annunziante. Le lesene tuttavia non proseguono a reggere la cornice del tetto e nessun elemento architettonico fa ritenere che ciò rientrasse in un progetto generale. (Fonte: https://www.trevisoinfo.it/portaaltinia.htm )
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Porta Altinia (Altinia Gate) is the third door raised in the first years of 16th century in the Treviso South area. The appearance changed in the history for the alterations imposed by the modern military strategies, it is less stately than Porta San Tomaso (St. Thomas Gate) and Porta Santi Quaranta (Forty Saints Gate) even if it is finer and prettier.
The name "Altinia" comes from the town towards which it was turned, namely "Altino", the Roman town devastated by Huns led by Attila (who pillaged the grounds near Padua, Vicenza and Verona) from which the other names might come, that is "Altilia" and it is arrived at the name "Altinia" from the combination of two names, similar in assonance.
Porta Altinia is the last gate belonging to the oldest medieval walls, included in the sixteenth-century circle; this door was stiffened and it was raised, in its history, by superstructures to adapt itself to different conditions to which the walls had to make up for.
According to the history all the goods, which went to Venice or which came form Venice, had to pass through Porta Altinia (Altinia Gate); thus the Gate worked as military bastion for a long period, but also as symbol of link among Treviso and Venice and the East Veneto.
The links with the Maritime Republic lasted till the end of 18th century when the French army, at Napoleon’s service, occupied Veneto and thus it stopped that strong bond which had united Treviso with Venice for more four centuries.
The French occupation of Treviso went on less twenty years and its end corresponded with the defeat of the Russia campaign.
The facing façade by Istrian stone is rich in decorations with bas-relieves, it seems to express refinement and grace or strength and structural sturdiness.
The segmental arch fits in wall prism which is higher than wide, this arch is supported by some pilasters holding up elegant trabeation on which the impressive bas-relief (the winged lion of St. Mark) is leaning, while there were the statues of Madonna and of the angel heralding some centuries ago. The pilasters don’t continue supporting the cornice of the roof and no architectural element gets to think this was included in a general scheme. (Fonte: https://www.trevisoinfo.com/portaaltinia.htm )
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