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Comacchio Traditional Cache

Hidden : 3/19/2022
Difficulty:
2 out of 5
Terrain:
1 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

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Geocache Description:


PONTE DEGLI SBIRRI

 

 

 

Il ponte degli Sbirri o della Ca' sorge nello snodo centrale delle comunicazioni fra i canali, in cui si articolavano i flussi della città. Qui si intersecano le linee di est-ovest e nord-sud, così da essere questo un passaggio quasi obbligato per raggiungere i poli della Loggia del Grano, la Piazza Grande, la Pescheria, l'Ospedale degli Infermi (attuale Museo Delta Antico) e la porta dei Trepponti, dalla quale si arrivava al mare aperto nei primi decenni del 1600 e che portò Comacchio sull'Adriatico, facendone quindi una città di mare.

 

La particolare collocazione urbana ad incastro su un incrocio completo di due tra i canali di più intenso traffico e di maggior grandezza, fa sì che la sua struttura sia tra le più articolate tra i vari ponti.

 

Si tratta di una costruzione complessa, risultando da un insieme di tre arcate: una maggiore sul canale della Marchesana (ora via Edgardo Fogli) che scorre di fronte alla residenza vescovile e due minori, la prima sul canale della Pescheria (o della Salara) e la seconda sulla prosecuzione del canale davanti all'ospedale, entrambe poste perpendicolarmente alla maggiore.

 

Le arcate, molto ribassate, mattoni in fino alle spalle del ponte e in pietra d'Istria fino alla base di imposta, presentano uno spessore di tre teste (38 cm). Si accede alle due volte minori da cinque rampe di scale che collegano le sei roste dell'incrocio; e alla volta centrale che si protende sul canale del vescovo da due ulteriori gradinate. La particolare dislocazione del ponte, inoltre, determina anche la diversa forma delle rampe sulle varie stalie. La singolarità del rapporto del ponte con l'edificio delle ex carceri è evidenziato dalle due rampe che vi si addossano: una, angusta, che scende in fregio alla parete stalia di sinistra del canale della Salara o della Pescheria, l'altra, ampia , che scende sulla via Agatopisto.

 

Non ultimo, il ponte, quasi a figurare questo legame, assume comunemente il nome di ponte delle Carceri o delle Prigioni, ma anche quello di ponte della Ca' o degli Sbirri, derivato dal fatto che il carcere sorgeva sul lato settentrionale del demolito Palazzo del Bargello o della Gendarmeria (Ca' del Bargello), zona sulla quale nella seconda metà dell'Ottocento venne innalzato a Palazzo Bellini.

 

I Ponti di terza categoria sono i ponti più famosi e strutturalmente complessi di Comacchio: quello detto delle Carceri o degli Sbirri, che consente di superare l’incrocio completo di due canali, mediante più arcate variamente collegate e disposte e con accessi da diverse strade, e quello comunemente detto oggi Tre Ponti (o Trepponti), in grado di collegare, pur mantenendo sempre la navigabilità dei canali, le diverse stalie (o rive pedonali) di più canali.

 

MUSEO DELTA ANTICO

 

 

 

Il Museo è allestito nell’imponente architettura neoclassica del Settecentesco Ospedale degli Infermi (1771/1784). Realizzato da Antonio Foschini e Gaetano Genta, costituisce uno degli edifici più significativi e monumentali del centro storico di Comacchio. Il museo presenta testimonianze archeologiche del territorio, dall'età protostorica sino al medioevo. Attraverso l’esposizione di quasi duemila reperti e grazie a ricostruzioni e apparati di guida, viene narrata la storia del popolamento umano in corrispondenza dell'area deltizia padana. Il Po, i numerosi canali navigabili e le vie di terra hanno rappresentato nei secoli importanti vettori commerciali e culturali di comunicazione tra le civiltà del mondo Mediterraneo e l’Europa continentale.

 

Il museo è suddiviso in sezioni tematiche e cronologiche.

 

 

 

La sezione dedicata al Delta antico – territorio e ambiente - tratta dei cambiamenti dell’ambiente naturale nel corso dei millenni, dalla formazione della pianura padana sino ai giorni nostri. Cambiamenti avvenuti attraverso cicli alterni di glaciazioni e di invasioni marine, con la creazione di paesaggi diversissimi quali tundre, foreste, lagune.

 

La sezione Prima di Spina, dedicata all’età del Bronzo finale e Primo ferro, espone i rinvenimenti archeologici più antichi della zona. Essi sono relativi a insediamenti umani coevi a quello di Frattesina di Fratta Polesine (Rovigo), centro ben conosciuto per i commerci tra il Mediterraneo e l’Europa continentale nell'epoca antecedente all'affacciarsi di Adria e Spina sull'Adriatico.

 

La sezione “Spina, crocevia del mondo antico” è relativa all’Età arcaica e classica ed è incentrata sulla storia della città etrusca di Spina, porto e avamposto etrusco per il commercio da e per l’Oriente mediterraneo. Di questa città sono descritti i rapporti con Atene e la civiltà greca e con le popolazioni etrusche, venete, celtiche, la vita quotidiana degli abitanti e la struttura urbana di città lagunare “leggera”.

 

La sezione “Un territorio senza città” presenta l'area deltizia in età romana, quando essa era compresa nell'orbita di Ravenna, che dall'età augustea era città importante e sede della flotta Imperiale adriatica. Il delta si presenta come una terra di colture agricole estensive, produzione “industriale” di laterizi e di vendita, allevamento del pesce e viticoltura. Mantiene il ruolo di centro di riferimento per il collegamento via acqua e terra tra Roma e il nord, l'Adriatico e le regioni balcaniche. Il delta è stato teatro dell'eccezionale ritrovamento, nel 1981 a Comacchio (Valle Ponti), di una nave romana con l'intero suo carico, testimonianza dell'epoca di Augusto e del mondo globalizzato di Roma.

 

 

 

La sezione “Comacchio, un emporio sulla sabbia” racconta soprattutto l'epoca alto medievale che ha visto, a fronte della decadenza di molte città romane, la nascita di nuovi insediamenti come Venezia e Comacchio, protetti da fiumi e lagune lungo la costa nord adriatica, in una terra contesa tra Goti, Bizantini e Longobardi. Comacchio nasce dunque come emporio commerciale in tempi in cui le vie mediterranee e quelle lungo il fiume Po, sono ancora attive, efficienti e floride.TORRE DELL'OROLOGIO

 

 

 

Buona parte delle informazioni riguardanti l'origine e la storia della Torre dell'Orologio le troviamo nelle lapidi affisse ai lati del suo basamento. Lo studio delle antiche raffigurazioni di Comacchio e della ricca documentazione d'archivio permettono di comporre una narrazione sufficientemente compiuta.

 

Nella prima metà del Trecento venne eretta una torre civica della quale, però, non si trova più traccia nella prima metà del 1500.

 

In una nota della magistratura cittadina, data 7 giugno 1560, si decide di erigere una torre in piazza, sulla quale porre un orologio (acquistato dai monaci di Pomposa), dedicata alla Madonna della Visitazioneche, come da tradizione iconografica, viene rappresentato in piedi, senza Bambino, nell'atteggiamento classico delle braccia aperte nel segno di accoglienza.

 

Nel 1644 si registra inoltre la decisione di illuminare la "beatissina Vergine posta sopra la Torre" con due torce "per meglio abelimento" della statua e per dare luce anche alla piazza.

 

Questa torre, tozza e quadrata, crolla nel 1816. Rovina al suolo anche la statua contenuta all'interno della nicchia che, nei documenti, viene citata come Madonna con Bambino (quindi, non si sa quando e perchè, la statua originaria è stata sostituita ). Questa statua viene ricoperta nella Chiesa del S.Rosario e lì vi rimane fino alla fine del secondo conflitto mondiale.

 

Nel 1823 inizia i lavori per la costruzione di una nuova torre (l'attuale), sempre dedicato alla Madonna della Visitazione, la cui statua rimane Torre fino alla II Guerra Mondiale, i bombardamenti infatti la distrussero assieme a parte della torre.

 

Una foto degli anni 1930/40 (tratta dal prezioso archivio fotografico di Ariberto Simoni) testimonia la presenza della statua della Madonna dentro la nicchia.

 

Una volta completato il restauro della Torre dell'orologio, intorno al 1950/60, fu ricollocata la statua della Madonna col Bambino (quella salvatasi dal crollo del 1816 e messa in deposito alla Chiesa del S. Rosario) ed è quella che tutt'ora possiamo ammirare.

LA LOGGIA DEI SIGNORI

 

 

 

Inserita all'interno di un più ampio progetto di riorganizzazione territoriale operato dalla Santa Sede a Comacchio nei primi decenni del Seicento, la rinascita urbana della città viene condotta attraverso un programma articolato di provvedimenti edilizi capaci di rilanciare l'immagine di una nuova 'civitas' . Provvedimenti non disgiunti da un complessivo risanamento dell'economia valliva e dall'adeguamento di un sistema idraulico in grado di garantire collegamento al mare, salute alla città e vita alle valli.

 

 

 

Un disegno strategico finalizzato al potenziamento delle funzioni urbane inizia a delinearsi con la realizzazione della Loggia pubblica, un edificio 'molto nobile' che 'si rende considerabile per il lustro e gran comodo che concede alla città'. La collocazione scelta ha sia un valore simbolico che una ragione funzionale: sorge nel centro storico, all'incrocio tra le due vie, d'acqua e di terra, più importanti che attraversano la città, si collega al ponte di piazza e alla Torre dell'Orologio. Un nodo urbano che riesce a saldare una nuova centralità civile e mercantile che si affianca al fulcro della vita religiosa rappresentato dal duomo, dalla sua piazza e dal campanile.

 

Oltre che granaio della comunità, doveva essere un luogo ove 'per causa di negozio si potessero li negozianti adunare'. 

 

Colonne in pietra d'Istria e pilastri in laterizio sostengono al piano superiore un'aula rettangolare, nella quale veniva immagazzinato il grano per la 'pubblica provvigione', rivestita all'esterno da un semplice paramento di laterizi a vista, alleggerito da aperture quadrate e incorniciate.

 

Le prime deliberazioni attestano al 1614 la partenza dei lavori di costruzione che, sospesi per non precisati motivi due anni dopo, verranno poi conclusi nel 1620.

 

L'edificio sorge in luogo di una precendete Loggia, abbattuta tempo prima, traccia della quale si trova in un'antica carta della città della II metà del '500.

 

Rovinata in parte al suolo nel 1660 verrà chiesto di farla 'col sentimento del Cav. Danese', per dare continuità all'impronta architettonica con cui l'architetto ravennate ormai delineato Comacchio aveva.

 

Le ultime ricerche storiografiche accreditano il progetto all'architetto GB Aleotti alla cui matita pare possibile ricondurre anche il disegno costruttivo della Chiesa del S.Rosario.

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Additional Hints (Decrypt)

Zntargvpn

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)