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Bigattiera di Villa Roncioni Traditional Cache

Hidden : 3/27/2022
Difficulty:
2.5 out of 5
Terrain:
2 out of 5

Size: Size:   other (other)

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Geocache Description:


Vi accompagno in un viaggio lungo due secoli che si svolge ai piedi del “monte che per i Pisan veder Lucca non ponno”, in quei luoghi dove la nobiltà di un tardo rinascimento posava le prime pietre di maestose ville, ninfei, cappelle, grotti e... bigattiere.

Sfortunatamente la villa e la bigattiera non sono visitabili, anche se affacciandosi dal cancello si riescono a intravedere entrambi. Anni fa ho avuto l'occasione di poter visitare il parco della villa e la bigattiera per realizzare una proposta di restauro di quest'ultima: ho così modo di condividere qui foto e rilievi di questo gioiello che sfortunatamente in pochi negli ultimi anni hanno avuto la possibilità di vedere coi loro occhi.




 La storia 

Un'attività produttiva che andava "di moda" tra i benestanti e nobili tra Settecento e Ottocento, oltre ai più tradizionali agricoltura e allevamento, fu per un breve periodo l'allevamento dei bachi da seta, i cosiddetti "bigattini". Nel 1816 si assiste a una sorta di bacomania che invade la nobiltà lombarda, piemontese e veneta, la ricca borghesia possidente e perfino alcuni parroci illuminati, e non passarono molti anni che anche in Toscana arrivò questa particolare moda.

È del 1824-1826 la realizzazione della bigattiera della villa, proprietà all'epoca del cavalier Francesco Roncioni, a opera del maestro Alessandro Gherardesca. Sempre del Gherardesca è la risistemazione del parco della villa, la Cappella neogotica e il Ninfeo neoclassico: un lungo asse visivo
e organizzativo, costituito dal viale — che a oggi è ricordato solo da due statue di leoni posti su alti podii al di là del cancello di ingresso — penetra fino al cuore del parco e del bosco, trovando sul suo cammino l’ingresso della villa, la peschiera, la dolce salita sino al laghetto sovrastato da un ponticello e ancora, forse le rovine del Castello Manfredi, andando poi a sfumare nel verde gli interventi del ninfeo, della cappella e degli altri annessi, ognuno connotato in relazione alla topografia e ai contrasti di luce e ombra delle fronde del bosco.

In un raffinato stile neogotico, l'edificio si compone di tre corpi principali: un vano a due piani centrale, con al piano terreno la sala di rappresentanza ovale riccamente ornata, e due ali poste ai suoi due lati nordest e sudovest, adibiti a sala di allevamento dei bigattini. La facciata, riccamente ornata con statue in cotto e animata da due ordini di bifore a sesto acuto e a tutto sesto, si chiude in alto con guglie e rosoncini, e ci regala quello che è forse il primo esempio in Italia di architettura neogotica applicata a un edificio manufattiero.

La produzione serica in Italia inizia a scemare con l’inizio del Novecento, non riuscendo più a sostenere la concorrenza estera e cadendo in secondo piano durante le due Guerre e soprattutto a causa del declino dell’aristocrazia italiana. Per di più, a fine Ottocento la veloce spinta verso l’industrializzazione rese poco compeitivo la produzione artigiana, che seppure di qualità, era sempre meno alla portata delle famiglie del periodo. La bigattiera di Pugnano termina la sua attività attorno agli anni Trenta, rimanendo attiva come limonaia nell’ala nord, e venendo riconvertita in parte a teatrino nell’ala sud: a proposito, si può ammirare un affresco sulla parete adiacente al blocco centrale di questo, che faceva da fondale scenico alle rappresentazioni. Le altre campate, a sinistra dell’ingresso, furono soppalcate ad uso di stalla (si trovano le tracce dei fori per le travi nel muro al di sopra delle finestre). Durante la guerra anche il teatrino viene dismesso, facendo posto a un granaio. Negli anni successivi vengono tamponate le aperture verso l’esterno del parco, e sistemati infissi a vasistas in ferro verniciato di rosso nelle finestre dell’ala nord. Nel 2002 invece sono stati eseguiti interventi strutturali di restauro per evitare la definitiva rovina dell’edificio: sono stati sostituiti gli orizzontamenti e le coperture, e gettata una nuova fondazione con cordoli in cemento armato. La villa e il parco sono ora di proprietà della società ‘Villa Roncioni s.p.a.’ che ha dato in gestione il tutto alla Fondazione Cerratelli.

 

 La cache 
Un contenitore con solo il log che si nasconde lungo il sentiero che corre a nord del parco della villa e che affianca il muro di cinta, sul quale potrete notare dei graffiti decorativi che si trovano anche nel lato interno al parco del muro.

Additional Hints (Decrypt)

Zvzrgvpn.

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)