Chiesa a forma ottagonale, di cui si hanno notizie a partire dall’inizio del 1600. Inizialmente dedicata a Santa Brigida fu, nel 1613, dedicata a Santa Libera. Ha un solo altare con la pala che raffigura la santa Libera con la Madonna e san Francesco d’Assisi. La santa è pure raffigurata in un affresco esterno di epoca Ottocentesca. Ha il campanile con la forma cosiddetta a “vela”. A questa chiesa e alla santa sono particolarmente legati devozionalmente gli abitanti del borgo denominato la vile.
Nel 1882, durante una disastrosa alluvione dei fiume Tagliamento, la chiesetta fu seriamente danneggiata. Riparata fu di nuovo funzionante nel gennaio 1886.
Info: questa cache fa parte di una serie di 10 cache della caccia al tesoro realizzata nel comune di Ronchis il 16 ottobre 2022 per far conoscere la storia del paese ai vecchi e nuovi abitanti tramite il gioco. Si può fare a piedi (circa 4h) o più facilmente in bici (circa 2h).
La mappa di quel giorno la trovate nelle immagini qua sotto, se vi trovate a Ronchis durante la settimana potete ritirarla presso il comune assieme a un piccolo souvenir (trovate gli orari sul sito del comune), mentre se la fate nel weekend mandatemi un messaggio, cercherò di farvela avere.
Grazie per aver visitato il paese di Ronchis
Leggenda
La quercia di Santa Libera
A Ronchis diversi secoli fa, nel luogo ove sorge ora la chiesetta dedicata a Santa Libera c’era una grande e frondosa quercia. Sotto questa quercia secondo l’usanza del tempo, si riunivano in assemblea, o, come si diceva allora in “vicìnia”, i capifamiglia per decidere sulle cose relative all’amministrazione del paese.
Erano i tempi in cui, il Friuli, e di conseguenza i nostri paesi, subivano le frequenti invasioni: Avari, Longobardi, Ungari, crudeli e sanguinari, tanto che per secoli nelle chiese si rammentava quest’invocazione “Salvaci, Signore dalla frecce degli Ungari”. Più tardi, durante la guerra tra il patriarca di Aquileia e la Repubblica di Venezia, arrivarono i soldati mercenari dell’imperatore Sigismondo. Poi ancora le diverse invasioni dei Turchi (se ne contarono almeno dieci). Inutili furono i tentativi dell’esercito della Repubblica Veneta, formato anche da soldati mercenari che provenivano da diverse nazioni europee, di fermare queste orde che scorrazzavano per ogni angolo della nostra Patria.
Fu proprio in uno di questi tentativi di contrastare l’avanzata dei Turchi che un ufficiale originario dalla Francia, comandante una compagnia di soldati veneziani, vedendo che la battaglia era ormai persa, ordinò la ritirata.
Allora, anche a Ronchis, come in quasi tutti i paesi, esistevano dai tempi delle grandi invasioni barbariche, delle gallerie sotterranee dove gli abitanti andavano a salvarsi. Anche in quell’occasione, avendo i roncolini sentito l’esito di quella battaglia, si erano rifugiati nella galleria.
In paese non c’era rimasta più anima via, l’ufficiale, ultimo a ritirarsi dalla battaglia, non sapeva dove andare a nascondersi, qundo vide quella frondosa quercia pensò di rifugiarsi proprio lì.
I soldati turchi perquisirono ogni casa del paese, e qualcuna anche la bruciarono ma non si avvidero dell’ufficiale nascosto fra i rami della quercia.
Alcuni anni più tardi comparve a Ronchis un ufficiale dell’ esercito veneto portando con se una cassa che conteneva una tela o meglio una pala d’altare con dipinta la Madonna con ai lati un santo e una santa che il militare disse che si chiamava Santa Libera.
L’ufficiale, chiese di parlare con il degano di Ronchis, al quale spiegò come si salvò dai turchi e di avere in quel momento, pregato e fatto un voto a Santa Libera, una santa molto popolare nei sui paesi di nascita, che se lo avesse salvato, lui avrebbe, a sue spese fatto costruire in suo onore una chiesetta e portato la sua immagine per l’ altare della nuova chiesa.
Il degano riunì in assemblea i capifamiglia, i quali, dopo una pacata discussione, decisero di abbattere la quercia per costruire la chiesetta in onore di santa Libera.
Si racconta che anni fa, quando furono fatti degli scavi nei pressi della chiesetta, trovarono le radici di quercia, queste erano ancora quasi intatte.
Nella cache è presente solo il logbook, portati una penna e buona caccia.