Skip to content

Cronaca nera lombarda - Cristina Mazzotti Multi-Cache

Hidden : 12/3/2023
Difficulty:
1.5 out of 5
Terrain:
1.5 out of 5

Size: Size:   micro (micro)

Join now to view geocache location details. It's free!

Watch

How Geocaching Works

Please note Use of geocaching.com services is subject to the terms and conditions in our disclaimer.

Geocache Description:


Mi sono chiesta più volte come farvi leggere questo listing con attenzione e interesse.
 

Non voglio che questo sia uno dei quei listing che si scorrono in fretta per risolvere la cache e avere un found in più.

 

Non ho trovato un modo, perchè la soluzione è dentro a chi legge la storia che sto per raccontarvi. In voi ci sarà oppure no sete di conoscenza, di storia, di fatti accaduti in questo vostro territorio e paese.

 

Io guardo da straniera, ma molto vicina al grande dolore di Cri Cri e della sua famiglia.

 

Cri Cri era Cristina Mazzotti, chiamata così dai suoi cari.

 

Mi ha colpita questa storia ascoltando dei podcast mentre sono al lavoro.

 

Cristina fu la prima donna rapita dalla mafia in Lombardia, la 'ndrangheta

 

Ho cercato informazione da dove abitava e dove fosse stata rapita esatamente negli archivi dei giornali dell'epoca ma non ho trovato nulla. Perciò mi sono recata in paese e chiesto agli abitanti che mi hanno saputo dare questa informazione.

Vi porterò alla villa dei Mazzotti, alla scuola a lei dedicata e al cimitero dove si trova Cristina, suo papà e da poco (non hanno ancora scritto il suo nome) la mamma deceduta pochissimo tempo fa.

Attenzione! Questa cache è limitata agli orari del cimitero di Eupilio. Segnate le risposte e inserite nel certitude le tre parole senza spazi per avere le coordinate finali. Se avete bisogno scrivetemi e se sono disponibile vi aiuterò con piacere.

 

 

 

Cristina era la figlia di Helios Mazzotti, un industriale attivo nel settore cerealicolo. Nata a Losanna, viveva a Milano in un appartamento in Piazza della Repubblica, di fronte alla famosa "Torre Breda", nota all'epoca anche come "torre dei ricchi". Il successo imprenditoriale del padre Helios la trasformò in un obiettivo durante la Stagione dei Sequestri di persona, che funestò l'Italia intera negli anni '70 e nei primi anni '80. 

Il rapimento

Lunedì 30 giugno 1975, appena una settimana dopo aver compiuto 18 anni, Cristina era uscita col fidanzato, Carlo Galli, e con Emanuela Luisari, la sua migliore amica, per festeggiare la promozione in terza liceo, allora l'ultimo anno del Liceo classico. Dopo aver bevuto qualcosa con altri amici al Bar Bosisio di Erba, i tre si rimisero in macchina, una Mini Minor gialla, per fare ritorno alla casa di famiglia dei Mazzotti a Eupilio, piccolo comune del comasco.

Sulla strada per Longone al Segrino, l'auto venne fermata da una Fiat 125, da cui scesero due uomini a volto coperto, che senza dire una parola, fecero mettere i tre ragazzi sul sedile dietro, con la testa tra le ginocchia. All'altezza di Appiano Gentile, a circa 40 km da Eupilio, i ragazzi vennero fatti scendere e un altro uomo chiese chi fosse Cristina Mazzotti. La ragazza, per evitare ritorsioni nei confronti degli altri due, si palesa immediatamente e viene incappucciata e caricata su un'altra macchina.

La prigionia e la richiesta del riscatto

Cristina venne portata in una cascina a Castelletto Ticino, in provincia di Novara, affittata nel novembre del 1974 da Giuliano Angelini, geometra di 39 anni con precedenti penali per un traffico di tir rubati e persino d'armi (il suo nome era perfino emerso fra gli estremisti di destra collegati all’inchiesta sulla strage di piazza Fontana nel 1969). Insieme a lui, dal febbraio 1975, abitava in quella cascina la sua compagna, Loredana Patroncini.

Il primo lavoro che i due eseguirono come nuovi inquilini di quella cascina fu circondare la rete di recinzione con una stuoia di canne, così da poter lavorare tranquillamente senza essere visti mentre preparavano la buca dove Cristina sarebbe stata mantenuta tutto il tempo della prigionia. La buca era profonda un metro e 45 centimetri, lunga due metri e 65, larga un metro e 55. Dalle valutazioni successive fatte al processo:

«L’altezza non consentiva alla prigioniera di mantenere la posizione eretta. Si pensi anche che le pareti di cemento, essendo state allestite di fresco, il tenore di umidità doveva essere quanto mai elevato e che la ragazza era tenuta al freddo e al buio. Inoltre l’aerazione della cella non poteva essere che deficitaria se la comunicazione con l’esterno avveniva mediante un tubo di plastica della sezione di 5 cm…»

La prima telefonata arrivò il 4 luglio, nella villa di famiglia dei Mazzotti ad Eupilio. Il "telefonista" era Sebastiano Spadaro, un calabrese di 23 anni già coinvolto in altri sequestri (Riboli, De Micheli). Per darsi un tono si faceva chiamare "Il marsigliese", benché non avesse alcun legame con la città francese. La richiesta iniziale fu di 5 miliardi di lire, una cifra assolutamente fuori dalla portata della famiglia Mazzotti. Il padre, Helios, si offrì in cambio della figlia, ma ai sequestratori non interessava lo scambio. 

 

 

 

 

Nel mentre Angelini somministrava alla povera Cristina farmaci soporiferi ed eccitanti, questi ultimi soprattutto quando obbligavano la ragazza a scrivere alla famiglia per convincerli a pagare il riscatto per liberarla. Alla fine di luglio la famiglia ipotecò la casa, racimolando 1 miliardo e 50 milioni di lire (pari a quasi 4 milioni di euro odierni). 

La sera di venerdì 1 agosto Spadaro richiamò la famiglia, confermando le istruzioni e le modalità del pagamento del riscatto, con una busta per la famiglia lasciata sull’autostrada dei laghi. Lo zio di Cristina, insieme a un amico, girarono per due ore per quasi tutta la Brianza, finché in un bosco di acacie vicino a Castelseprio consegnarono i soldi del riscatto.

Tuttavia, Cristina era già morta. Al processo venne fuori che la ragazza, malnutrita e stremata, non aveva retto per il trattamento disumano cui era stata sottoposta in quelle settimane di prigionia. 
 

il corpo di Cristina venne lasciato in una discarica di Galliate, nel Novarese.

 

 

Quello che ho potuto sapere in più grazie ai podcast che ho sentito al riguardo e dagli abitanti del paese è:

- Cristina venne rapita esattamente nella Via Beldosso, una strada senza uscita dove fu bloccata insieme ai suoi amici.

- Cristina fu lasciata nella discarica non morta ma in coma per i tanti medicinali a lei somministrati. Uno dei rapitori prima di abbandonarla disse che verificò e che Cristina aveva ancora polso prima che loro andassero via lasciandola li.

- Fu un'addetta ad una banca svizzera che informò la polizia italiana insospettita da un'ingente quantità di soldi depositata. Fu così che si risalì ai rapitori.

- Cristina fu trovata nella discarica ormai mangiata dai topi e non si riuscì a risalire al giorno esatto della morte, per questo nella sua lapide si trova un segno ? al posto del giorno.

- Il padre Helios morì dopo poco d'infarto e di crepacuore mentre si trovava in Sudamerica per lavoro.

- Evidentemente i rapitori avevano sopravalutato la disponibilità economica della famiglia Mazzotti, chiedendo un riscatto insostenibile per la liberazione della figlia, per questo motivo poi venne abbassata la cifra richiesta.

- Qualche tempo prima i rapitori avevano già cercato di rapire il fratello di Cristina ma un cambio di piani del ragazzo sul programma di quel giorno lo avevano salvato.

- Ci furono tredici condanne di cui otto ergastoli a custodi, centralinisti, ricattatori e complici. 

 

- All'Udienza preliminare del 24 ottobre 2023 il GUP di Milano, Angela Minerva, ha accolto le richieste del pubblico ministero, rinviando a giudizio Demetrio Latella, Giuseppe Calabrò, Antonio Talia e Giuseppe Morabito, fissando per il 25 settembre 2024 la data della prima udienza del processo, che si svolgerà davanti alla Corte d'Assise di Como.

DOPO 49 ANNI IL CASO SI RIAPRE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Puedes validar la solución a tu puzzle con certitude.

Additional Hints (Decrypt)

Crfpn

Decryption Key

A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M
-------------------------
N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

(letter above equals below, and vice versa)