La Parrocchia San Pio V e Santa Maria di Calvairate, che si trova in via Ennio, venne edificata tra il 1927 e il 1929.
Il nome di Santa Maria Nascente di Calvairate le deriva dall’antica chiesa presente non lontano e che era il cuore del paesino di Calvairate, corruzione dell’antico nome latino di Mons Calvarius.
L’idea alla base della progettazione era ambiziosa e cercava l’originalità, perseguendo allo stesso tempo effetti monumentali attraverso un tiburio altissimo e un non meno imponente campanile, mai però realizzati per l’alto costo.
L’esotismo delle proposte decorative, neo bizantine più nelle soluzioni tecniche del mosaico che nella distribuzione degli abbondanti particolari, fu tale da impressionare favorevolmente i committenti, forse perché legato al gusto dell’epoca, il cosiddetto art déco.
Nella costruzione della chiesa furono però eliminate le decorazioni e le sei cappelle.
A quasi un secolo di distanza, possiamo considerare che il fatto che la chiesa non sia stata completata forse sia stato un bene, perché l’architettura nuda che ancora oggi la caratterizza la rende particolarmente interessante e originale.
Realizzata con la tecnica tradizionale del mattone, consente oggi di non notare troppo l’incompiutezza della Chiesa, che voleva essere in stile bizantino, rutilante di mosaici e di decorazioni policrome, e risulta più romanica di tante altre chiese neo-romaniche che alla fin fine non lo sono e hanno invece ereditato spaziosità e luminosità rinascimentali.
La chiesa appare lombarda nella facciata a capanna, pur irrigidita dai contrafforti che avrebbero dovuto configurarsi come tanti di quegli atrofici pinnacoli del nostro liberty. Così i tre portali sono rimasti tre grandi archi, privi, come il rosone, di quelle espansioni decorative che ne avrebbero allargato il campo. Neppure videro la luce le immaginate sculture di animali fantastici dello zoccolo, al posto dei quali sono rudi blocchi di pietra appena sbozzata.
Lo stupendo interno della chiesa, rimasto a nudo e per lo più privo di decorazioni, è forse più affascinante nella sua incompletezza e invito ad ammirarlo.
La parte più ricca è quella che racchiude il Battistero con i mosaici di Antonio Soncini-Sgorlon (1962).
La cache si trova alle coordinate N45° 27.ABC E09° 13.DCD
A: somma delle cifre del numero di telefono riportato sulla targa al civico 60/B
B: lettere dell’ultima parola della medesima targa
C: numero di parole del citofono di destra in Via Ennio, 16
D: osservando la targa marmorea sul fianco della chiesa, calcolare la durata del mandato del terzo personaggio + la durata del mandato del quinto – la durata del mandato del sesto