Giorgio Gaber, nome d'arte di Giorgio Gaberscik, nasce a Milano in via Londonio 28 da una famiglia piccolo-borghese; i genitori (madre veneziana e padre triestino) si sono conosciuti e sposati in Veneto.
Successivamente si sono trasferiti in Lombardia in cerca di fortuna.
Il cognome Gaberscik, la cui grafia corretta è Gaberščik, proviene dalla regione del Goriziano sloveno.
Lo stato di salute di Giorgio è cagionevole: durante l'infanzia si ammala più volte.
Un brutto infortunio al braccio sinistro (che gli procura una lieve paralisi alla mano), occorsogli verso gli otto-nove anni, gli impone un'attività costante ai fini della rieducazione motoria: approfittando del fatto che il fratello suona la chitarra, anche Giorgio impara a suonarla.
L'idea dà buoni risultati, sia sotto l'aspetto medico che artistico.
Da adulto, Gaber dirà: “Tutta la mia carriera nasce da questa malattia”.
La sua carriera da chitarrista inizia nel gruppo di Ghigo Agosti «Ghigo e gli arrabbiati», formazione che nasce all'Hot Club di Milano; ed esordisce al festival jazz del 1954.
Non si fa ancora chiamare “Gaber”: si presenta al pubblico con il suo vero cognome, Gaberscik.
Dopo due anni di serate, tra musica leggera (per guadagnare) e jazz (per passione) entra nei Rock Boys, il complesso di Adriano Celentano, in cui al pianoforte suona Enzo Jannacci.
Conosce in questo periodo Luigi Tenco, trasferitosi a Milano da Genova.
Con lui forma il suo primo gruppo, così composto: Jannacci al pianoforte, Tenco e Paolo Tomelleri al sax, Gaber e Gian Franco Reverberi alla chitarra.
I Rocky Mountains Old Times Stompers (questo il nome completo del gruppo) si esibiscono nel celebre club milanese Santa Tecla.
Gaber e Tenco compongono insieme alcuni brani, sviluppando parallelamente un'intensa amicizia. Tra il 1957 e il 1958 Gaber, Tenco, Jannacci, Tomelleri e Reverberi partecipano ad una tournée di Adriano Celentano in Germania.
Dopo i primi 45 giri, Gaber raggiunge il successo nel 1960 con il lento Non arrossire, con la quale partecipa alla Sei giorni della canzone; nello stesso anno incide la sua canzone più conosciuta tra quelle del primo periodo, La ballata del Cerutti, con il testo dello scrittore Umberto Simonetta. Gaber è attratto anche dalla canzone francese: ascolta gli chansonniers della Rive gauche parigina, cui riconosce uno spessore culturale, un'attenzione ai testi che manca nella musica leggera italiana. “Il mio maestro è stato Jacques Brel”.
Gaber, come Gino Paoli, Sergio Endrigo, Umberto Bindi, Jannacci e Tenco sono alla ricerca di un punto di equilibrio tra le influenze americane (rock e jazz) e la canzone francese.
Lo trovano nella canzone d'autore in italiano.
I primi cantautori nostrani nascono in questo periodo, e Gaber è tra loro il 12 aprile 1965 Gaber sposa a Chiaravalle Milanese Ombretta Colli, allora studentessa di lingue orientali (russo e cinese) all'Università degli Studi di Milano. Il 12 gennaio 1966 nasce la loro unica figlia, Dahlia Deborah, conosciuta come Dalia.
Negli anni sessanta Gaber partecipa a quattro edizioni di Sanremo:
nel 1961 con il brano "Benzina e cerini" (scritto tra gli altri da Enzo Jannacci),
nel 1964 presenta Così felice;
nel 1966 con uno dei suoi successi più grandi, Mai, mai, mai (Valentina),
nel 1967 con ... E allora dài!
Il 1970 è l'anno della svolta: Gaber rinuncia all'enorme successo televisivo e porta "la canzone a teatro" (creando il genere del teatro canzone).
Si sentiva “ingabbiato” nella parte di cantante e di presentatore televisivo, costretto a recitare un ruolo.
Lascia questo ambiente e si spoglia del ruolo di affabulatore.
Il Gaber che tutti hanno conosciuto non c'è più: appartiene al passato.
Riparte da capo e si presenta al pubblico così com'è.
Per questo crea il «Signor G», un personaggio che non recita più un ruolo: recita se stesso.
Quindi “una persona piena di contraddizioni e di dolori”, un signore come tutti.
“Il signor G è un signor Gaber, che sono io, è Luporini, noi, insomma, che tentiamo una specie di spersonalizzazione per identificarci in tanta gente”.
Oltre a inventare un nuovo personaggio, crea un nuovo genere: lo spettacolo a tema con canzoni che lo sviluppano, inframmezzate da monologhi e racconti.
Con la sua nuova casa discografica, la Carosello, Gaber pubblica sia le registrazioni dal vivo degli spettacoli teatrali sia gli album registrati in studio.
Il 4 marzo 1981 Gaber partecipa, insieme a Francesco Guccini e Franco Battiato, ad un concerto di raccolta fondi per il giornale Lotta Continua.
Nello stesso anno firma la regia della commedia musicale Ultimi viaggi di Gulliver; la partitura è co-firmata da Guccini-Alloisio-Colli (Ombretta)-Gaber-Luporini.
Prende parte al film di Sergio Citti Il minestrone, interpretando il personaggio del “profeta”.
Nel 1991 Gaber prende parte al film Rossini! Rossini! di Mario Monicelli nella parte dell'impresario Domenico Barbaja.
L'interpretazione gli varrà una candidatura al David di Donatello per il miglior attore non protagonista.
In estate è alla Versiliana, dove esegue una serie di recital su tutto il teatro canzone. L'appuntamento diventa abituale e avrà un seguito negli anni seguenti.
Il 13 aprile 2001 Gaber pubblica un nuovo disco realizzato in studio, a 14 anni da Piccoli spostamenti del cuore: La mia generazione ha perso.
Il nuovo lavoro, da un lato presenta alcune canzoni degli spettacoli precedenti ri-registrate ("Destra-Sinistra" e "Quando sarò capace d'amare"), dall'altro contiene alcuni inediti, di cui il più significativo è "La razza in estinzione", il brano che contiene la frase che dà il titolo al disco.
Già segnato dalla malattia, Gaber compare nello stesso anno nel programma 125 milioni di caz..te di e con il vecchio amico Adriano Celentano, insieme ad Antonio Albanese, Dario Fo, Enzo Jannacci e lo stesso Celentano in una surreale partita a carte: i cinque cantano insieme "Ho visto un re".
Inizia la lavorazione del nuovo disco, Io non mi sento italiano, che però viene pubblicato postumo: da tempo malato di cancro, si spegne nel pomeriggio del giorno di Capodanno del 2003 nella sua casa di campagna a Montemagno, località in provincia di Lucca.
Il corpo riposa nel famedio del Cimitero Monumentale di Milano, come voluto dalla moglie Ombretta Colli.
-“Sa Professor Fampi, qualche anno fa avevo mandato la richiesta per partecipare ad una trasmissione televisiva basata sulla musica, sono sicuro che avrei potuto vincere, purtroppo la trasmissione è stata chiusa prima che io potessi partecipare...”-
-“Mi dispiace Lucky, so che sei molto preparato in fatto di musica.
Se non ricordo male c’era un gioco che consisteva nell’indovinare delle canzoni ascoltandone l’inizio o comunque pochissimi secondi...”-
-“Si, bellissimo, quella era proprio la mia specialità, mi era sufficiente ascoltare 2 o 3 secondi del brano ed ero in grado di dire il titolo e l’anno di pubblicazione !!!”-
-“Voglio proprio vedere se sei così bravo. Qui di seguito trovi un link per l’ascolto di un file che contiene diversi brani del grande Mister G, Giorgio Gaber.
Se riuscirai ad indovinare tutte le canzoni, abbinando la lettera del brano mostrata nel video con l’ultima cifra dell’anno di pubblicazione, potrai risolvere l’equazione finale e visitare un luogo di Milano che in qualche maniera ha a che fare con lo stesso Gaber.
Vediamo come te la cavi !!!”-
Video: Mister G
Coordinate finali:
N 45° (H-J)(A).(I+H)(J-B)(H-B)’
E 009° (B)(C+B).(E-B)(H-D-B)(F+B+C)’
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